Micaela Cuccaro
Collabora con Meer da dicembre 2020
Micaela Cuccaro

Nata in Calabria, a Trebisacce (CS), il 26/12/1991, dopo la Maturità Classica, si è laureata in Lettere Classiche e in Scienze dell’Antichità presso l’Università degli Studi della Calabria. Vive a Cosenza e, attualmente, è docente di Italiano e Latino presso il Centro Studi Potestio di Castrovillari; insegna Discipline Umanistiche, Latino e Greco presso gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado.

Ha una forte passione per il mondo antico, per i libri di ogni genere e per l’arte: ama ricercare la bellezza in tutte le sue forme, perché ritiene che sia l’unica cosa capace di evidenziare e preservare la nostra umanità. Animata da un’innata curiositas, ama viaggiare, per conoscere nuove culture e diversi punti di vista: solo così si può coltivare davvero la sapienza e l’empatia verso gli altri; soprattutto, ama scrivere, per riversare su carta il suo mondo interiore e le conoscenze acquisite perché, come disse Camilleri: “Il sapere, chi ce l’ha, lo deve seminare come si semina il grano [...] non deve essere un’élite, il sapere deve essere l’uso quotidiano nostro. Il giorno in cui questo avverrà, saremo veramente uomini sulla Terra”.

Adora il teatro: dal 2014 partecipa alle attività del Laboratorio Teatrale Luci dello Ionio e di Magna Grecia, diretto da E. Cordasco, che mette in scena drammi greci nei siti archeologici della Sibaritide e nei borghi storici della Calabria.

Dopo aver seguito il corso di Storia economica e sociale del mondo antico tenuto da G. Squillace, Professore Associato di Storia Greca presso l’Università della Calabria, collabora con lui all’organizzazione di progetti, seminari ed eventi culturali sulla medicina, sulla profumeria e sulla botanica nel mondo antico.

Ha collaborato dal 2007 al 2009 con l’équipe di archeologi dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma e dell’Unical durante le campagne di scavo al sito archeologico di Broglio di Trebisacce (CS).

Tra le citazioni che preferisce ce n’è una, sempre attuale, tratta dal film di Wes Anderson Grand Budapest Hotel, riferita al protagonista filantropo della pellicola: “Resta ancora un tenue barlume di civiltà in questo barbaro mattatoio un tempo noto come umanità. Lui era un essere umano. Che altro resta da dire?”.

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