Armonia, autoguarigione, conoscenza del messaggio cristiano anche attraverso l’esplicazione del simbolismo esoterico della cabala e moltissimo altro. Il viaggio spirituale di Omraam Mikhaël Aïvanhov parte da lontano, da un paesino minuscolo della Bulgaria, Srpci, per approdare in Francia, paese in cui vivrà, proseguirà la sua formazione e terrà centinaia e centinaia di conferenze raccolte in numerosi testi, tradotti in 35 lingue, di incredibile profondità.

Aïvanhov può definirsi un filosofo di tradizione spiritualistica giudaico- cristiana e universalista. Il suo maestro fu un altro grande filosofo bulgaro, Peter Deunov, dal quale il giovanissimo Omraam apprenderà molte delle conoscenze che affinerà ulteriormente nei suoi studi e teorizzerà a sua volta. Nato nel 1900, Ivanov si spense a Frejus nel 1986. Convinto assertore della Fratellanza universale, il pedagogo bulgaro fondò una scuola per la formazione della coscienza universale. Tra i molti metodi consigliati per raggiungere la consapevolezza e una sorta di “illuminazione”, ci sono lo Surya Yoga e il Hrani yoga, conosciuto anche come yoga dell’alimentazione.

Un altro caposaldo della sua filosofia è l’importanza dell’esposizione alla luce solare come possibilità di immagazzinare energia spirituale che si diffonde nell’intero sistema cellulare prevenendo malattie del corpo e dell’anima, inclusa l’importanza di rafforzare il potere dell’acqua esponendola alla luce solare e cromatizzandola con il colore. Luce, colore, suono sono solo una parte dell’insegnamento iniziatico del filosofo.

Nato in una famiglia di condizioni molto modeste, il padre è un commerciante di carbone, la famiglia di AIivanhov dovrà lasciare presto la Bulgaria dopo il saccheggio e l’occupazione da parte dei Greci nel 1907 e trovare casa sulle rive del Mar Nero. All’età di nove anni il piccolo Mikhaël legge per la prima volta la Bibbia, rimane affascinato dal Libro dei Proverbi e ne viene profondamente toccato iniziando così un cammino spirituale che lo porterà, appena adolescente, ad incontrare colui che diventerà il suo maestro: Peter Deunov.

Aïvanhov si getta anima e copro nello studio e nella pratica degli insegnamenti esoterici di matrice cristiana per oltre vent’anni. Lascerà la Bulgaria per la Francia nel 1937, aiutato dal suo maestro, poiché il regime filonazista bulgaro avrebbero potuto impedire la diffusione della sua opera e dei suoi insegnamenti. In Francia il filosofo riuscirà a far conoscere i suoi studi e a organizzare conferenze e circoli in cui si potranno praticare le discipline spirituali parte delle sue sterminate conoscenze. Tiene conferenze a Parigi e, finalmente, nel 1946 dà alle stampe il suo primo saggio dal titolo Amore, saggezza, verità con la prefazione autorevole di Lanza del Vasto.

Dopo la morte del suo maestro, avvenuta nel 1944, e un periodo di naturale afflizione, Aïvanhov decide di intraprendere un lungo viaggio di studio che lo porta a visitare l’India, il Tibet e l’Himalaya, il Kashmir, Calcutta. Durante queste peregrinazioni tra monasteri ed esperienze mistiche, racconta di avere incontrato i grandi maestri spirituali, tra questi: Ananda Moyi Ma, swami Shivananda e nel 1959 il mitico Mahavatara Babaji nell’incarnazione di Neem Karoli Baba. Dopo queste esperienze che diventeranno parte delle sue conferenze e dei suoi scritti, al maestro bulgaro viene tributato l’appellativo di “sadu francese”.

Dal 1960 sarà nuova mente in Francia e continuerà la sua attività pedagogica e di diffusione delle sue teorie girando il mondo e tenendo oltre 4 mila conferenze che verranno raccolte in decine di opere scritte, che raccolgono il suo insegnamento attualmente disponibile in 32 volumi. A Bonfin presso Frejus fonderà una comunità per l’apprendimento dei suoi concetti spirituali e lì morirà nel Natale del 1986.

L’insegnamento di Aïvanhov trae fondamento sicuramente dalla cabala ebraica e dal messaggio cristiano, leggendo nelle parole del Cristo la simbologia nascosta che a un lettore profano, non appare immediatamente. Il filosofo spiritualista fornisce, così, gli strumenti necessari per comprendere lo scopo della vita umana e il modo per vivere nello spirito in armonia col cosmo e quindi con il proprio corpo fisico. Il maestro bulgaro inserisce nel suo insegnamento anche il concetto di Alto Ideale, senza il quale la vita diventa un percorso vuoto destinato alla sofferenza e alla malattia del corpo e dell’anima. Si rifà anche a concetti cosmologici collegati all’astrologia, al tema dei colori e dei suoni che si legano indissolubilmente all’energia del sole capace, secondo il filosofo, di curare qualsiasi anomalia ed essere la fonte primaria della salute dell’uomo in tutti i suoi corpi di luce.

Al centro della sua speculazione c’è il tema della fratellanza universale che si conquista attraverso la reale conoscenza del concetto di pace. Una pace che si raggiunge esclusivamente attraverso un baricentro spirituale attivo e costante. La meditazione, l’alimentazione consapevole, lo sguardo verso la totalità dell’essere umano connesso con tutte le sue dimensioni è il viatico indicato dal maestro bulgaro. Del resto, parafrasando il messaggio evangelico: la possibilità di portare il Regno dei Cieli sulla terra cosa che, secondo Aïvanhov, è possibile, ipotesi che in questo particolare frangente storico, sarebbe quanto mai auspicabile.