-Buongiorno, le dispiace se mi siedo qui? Il cameriere mi ha suggerito di chiedere a lei, visto che sta pranzando da solo. Dice che gli altri tavoli sono tutti occupati….
-Ma prego, ci mancherebbe, si accomodi. Piacere, io sono Jérôme, Jérôme Latroux.
-Oh, grazie. Piacere mio. Lei è molto gentile. Ero convinta che non avrei avuto problemi a trovare posto in questo locale, invece vedo che è molto affollato...ah, dimenticavo, mi chiamo Aisha…
-Beh, all’ora di pranzo qui c’è sempre il pienone…
-Per me è la prima volta, lei è un habitué?
-Sì, lo ammetto, pranzo qui tutti i giorni. Sono innamorato di questo posto. I proprietari sono una coppia molto affiatata. Lui è italiano e in cucina questa è sempre una garanzia; lei invece è francese, credo del Sud, una vera intenditrice di vini. Entrambi sono così giovani e originali! Andrea, per intenderci, vive da tempo in Svizzera e dimostra di avere grande considerazione per i prodotti locali e per le nostre specialità tradizionali. La trovo una cosa bella, giusta...direi anche intelligente. Non comune per un italiano. Che senso ha limitarsi e voler proporre a tutti i costi solo pastasciutta o mozzarelle? E poi certi cibi si possano gustare solo sul posto, in Italia appunto...magari mangiando all’aperto, in una bella giornata di sole. Qui da noi è tutto diverso, vede? Anche la primavera quest’anno tarda ad arrivare… Insomma, questo è un punto magico, sono sicuro che dopo averlo provato…. Ma lei, signora Aisha, cosa fa di bello a Basilea?
-Sono musicista. Suono il violoncello nell’Orchestra Sinfonica di Basilea, attualmente diretta da Gerard...
-Favre! Conosco Gerard, abbiamo trascorso l’infanzia insieme. Veniamo entrambi da Divonne Les Bains, vicino a Ginevra...
-Veramente? Che coincidenza! Il mondo è veramente piccolo a volte. Ma la sto disturbando, mi scusi. Vedo che ha già iniziato a mangiare.
-È solo un antipasto. Oggi penso che non andrò oltre quello, non ho molto appetito.
-Sembra invitante, cosa mangia di buono?
-È un piatto di terrina e paté misto in crosta con insalata. Glielo consiglio…
-Mi ha già convinta! Cameriere! Potrei avere anch’io il piatto di questo signore?

-C’è molto Mirò in quel paté...
-Cosa intende dire?
-Ha…ha…mi scusi, si tratta di deformazione professionale. Ho visto da poco la bellissima mostra di Mirò al museo cantonale. Quella composizione tra le gelatina, gli inserti di prosciutto e i pistacchi rotondi, ha dell’incredibile…continuo a guardarla e mi sembra un dipinto del maestro catalano… E lei? Ha già visto la mostra?
-No, non ancora... Una curiosità, lei è un gallerista?
-No… veramente… ho un laboratorio che lavora in ambito artistico, qui a Basilea. Ho un socio...e ci occupiamo di restauro e stime di opere d’arte...
-Interessante…Capisco. Per quello vede dipinti dappertutto!!
-Già… pensi che mi ha detto il cameriere che questo paté viene da un laboratorio di Bockten, un paesino non lontano da qui. A volte mi chiedo se Mirò l’abbia mai assaggiato? Noi non lo sappiamo ma molti grandi artisti hanno trovato ispirazione nel cibo. Potrebbe essere successo negli anni ‘70 quando Mirò veniva sovente in Svizzera a trovare il suo più grande estimatore, come si chiama...si chiama Baumann, sì, quello che ha poi creato la Fondazione Baumann, c’è anche un museo. Ora che ci penso. Lui di casa stava proprio a Bockten.
-Mi è più facile immaginare che un cuoco abbia creato questo paté, semplicemente per omaggiare il grande Maestro del surrealismo. Un cuoco con la passione per l’arte.
