Chissà se la Crisi, la spiegazione di tutti i mali del nostro squinternato Paese, si è portata via anche le vostre vacanze. O forse avete barattato venti giorni alle Maldive con una settimana in collina, ospite di una zia e state sognando il fresco delle Dolomiti mentre inzuppate le lenzuola di sudore, dolcemente cullati dalle zanzare. Spero che abbiate con voi almeno la musica, un computer per leggere questo articolo e un po’ di tempo libero. Personalmente cercherò di ritagliarmi qualche giorno di fuga, nonostante non ci siano zie ospitanti all’orizzonte. Come per ogni agosto che si rispetti, però, per sentirsi in pace con la coscienza servono i compiti per le vacanze. Io me li assegno da solo, e li propongo anche a quelli di voi che hanno voglia di non perdere contatto con la musica e vogliono farsi trovare preparati a settembre, quando anche le volatili vacanze di questo 2013 saranno dimenticate. Prometto che non vi interrogherò. Anzi, sono aperto ai vostri suggerimenti per presentarmi agli esami di riparazione autunnali: zomei@hotmail.com

Ascolti. Daughn Gibson, Me Moan, Sigur Ros, Kveikur. Earth Wind & Fire, Midlake. Il disco di Gibson, che poi nel mondo reale si chiama Josh Martin, mi è stato consigliato ormai da tempo, e l’ho ascoltato saltuariamente su Spotify. Mi sembra un bel lavoro, con molte influenze, un sostanzioso intruglio di moderno e tradizionale. A questo punto però ho bisogno di un paio di settimane di concentrazione per farmene un’idea definitiva. Con i Sigur Ros ho un rapporto difficile, e purtroppo ho dovuto dare forfait all’ultimo momento al concerto lucchese, che – sono sicuro – avrebbe aumentato la mia dimestichezza con le atmosfere da ghiaccio bollente della band islandese che – tenetevi pronti, lo sto per dire – su disco di solito tende ad annoiarmi e a farmi usare compulsivamente il telecomando del lettore. Forse è per questo che ho comprato il doppio vinile dell’ultimo lavoro, che peraltro appare meno esoterico e più rock rispetto alla produzione precedente. Un paio di passaggi sul giradischi non hanno fatto ancora breccia nel mio cuore, ma non demordo. Il salto in direzione degli Earth Wind & Fire è mortale, lo ammetto, ma cercate di capire: siamo pur sempre in agosto, e ogni tanto c’è la necessità di un po’ di sano svago, tenendo presente che nel soul funk della band (vista al Summer Festival a Lucca) c’è comunque una qualità musicale che non permette di confonderli con un prodottino disco di sesta categoria. Chiusa la parentesi di evasione, avrei una mezza idea di chiudere il mese riascoltando i cd dei Midlake, uno dei gruppi che ho preferito nell’ultimo decennio, e che dopo un silenzio lungo e indolente, sembrano pronti a consegnarci il seguito di The courage of others, che, nella sua tristezza, ho adorato.

Acquisti: Keaton Henson, Dear, Devendra Banhart, Smokey Rolls Down Thunder Canyon, Mala. Mesi fa ho comprato il vinile dell’ultima creatura di questo stralunato cantautore-pittore-scultore, Birthdays. La frequenza con cui la puntina ha solcato il vinile mi spinge a ripercorrere all’indietro la carriera, e l’unico passo antecedente è questo Dear. Dall’ascolto fugace sul web mi sembra simile al successore in quanto a umore e struttura (sostanzialmente voce e chitarra elettrica, grande quiete, con un uso sapiente dei silenzi). Devendra ha aperto il live di Neil Young, confermando l’ottima impressione che mi ero fatto su di lui, divertendomi e trovandoci una certa originalità del dosaggio degli ingredienti musicali. A questo punto merita di conquistare un posticino sui miei scaffali.

