Aveva atteso tutto il giorno nella grande veranda sul mare, scrutando la spiaggia e sperando di vederlo spuntare tra le dune. Solo una volta aveva abbandonato il suo posto di vedetta: avvolta in una grossa coperta aveva raggiunto la cucina e aveva divorato l'ultimo sandwich rimasto dal viaggio del giorno precedente. Tornando sui suoi passi, aveva attraversato il soggiorno e, passando accanto al divano, si era resa conto di quanto fosse stanca.

Si era lasciata cadere pesantemente sui cuscini di velluto – chiudo gli occhi solo un attimo. Quando si era svegliata era già buio. La marea era giunta a lambire la recinzione del giardino, si sentiva il fragore delle onde molto vicino. In lontananza si vedevano chiaramente i fasci di luce del faro scandagliare l'oscurità.

Perché Harry tardava tanto ad arrivare? Pareva essere passato un secolo dal momento in cui si erano visti a Londra, un incontro così improvviso e intenso. È vero, ora soffriva in quella dimensione sospesa, ma le bastava chiudere gli occhi per calmarsi e tornare all'attimo in cui l'aveva visto per la prima volta a casa di Jane e Francis. Doveva essere una visita veloce, il tempo di omaggiare i due amici freschi di fidanzamento e correre a Victoria a prendere l'ultimo treno della sera. Si era ritrovata invece nella loro cucina dove un gruppetto di persone stazionava intorno a Francis impegnato ai fornelli. Tutti rumoreggiavano affettuosamente riempiendosi a turno calici di vino e stuzzicandosi con aneddoti e racconti umoristici.

Lui era lì, un volto sconosciuto tra le solite facce, un presentimento, la sorpresa nel ritrovarsi a spiare le sue grandi mani abbronzate o aspettare con crescente trepidazione di poter incrociare almeno una volta quel suo sguardo luminoso. Gli occhi di chi ha viaggiato e ha visto cose straordinarie. Poi, mentre lei e Jane ballavano tra gli ospiti euforici, il tempo dell'ultimo treno era passato, mentre le cose sembravano trasformarsi e prendere nuova consistenza. “Che mi dici di Harry?” aveva chiesto Jane all'improvviso. “Non ti sei staccata un minuto da lui questa sera. E poi, non avresti dovuto essere sul treno per Porthcuro Bay a quest'ora?” le disse guardandola con fare complice.

Si udì una voce alle loro spalle: “Porthcuro Bay? Che luogo straordinario!”. Harry era lì accanto e le stava guardando. “Conosco molto bene quel posto - e lo amo molto” aggiunse scoccandole uno sguardo d'intesa. Lei arrossì e non rispose.

Si era poi ritrovata in una piccola camera con un letto singolo e uno scrittoio pieno di libri e carte illuminato da una vecchia lampada. Aveva appena fatto in tempo a scorgere il volto sorridente di Jane che stava richiudendo la porta e non si era accorta che accanto a lei c'era Harry che la stava guardando. “Ehi” disse lui con un sussurro” Tutto ok?”. Lei non rimase sorpresa, anzi. Tutto quello che era successo quella sera era stato molto piacevole, naturale e inevitabile, aveva pensato. “Guarda”, disse Henry, tirando fuori dalla tasca della giacca una piccola moneta luccicante. “L'ho trovata la scorsa estate sulla spiaggia di Porthcuro Bay. È un doblone spagnolo, viene dal naufragio del Galeone Rosario avvenuto nel 1588. Il suo comandante era il capitano Pedro de Vales e questa sulla moneta è la testa di Filippo II Re di Spagna. Sono convinto che nelle acque di fronte a quella spiaggia si trovi il relitto di quel galeone insieme al suo immenso tesoro. Un giorno lo troveremo quel tesoro, sento che ci sta aspettando, che ci appartiene” concluse lui trionfante. Lei non aveva smesso di guardarlo e non si era neppure accorta di quel suo “lo troveremo”, semplicemente l'aveva preso per un braccio e tiratolo a sé, l'aveva baciato.

Aveva cominciato a piovere e ormai era notte fonda. Il vento aveva preso a frustare le vetrate con violenza, ora fuori non si vedeva quasi nulla, solo la luce del faro. Decise di aspettare l'alba. Cambiò posizione e sistemò meglio la coperta. Accese la televisione, provò a leggere una vecchia copia inumidita del Times, poi la sua attenzione fu rapita da una immagine dei suoi genitori, una piccola foto dai colori sbiaditi incorniciata e appoggiata sopra a una mensola. Sorridevano. Apparivano giovani, felici. Sullo sfondo si vedeva la sagoma del faro, segno che quella foto apparteneva a quel luogo. Doveva essere stata una di quelle estati che ancora ricordava, quando la casa veniva visitata dagli amici dei genitori e quella veranda, ora cupa e silenziosa, era invasa dalla luce e dalle voci delle persone che entravano e uscivano in un via vai inarrestabile di vitalità.

Per un attimo vide accanto a sé alcune figure vestite di bianco, i loro piedi nudi e bicchieri pieni di ghiaccio abbandonati sui tavoli di vimini. Di tutto quel mondo non era rimasto nulla, pensò, lasciandosi cullare dal calore e dalla famigliarità di quelle voci. Poi all'improvviso entrò Harry. Con lui c'era una giovane donna sconosciuta. “Ciao” disse lui “ lei è Chicca, un'amica italiana, di Napoli. Ci siamo conosciuti al British, studia storia e sa molte cose sul relitto. Quando ha saputo che venivo qui non ha resistito”.

Lei lo guardò stupita e fece per alzarsi dal divano ma lui, dopo averla salutata con un bacio frettoloso, salì al piano di sopra insieme alla ragazza. Si udirono i loro passi agitati sul pavimento e risatine soffocate per qualche minuto, poi più niente. Annichilita, strinse a sé un cuscino e pianse. Pianse fino a che le prime luci dell'alba illuminarono completamente l'interno della veranda. A un certo punto sentì qualcosa sulla testa, qualcuno la stava toccando, una mano calda le stava sfiorando delicatamente i capelli. Aprì gli occhi e vide Harry accovacciato davanti a lei che la guardava sorridendo. Indossava lo stesso pullover della sera a Londra e come quella sera notò che aveva mezza camicia fuori dai pantaloni.

Lui le porse una tazza di thè caldo. Mentre il sole inondava la stanza con la sua luce dorata lei non riuscì a trattenersi e chiese con voce tremante: “E la ragazza? Dov'è la tua amica italiana?” . “Quale ragazza italiana?” rispose Harry interrogativo. “Qui l'unica cosa italiana è la bottiglia di vino rosso che ho nello zaino e che stapperemo io e te a pranzo” la rassicurò lui. “Che ne dici? Ti sembra una buona idea? E poi oggi inizia la caccia al tesoro, ricordi, amore?”.