-Che idea originale, mi piace! Non sottovaluti la mia teoria, però. Si basa moltissimo sulla mia esperienza di questi anni. Picasso, per esempio, che amava molto il pesce fresco, una volta tornò dal mercato con delle sardine avvolte in un foglio di carta. Nello scartarle, vide il rosso del sangue e fu folgorato, capendo in quell’istante di aver trovato proprio il colore che stava cercando...
-Mi racconti qualcosa del suo lavoro, mi ha incuriosita...
-Facciamo essenzialmente stime di dipinti e, se necessario, analisi chimico spettroscopiche e riflettografie all’infrarosso. Non hai idea di quanto scoperte si fanno…
-Che tipo di scoperte?
-Beh, sulle tele e sui disegni si trova di tutto, oltre chiaramente ai colori utilizzati, naturalmente…
-Tutto cosa?
-Sostanzialmente tracce di cibo, segno che gli artisti hanno sempre mangiato e bevuto lavorando.
Mi sembra una cosa più che naturale. Poi anche altre sostanze organiche...di cui però preferirei non parlare a tavola…
-Sembra quasi uno di quei film sulle indagini della polizia scientifica…
-In effetti con la tecnologia di oggi non ci sfugge nulla...o quasi. Su molti dipinti di Picasso abbiamo trovato tracce di arachidi, mandorle e semi di zucca. Cezanne era un grande amante delle acciughe, in alcune sue opere l’olio di lino è mescolato ad altre sostanze oleose molto simili al fondo di scatole di pesce...E poi, spesso, tracce di vino rosso, soprattutto sui dipinti impressionisti francesi... Ovviamente ognuno aveva le sue preferenze. A volte si trattava di necessità. In genere però gli artisti, sono stati sempre sedotti dal piacere della buona tavola, chi preferendo cibo rustico, chi più raffinato. Quel gagà di Kandinsky, per esempio, ordinava spesso al collega Paul Klee certi biscottini bernesi alle nocciole che ancora oggi vengono prodotti in un piccolo laboratorio del centro. Al Bauhaus, anche in periodi di ristrettezze, non si facevano mancare piccole delicatessen...
-Deduco quindi che lo stesso discorso si possa fare per i musicisti…
-Beh. Sì. So per certo che il grande Freddy Mercury quando era in tour in Svizzera era fisso da Girardet, mi hanno detto che mangiava addirittura in cucina, per godere anche della vista delle preparazioni del grande chef...
-Io stavo invece pensando al mio amore, a Bach…chissà lui.
-Bach era ghiotto di crauti e patate...questo si sa per certo. Ne ha consumate a tonnellate. Ogni giorno.
-Ma no, questa non la sapevo… Jérôme, lei mi sta prendendo in giro...
-Che c’è di strano? Sono serissimo. I crauti per Bach sono stati quasi una ossessione...Ma c’è un altro aspetto molto interessante.
-E quale sarebbe?
-Come diceva il famoso scrittore futurista italiano Marinetti, noi siamo e pensiamo quello che mangiamo e quindi c’è una correlazione tra il cibo e la creazione artistica... Questo però non vuole dire che assumendo grandi dosi di crauti e patate chiunque possa fare le cose grandiose che ha fatto Bach, è chiaro...però... però possiamo immaginare che se Bach avesse avuto una moglie italiana oggi avremmo una musica diversa…Niente contrappunto generato dall’acidità dei crauti ma qualcosa forse di meno cervellotico, la naturale conseguenza metabolica di una dieta fatta di tagliatelle al sugo o pappardelle ai funghi. La trovo una ipotesi più che credibile...
-Non l’avevo mai pensata così. Certo si tratta di una idea alquanto originale.
-Molto più di un’idea, cara signora! Molto più di un’idea... All’università di Zurigo c’è un team di ricercatori guidati dal prof. Franz Lehmann che sta studiando con grande passione le basi biochimiche della creatività. Ma...mi scusi lei non beve nulla? Ci siamo dimenticati di ordinare...