Concerti: Serravalle Jazz, sogno Green Man Festival. Il bel festival jazz nel mio paese, Serravalle Pistoiese, è un appuntamento imperdibile, di cui ho scritto anche un anno fa. Stavolta il cartellone in programma dal 25 al 27 agosto è dedicato alle donne, e dopo l’apertura con la Barga Big Band nobilitata dall’ospite Pietro Tonolo (grande sax già ascoltato un paio di anni fa) si preannuncia una parata dedicata all’universo femminile del jazz, con la presenza di alcune signore baciate dal talento in mezzo a un po’ di colleghi maschi (Mauro Grossi per dirne uno). Spicca il gran finale con Rita Marcotulli e la sua magia al piano. Qui il programma completo: http://www.fondazionecrpt.it/serravallejazz.html. Il Green Man è un festival straordinario che si tiene ogni anno in Galles, nel parco di Brecon Beacons. Casualmente sarò da quelle parti, forse proprio nei giorni dei concerti. Non sarà facile riuscire a intrufolarmi, perché i biglietti sono in vendita solo per l’intera manifestazione (e io sarò itinerante), ma potete scommettere che ci proverò.

Letture: Ermanno Labianca, Springsteen, Spare Parts, testi commentati, 1973-2012, Sylvie Simmons, I’m your man. Ho visto il libro sulle canzoni di Bruce, uscito nella pregevole collana Txt dell’editrice Arcana, sugli scaffali di un negozio di dischi. Credo che sarà, insieme alla biografia di Leonard Cohen che è già sul mio comodino con un segnalibro dentro, la lettura musicale di fine estate. Ripenserò al concerto sotto il diluvio di Firenze, un po’ più di un anno fa, e naturalmente accompagnerò lo studio dei testi con un bel po’ di ascolti del Boss.

Lavoretti: Organizzazione vinili. Mesi fa ho deciso di riappropriarmi di una porzione del mio modesto appartamento di 76 metri quadri, riordinando la collezione di compact disc. Ho vuotato una libreria, spostando alcuni tomi non proprio essenziali in cantina, e l’ho interamente dedicata ai miei amati dischi di plastica, che si erano infiltrati in ogni anfratto. Ho diviso per generi in modo grossolano (classica, jazz, rock) e all’interno ho adottato l’ordine alfabetico. Si potrebbe discutere sulla correttezza di questa archiviazione, ma vi assicuro che ero arrivato a un punto in cui, visto il numero di pezzi, se qualcuno mi chiedeva: “Ce l’hai i Gang of Four, che mi piacerebbe ascoltarli?” ero costretto a rispondere: “Piacerebbe anche a me, ma non ho idea di dove siano”. Dopo una giornata di follia (senza l’intervento risolutivo di mia moglie i cofanetti di Count Basie e Django Reinhardt sarebbero ancora sul divano, vittime del mio sconforto) non me la sentii di affrontare anche i Long Playing, che pure sono una quantità più limitata. Ora sono pronto, e potrei dedicarmi all’impresa, anche perché un amico vuol venire a trovarmi per sentire i Moffs, misconosciuta band australiana di fine anni Ottanta. Devo trovarli prima di fare una pessima figura.

Video: Neil Young & The Crazy Horse, Rust never sleeps. Tra i molti concerti di luglio, l’ultimo in ordine di tempo a cui sono andato è stato quello del mitico rocker canadese, che ci ha proposto una cavalcata elettrica piena di pezzi disseminati di accordi distorti e schitarrate interminabili, stregando la gran parte della piazza, che l’ha trovato in ottima forma, del tutto immune alla voglia di accontentare tutti con parate di greatest hits, e un po’ cocciuto nell’abbondare in quanto a lunghezza dei singoli brani. Tornando a casa, un amico mi ha suggerito di guardare questo dvd, che finora mi era sfuggito. Rimedierò in tempi rapidi. Del resto, se c’è qualcosa che ultimamente non manca a queste membra di ultraquarantenne sedentario, è un po’ di ruggine.