Michele Costantini
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Michele Costantini

Ho cominciato con il disegno.

Il colore, la pittura sono seguiti naturalmente, ma prima della pittura quella vera ho fatto un largo giro nel mondo dell’illustrazione, amavo la precisione del segno, la ricerca della documentazione, la possibilità di raccontare storie.

Dopo gli studi, ma con una decisa propensione al lavoro da autodidatta, ho seguito per sei anni un artista giapponese, una vera gavetta: il primo anno solo pulizie e cucina. Ho fatto pratica di cucina e pulito molte volte la casa-studio del mio maestro, solo ogni tanto avevo il permesso di guardarlo al lavoro. Infine un giorno la prova a lungo attesa, un piccolo pesce, una sardina da copiare dal vero, da riprodurre minuziosamente nella sua lucentezza, cercando di renderla viva. Indimenticabile quel tempo, solo davanti ad un pesce!

Sono seguiti anni formidabili, il mondo digitale era ancora fantascienza, tutto era ancora carta, pennelli e mani sporche di colore! Ma il mondo dell’illustrazione ad un certo punto mi è diventato stretto e così ho deciso di dedicarmi alla pittura: un vero sollievo! E che sensazione incredibile di libertà dipingere senza confini! La mia propensione naturale verso la narrazione ha trovato nella pittura il suo medium perfetto. Libero di viaggiare tra passato, presente e futuro, addirittura in grado di visitare l’archivio dei sogni o tradurre in immagini la memoria genetica ereditata dai miei avi, cosa potevo desiderare di più?

La risposta è giunta solo anni dopo quando ho sentito che la pittura non era veramente cosa umana e per questo ho cominciato anche a scrivere trovando nella scrittura la possibilità di comunicazione diretta con i miei simili oltre all’appagamento di un impulso intimo e profondo. Ora, dopo i primi anni di sperimentazione, posso dire che la scrittura è magica perché possiede tutte le possibilità insite nella pittura e nell’illustrazione con in più la possibilità di una più ampia condivisione.

Così scrivendo dipingo e viaggio negli spazi sconfinati della fantasia, scrivendo scopro il piacere del suono della lingua, ritrovo la tensione del ritmo, l’emozione del racconto drammatizzato.

Amo molto la forma del racconto breve e Meer, con la sua platea di lettori internazionale mi è sempre stato di grande ispirazione, stimolandomi a proporre sempre più spesso le mie storie tradotte in altre lingue. Il tempo dedicato alla scrittura mi è caro e rappresenta un insostituibile momento di ascolto. Mi piacerebbe in futuro scrivere testi per la musica e sceneggiature per il teatro e il cinema. Senza dimenticare di arricchire i testi con qualche dipinto, pulire la mia stanza e cucinare ogni giorno qualcosa di buono per chi amo.

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