-Ah, già.
-Mi sono persa un po' via con queste sue storie mirabolanti...
-Con delle calze rosse sgargianti come le sue … penso ci voglia un Château Margaux del 2018…
-Vedo che non le sfugge nulla…
-Ho un debole per le cose belle…. Lei si toglie sempre le scarpe quando mangia fuori?
-Di solito solo a casa, devo dire. Ma qui mi sento particolarmente a mio agio…
-Cameriere! Mi scusi potrebbe portarci due calici di quel buonissimo Château Margaux…che ho bevuto ieri?
-2018?
-Esattamente.
-Gradite proseguire con il primo piatto della casa o…Vi consiglio…

-Buongiorno Aisha, le dispiace se mi siedo….
-Carissimo, che sorpresa! E me lo chiede? Si sieda con me, mi fa piacere rivederla…
-Piacere mio! Ha sentito la nostalgia di questo posticino, dica la verità…
-La verità è che ho iniziato oggi a insegnare violoncello a una giovane musicista che abita qui dietro. La rampolla di una famiglia molto conosciuta in città. E così quando ho visto che mi trovavo a poca distanza da qui. Ho pensato di fermarmi a pranzo e…
-E…
-E… niente. Sono qui. Stavo giusto guardando all’entrata il menù con i piatti del giorno…
-C’è un profumino di cipolla soffritta che viene dalla cucina...che giorno è oggi?
-Martedì!
-Ah, bene…
-Mi scusi, sono un po' stressata per mio marito che questa mattina mi ha fatto una scenata di gelosia terribile. Non è mai stato così. Pensare che ho scelto di sposarmi con un italiano invece di un arabo per evitare proprio quello… invece ora…
-Da che parte dell’Italia viene suo marito?
-Dalla Sicilia.
-Beh, anche gli uomini del Sud Italia sono conosciuti per... Suona un po’ come uno stereotipo ma sembra che sia veramente così. Cosa fa di bello tuo marito?
-È uno chef, uno chef piuttosto noto. Si chiama Lello Vitale. Ultimamente però ha smesso di lavorare nel suo ristorante e fa il consulente per alcuni importanti marchi alimentari…
-Non deve essere stato facile. Insomma, intendo dire per uno chef, non avere un ristorante, un posto proprio. Ho sempre immaginato che sia una necessità... Però deve essere anche bello avere in casa un uomo che cucina...mi immagino che...
-Cosa mangia oggi? Ha visto nel menù gli gnocchetti di zucca con marroni.
-Perchè no? Lei mi sa sempre consigliare al meglio. Ah. Vedo che c’è qualcun altro che si toglie le scarpe…. -Taccia...non riesco più a farne a meno...il cameriere a volte mi guarda imbarazzato. Ieri mi ha minacciato. Alle belle donne questo non succede...le sembra giusto? Belle le sue calze, oggi verde bottiglia...mi piacciono le donne che giocano con i colori…
-Giorno di complimenti? Fanno sempre bene. La ringrazio. Vedo che è già al dolce. E che dolce! Mi piacciono gli uomini che non si trattengono di fronte alle cose golose… (strizzando l’occhio sinistro).

-Signor Latroux buongiorno, le dispiace se mi siedo con lei? Gli altri tavoli sono tutti prenotati.
-Si accomodi. Ci conosciamo?
-Sono il marito di Vanessa…
-E chi sarebbe Vanessa, mi scusi?
-La prego non faccia teatro con me. La vita è già così complicata... Mi ha moglie mi ha parlato molto di lei...
-Ah! Allora forse è meglio che prima ordiniamo qualcosa da bere… Lei gradisce un bicchiere di vino?
-Non bevo vino. Sono astemio.
-Non ci credo! Uno chef che non beve, ah ma questa è bella!
-Chef? E chi sarebbe questo chef, mi scusi?
