Che cosa succede quando la creatività di una donna napoletana entra in contatto con la visione globalizzata di una grande metropoli come Londra? Nasce Hub Dot, un modo di fare network semplice, innovativo e tutto femminile. Ce ne parla Simona Barbieri, la sua artefice, ricordandoci che il segreto di Hub Dot è un certo modo di intendere e utilizzare la narrazione, pratica che proprio le donne, nel corso della storia, hanno sviluppato, trasformandola in una forma d’arte.

Come è nata l’idea di Hub Dot?

È nata in modo naturale. Dopo oltre 15 anni di lavoro nel campo della comunicazione a Londra, ho sentito la necessità di creare un network che conservasse intatte spontaneità, sentimenti ed emozioni al di là di titoli e biografie professionali. I cinque Dot colorati rappresentano la magica chiave per comunicare le proprie passioni, i propri progetti in modo semplice e diretto. E per condividere le proprie idee in piena libertà. Agli eventi Hub Dot ogni partecipante indossa il punto colorato che corrisponde al suo stato d’animo o a quello che sta cercando:

Rosso - Ho un’identità professionale
Giallo - Ho un idea, mi aiuti?
Verde - Cerco una nuova ispirazione
Blu - Sono qui per socializzare
Viola - Ti racconto della mia attività di beneficenza, passione, lavoro...

In questa epoca super-tecnologica che permette comunicazioni e connessioni con tutto il mondo in tempo reale qual’è il senso di Hub Dot?

Hub Dot è un punto reale sulla mappa di tante connessioni virtuali. Nato davanti a un caffè tra amiche intorno al tavolo della mia cucina in breve tempo si è trasformato in un modo di ritrovarsi, qualcosa che assomiglia a una piazza dove una moltitudine di donne può incontrarsi e stare insieme. Lavoriamo moltissimo sui contenuti e sulla forza presente in ogni storia - negli incontri Hub Dot le conversazioni iniziano sempre chiedendo “qual’è la tua storia?” e mai con “cosa fai nella vita?”. Pochi minuti per raccontarsi – ogni storyteller ha poco più di un minuto per descrivere lo stato d’animo, le circostanze, i sentimenti che hanno condizionato o determinato le proprie scelte di cambiamento nella vita - un concentrato di energia vitale che permettedi abbattere qualsiasi barriera, di stringere nuove amicizie, di trovare ma anche essere da ispirazione a nuovi progetti professionali.

La donna di oggi. La donna del futuro. Il crescente successo di Hub Dot indica la direzione di un cambiamento?

Più che cambiamento valorizzazione di doti e capacità del mondo femminile che emergono in tutta la loro forza e importanza. Hub Dot aggiunge valore alla consapevolezza innata che le donne hanno di se stesse aiutandole a esprimerla. Restituendo codici e spazi adatti a relazioni autentiche.

Narrazione, ascolto, unicità, possibilità… Ognuna di queste parole sembra riferirsi a Hub Dot. Qual è la tua parola chiave quando pensi a questa global community che oggi conta 37 mila donne nel mondo?

Per noi di Hub Dot la parola chiave che meglio esprime il concetto di connessione interpersonale è Alchimia. Dopo cinque anni e quasi duecento eventi nel mondo sappiamo che al di là delle localizzazioni geografiche, al di là di tradizioni e culture differenti, la condivisione di un’esperienza personale attraverso il nostro modo di fare storytelling sprigiona una energia incredibile. È grazie a questa forza che si creano le condizioni per un’apertura reciproca, per una curiosità e un’accoglienza impensabili altrimenti. Hub Dot, attraverso la “Dot Alchemy” dà a tutte, in modo semplice ma efficace, l’opportunità di scoprire se stesse, di essere se stesse.

Quali progetti per il futuro?

Abbiamo oltre cento città nel mondo da cui arrivano richieste per poter organizzare eventi Hub Dot. La community cresce: anche Milano avrà il suo evento il prossimo 23 Febbraio. Brand e aziende scoprono il linguaggio dei Dot e le sue potenzialità chiedendo di adottarlo per ottimizzare e facilitare l’engagement tra i loro dipendenti. Hub Dot è sempre stato, fin dalle origini, declinato al femminile. Col tempo abbiamo potuto constatare che il valore delle connessioni facilitate dai Dot sia patrimonio comune, trasversale a tutte le latitudini e a tutti i generi. Abbiamo realizzato eventi per Bank of America, Ernst&Young, Goldman Sachs, BNP Paribas, Credit Swiss e Financial Times. Hub Dot è anche entrato nelle scuole e nelle università mostrando di poter contribuire a colmare il gap generazionale fra studenti, genitori e insegnanti. Un progetto a lungo termine che vogliamo sviluppare.