-Vanessa mi ha raccontato che...ehm…Aisha mi ha detto che lei, cioè suo marito è...
-Aisha? Mi sta dicendo che mia moglie si è fatta chiamare Aisha?
-Sì.
-Oh Gesù, allora ci risiamo. È ritornata nel tunnel.
-Non riesco a seguirla. Mi scusi ma lei non è il famoso chef Lello Vitale...?
-Ma quale chef e chef, io lavoro in banca e non saprei cucinare un uovo in tegame... Lo chef famoso era mio suocero, lui sì era dotato. Vanessa quando va in crisi crea altre realtà, mescola ricordi con desideri...
-Capisco…
-Non so cosa può capire lei, oggettivamente parlando. Mi creda, non mi piace per niente essere qui seduto di fronte a lei, ad uno sconosciuto, che forse ha già provato a corteggiare mia moglie se non addirittura se l’è già portata a letto, ma io amo mia moglie e sono arrivato al punto di fregarmene del pudore e dell’imbarazzo. Sono disperato, Vanessa è tutta la mia vita, non voglio perderla. So che con lei è stata bene. E per questo che oggi mi sono deciso di venire da lei per chiederle aiuto. In realtà non so cosa potrebbe fare...
-Mi dispiace. Non ho ancora ben capito di cosa si tratta ma le posso assicurare che tra me e sua moglie non c’è stato nulla. Devo ammettere che si tratta di un’amabile persona, colta, spiritosa. Una gran conversatrice. E piena di talenti. Appena ci sarà un’occasione vorrei sentirla suonare...
-La prego, non dica altro. Sentirmi riportare le cose che Vanessa riesce a inventare mi rattrista profondamente.
-Non mi dica che…
-Sì, ha capito bene. Mia moglie non solo si chiama Vanessa e non Aisha ma non ha mai preso in mano uno strumento musicale e che io sappia non è neppure in grado di leggere uno spartito.
-Ma perché fa così? Cosa le succede? Mi scusi, mi aiuti a capire.
-Due anni fa abbiamo perso il nostro unico figlio, Jaco. Una fatalità, una macchina con due ragazzi ubriachi a bordo non ha rispettato il semaforo rosso. Jaco stava attraversando la strada con il suo violoncello a tracolla. È stato uno schianto tremendo. È successo a Palermo, nostro figlio era in vacanza dai miei suoceri. Pochi giorni dopo mio suocero ha avuto un infarto. Evidentemente non ha retto il dolore per la prematura scomparsa del nipote prediletto. Quando è giunta l’ambulanza era già morto. Capisce che di fronte a colpi simili è molto difficile rimanere stabili. Vanessa ha trascorso alcuni mesi in trance, e poi, piano piano ha ripreso la sua vita normale, ma solo apparentemente … solo Iddio sa quanto io abbia sperato che quel terribile dolore non si ripresentasse. Ho anche creduto ingenuamente che avrebbe resistito... Ma poi è arrivata un’onda scura, da dentro...
-I signori hanno ordinato? [Cameriere]
-Uhm. No, veramente…
-Vi lascio ancora qualche minuto? Avete già un’idea...o…?
-Lei caro Latroux cosa prende?
-Io pensavo ai medaglioni di cervo con caponatina alla menta.
-Caponatina? Che tentazione. Sono anni che non mangio una vera caponata. Mi posso fidare...? Sa...noi di Palermo siamo abituati bene…
-Si fidi. Si fidi.
-Porto anche della marmellata di mirtilli rossi?
-Mettete l’uvetta sultanina nella caponata?
-Certamente.
-Ah, bene. Allora sono tranquillo.
-Da bere?
-Io acqua, grazie. Ma credo che il signor Latroux voglia.
-Un calice di Gewürtzraminer “Les Natures”.
-Molto bene. Poi per il dessert facciamo dopo con calma.
-Sì, grazie.

-Il problema caro Latroux è che Vanessa ora è una vera mina vagante.
-Non ha pensato di chiedere aiuto a uno specialista?
-Mia moglie non vuole sentire parlare di specialisti...Nel suo stato alterato è particolarmente sensibile. Vede e sente tutto. È per questo che le è sembrata una persona brillante. E sa anche simulare molto bene. Chi non conosce il suo stato non può immaginare di trovarsi di fronte a una persona in crisi. Vanessa in questo momento è un abisso di sofferenza.
-Come mi dispiace...Glielo dico sinceramente. Mi dica, come posso esserle d’aiuto...?
-Lei ha già il mio numero di telefono?
-No. Ma ho quello di Aish...ehm. Vanessa.
-Che strano. Ultimamente Vanessa lo distribuisce a tutte le persone che incontra. Ricevo quotidianamente chiamate dalle persone più improbabili. Una di queste, non so come, ha localizzato il mio ufficio ed è venuto a chiedermi dei soldi. Lei non ha idea... di che gente ci sia in giro.
-Dove si trova ora Vanessa?
-Lei lo sa? Io no. Il suo telefono è sempre staccato. Torno a casa alla sera con l’angoscia di non trovarla… o peggio, di trovarla. Intendo dire... trovarla senza vita. Non so quanto potrà andare avanti in questo stato. Comunque lei, caro Latroux potrebbe essere un prezioso punto di riferimento. Ma non voglio per questo gravarla con una responsabilità che non ha scelto di prendere...Io posso pagarla. Se Vanessa dovesse venire ancora qui...lei.
-Ecco i medaglioni di cervo con caponata. [Cameriere] E il calice di Gewürtzraminer per il signore. Ora vi porto anche un po' di pane…
-Uhmm...ma che cosa deliziosa e inaspettata questa caponatina. Lei mi riporta alla mia infanzia. Avevo una nonna che ne preparava una molto…molto simile…durante le vacanze…a Cefalù... Questa è l’ultima cosa che avrei immaginato di poter trovare qui a Basilea. Grazie...grazie.
-Caro signor Vitale, lei può contare su di me, farò tutto il possibile per aiutarla. E soprattutto per aiutare sua moglie… Non so ancora esattamente cosa. Ma forse anche solo ascoltarla.

-Jérôme! Jérôme! Come stai? Perchè non hai più risposto ai miei messaggi?
-Jérôme, chi è questa donna?
-Lei è…
-Aisha! Piacere! Che bella camicia colorata, complimenti! Anch’io amo moltissimo i colori. Ho sempre detto anche a Jérôme di cambiare look, lui è sempre così serioso è così bello vedere gli uomini che osano vestirsi colorati, non occorre esagerare, bastano veramente dei calzini...dei calzini. Jérôme! Ma come mai tieni su le scarpe?
-Io veramente…
-Era così carino quando avevi preso la mia abitudine di mangiare scalzo…
-Questa è bella, non la sapevo? Ma veramente mangiavi scalzo?
-Sì, ma siamo riusciti a fargli cambiare idea… [Cameriere di passaggio].
-Cara, dopo ti spiego…
-E poi cos’altro devo sapere a proposito del signor Latroux?
-Se ne sarà accorta, Jérôme è di una simpatia travolgente. Non ho mai riso così tanto come durante i nostri pranzetti del martedì...
-Quindi presumo che io sia quella del mercoledì...dimmi se sbaglio…
-Non è così cara, lascia che ti spieghi…
-E poi è così originale, con quel lavoro straordinario che in tanti gli invidiano...non c’è niente da fare, l’Arte è affascinante...l’Arte è il sale della vita…
-Arte? Ma non ti occupavi di progetti edilizi nell’azienda di tuo padre? Fammi capire…
-Le assicuro che lui è preparatissimo. Settimana scorsa siamo stati al Museo di arte contemporanea Quasi tutti i dipinti più importanti sono passati dalle sue mani….
-A me invece settimana scorsa ha detto che il nuovo ponte sul Reno è opera sua… Siamo evidentemente di fronte a un genio. Ma forse è semplicemente un mascalzone. Sì, un classico mascalzone seriale. Con questo, caro Jérôme, ti saluto e ti lascio con la tua amichetta. Asia... Ascìa... o come diavolo si chiama…
-Aisha! Mi chiamo Aisha. Ma perché sei così nervosa...cosa c’è che non va nella tua vita?
-Vanessa, per favore cerca di calmarti…
-Vanessa? E chi ti ha detto che mi chiamo Vanessa?
-Tuo marito…
-Gesù...ma voi due siete veramente torbidi...frequenti lei, conosci il marito...Ma che schifo!
-Torbido? Ma come ti permetti di insultare la gente tu? Ma ti sei vista? Con quelle sopracciglia dipinte come una kosovara...E poi non mi toccare Jérôme. Ha i suoi difettucci ma è una cara persona…
-Ma andate affan’culo tutti e due… [La donna si volta e si dirige verso l’uscita del locale].
-Ma che pesanti certe persone! Caro amico, come stai? Sei contento che sono tornata?
-Sì, certo. Anche se… Aisha...Vanessa…
-Ancora con questa Vanessa?
-Ho conosciuto tuo marito. Mi ha raccontato molte cose sul tuo conto…
-Mi immagino. Dino ama parlare con tutti.
-Come va con la musica?
-Sono super impegnata. Tra un mese esatto abbiamo un concerto importante in Germania, a Berlino.
-Repertorio?
-Mozart. Ogni tanto nella vita ci vuole leggerezza. Sono emozionatissima.
-Tuo marito mi ha detto che…
-Lasciami indovinare? Che è orgoglioso di me? Che carino! Dino in queste cose è insuperabile… Un vero tesoro…
-È molto preoccupato per te. Mi ha detto che…
-Gli ho preso la carta di credito, lo so...lo so. E mi sono tolta qualche sfizio. Da anni sognavo di possedere una Tesla tutta bianca. Anche gli interni bianco neve. Un sogno… Non sappiamo neanche quanti soldi abbiamo in banca, certo non ci mancano. Dino però, a differenza di me, è uno austero, un calvinista. Tutto lavoro e risparmi. Ci penso io a tenerlo giovane, lui non lo dice ma so che è contento…
-Sì, ma mi ha detto anche che…
-Che vorrebbe un altro figlio?
-Mi ha detto di Jaco…
-Dino mi dice che forse ora potremmo averne un altro...
-Mi dispiace, Vanessa…non lo sapevo…
-Ah! Ti sei tolto le scarpe! Ora me le tolgo anch’io…
-Signori per cortesia...potreste darvi una calmata? Soprattutto rimettervi le scarpe...questo è un ristorante non una scuola d’infanzia… [Cameriere sempre più indispettito].
-Ma è un buon segno! Qui si sta bene… Jérôme, dai beviamo qualcosa?
-Sì, ma...non vorrei…
-Dobbiamo celebrare l’arrivo della Tesla. Guarda che anche sulla mia auto...niente scarpe!! [E ride].
-Non dirmi che guidi scalza…
-Certo…
-Prosecco italiano?
-Prosecco italiano!
-Cameriere, ci porta una bottiglia di Valdobbiadene Millesimato...intanto diamo un’occhiata al menù...

-Buongiorno, sono l’ispettore Hess dell’Interpol, lei ha mai visto questo signore? [Mostrando una foto in bianco e nero formato cartolina].
-Sì, certo. È il dott. Latroux. È un nostro cliente affezionato. Pranza qui tutti i giorni e.…aspetti… mi faccia controllare...no, non lo vedo. Oggi stranamente non è venuto. Cosa posso fare per lei?
-Avrei bisogno di spendere qualche parola con il vostro cliente. Come ha detto che si chiama?
-Latroux. Jérôme Latroux. Una brava persona. Ah, guardi, vedo seduta laggiù una persona che pranza spesso con lui. La signora Ais…
-Grazie.

-Buongiorno signora, mi perdoni il disturbo. Sono Hess dell’Interpol. Stiamo cercando una persona. Lei ha mai visto questo uomo? [Ritirando fuori la foto dalla tasca della giacca].
-Jérôme! Oh, caro! Dov’è finito? Ci vedevamo sempre qui. Questo è sempre stato il nostro tavolo!
-Come ha detto che si chiama?
-Jérôme Latroux. Un gentiluomo. Un amico. Ditemi: è successo qualcosa? Non mi faccia preoccupare...
-Mi spiace informarla che il signor Jérôme Latroux in realtà si chiama Piero Randone ed è un pluriricercato per traffico illecito di armi e sostanze stupefacenti. Non proprio un angioletto.
-No, non può essere. Ci deve essere un errore. Jérôme è così una brava persona. Colto, affabile, elegante...
-Questo lo dicono in molti. La cosa gli ha evidentemente permesso di sfuggire alla giustizia in tutti questi anni. Guardi qua [E così dicendo mette sul tavolo due o tre passaporti di nazionalità diversa tutti con la stessa foto ma intestati a persone differenti].
-Mi rifiuto di pensare che il mio amico Jérôme sia implicato in cose di questo genere no…no…vi state proprio sbagliando.
-Come lei, moltissime altre persone in giro per il mondo. Abilissimo a mascherarsi per crearsi alibi e all’occorrenza trovare nuove occasioni per riciclare denaro sporco…
-Ma Jérôme si è sempre occupato di arte, non di sostanze stupefacenti...mi scusi. Guardi che lo conosco bene io...
-Posso vedere un suo documento signora…signora?
-Aisha, mi chiami Aisha.
-Aisha cosa, mi scusi? Mi faccia vedere un documento.
-Non ho con me la borsetta, mi spiace. Glieli mostro dopo pranzo. Devo andare a prenderli in macchina. Ho una macchina nuova sa? Una Tesla bianca… Ma ora ho fame e voglio pranzare.
-No, non ha capito. Lei ora alza il culo da quella sedia e viene con me in centrale… ma con chi crede di avere a che fare?
-Brutalone!
-E poi controlliamo anche la sua Tesla...magari oggi è la giornata delle sorprese… Si alzi. Non lo ripeterò una seconda volta.
-Non mi tocchi.
-Si metta le scarpe e mi segua. Guardi che sto perdendo la pazienza.
-Scusate signori, pranzate assieme, devo apparecchiare per due? [cameriere incuriosito].
-No, con lui non voglio pranzare…
-La signora ora viene con me e se si rifiuta, l’arresto.
-Ah! [Cameriere sempre più sorpreso...].
-Io non mi muovo. Aspetto che arrivi Jérôme. Lui metterà a posto tutto.
-L’ha chiamata? Sta venendo qua?
-Non glielo dirò mai.
-Ok. Mi spiace ma ora ho veramente esaurito la mia pazienza. La debbo arrestare…
-Uuuuuuuhh… che paura.
-Quindi cosa faccio...apparecchio o no? [Cameriere che non riesce a trattenere un sorriso dopo avere guardato in faccia i due].
-Signora, non mi costringa a usare le maniere forti, metta le mani sul tavolo…
-Sa cosa faccio io invece? Mi siedo e mi ritolgo le scarpe. E lei non faccia il cattivo, si rilassi. Con quella cicatrice che le pulsa sotto i capelli...non deve arrabbiarsi così...non le fa bene.
-Si vede molto? Credevo che il ciuffo la nascondesse.
-Forza su, non si abbatta.
-Si sieda. Beviamo qualcosa. Aspettiamo Jérôme, oggi è il nostro giorno, non tarderà. Qui hanno anche tantissime cose buone da mangiare, sa? Chissà, magari cambiando alimentazione scomparirebbero anche quelle brutte idee che si è fatto sul conto del mio amico…