Avvertenze prima della lettura.
L’articolo qui di seguito è stato, pensato e scritto, con il puro e semplice bisogno naturale di comprendere le dinamiche politiche e sociali che vanno al di là della mia umile comprensione da immaginario scribacchino. L’approccio è puramente deduttivo, seppur utilizzando le trame di una semplice simmetria di eventi e dinamiche comuni, condensando il tutto solo per un mero fine scientifico: apprendere con limitata lungimiranza l’evoluzione involutiva del prossimo scenario socio politico nazionale. Scenario, credo e spero, caro a tutti noi.
In tal senso, al fine di iniziare questa breve indagine, non resta che comportarci da empirici superficiali del settore e porci le domande utili al nostro personalissimo itinerario d'indagine:
Quando e come si può capire, come un governo in carica non troppo velatamente, spinga per una politica dai dogmi naziononalisti dal pensiero totalitario, e dalla morale sempre meno democratica?
È giusto paragonare le leggi e i comportamenti sociali in vigore agli usi e costumi preoccupanti di un ventennio storico indicibile?
Per farla breve, perché mi sembra di avere la scopa di Harry Potter (si sono un pidocchiosissimo mediocre che non ha contribuito ad accrescere l'eredità della Rowling) troppo aderente alle chiappe, senza il benché minimo potere ascensionale e con la sensazione di non poter dire che sta aleggiando lo spettro anti babbano di Tu–Sai-Chi???
Un'analisi, seppur non troppo approfondita, ahimè, tra analogie del passato e la situazione attuale, non può limitarsi a un semplice esercizio di comparazione e suggestione. Non possiamo non notare che, pur nelle distorsioni estreme del parallelismo, le impronte lasciate in quel periodo nostrano non sono ceneri spente, ma braci pronte a risorgere nel linguaggio e nelle scelte politiche di oggi; seppur prospettandoci un futuro alquanto ridondante.
Esagerando, semplicemente perché ho una certa sensazione nostrana ad ammettere la verità dei fatti, ad oggi sembra ancora impossibile l’adozione di misure che un tempo sopprimeva ogni forma di libertà. Queste abrogate da un sistema che si dissimulava con il pretesto della sicurezza nazionale e dell’unità sociale (guarda un po’) minando la democrazia del pensiero diverso. Anche all’epoca dei fatti il potere si consolidava nelle mani di pochi, (secondo antiche tradizioni di Uè Cugì), rafforzata da un circolo vizioso di intimidazioni e punizioni per chiunque fosse sospettato di essere "fuori dalla famiglia nazionale".
Oggi, nel riflesso dell’acqua stagnante in quel fiume di attualità, pur in un contesto storicamente diverso, alcuni provvedimenti e atteggiamenti somigliano, molto di più di quanto potranno ammettere, ai mangiamorte di Tu–Sai-Chi, del ventennio che sappiamo. Dove tutti, nuovi e vecchi adepti, vorrebbero ripercorrere questa stessa logica di concentrazione di potere e controllo.
A questo punto, come direbbe la voce narrante di Siamo fatti così...Andiamo a vedere cosa combinano quei birbanti dei nostri amici virus.
Prendiamo l’elemento che ha come priorità, la priorità dell’interesse generale senza condizionamenti e vincoli d' appartenenza. Il meccanismo funzionale, senza il quale, ogni discussione potrebbe essere un'avventura nel multiverso di una società mista fantascientifica composta da Jedi, Harkonnen e Volto nascosto.
La gestione della stampa e della libertà di espressione. Le leggi issime, che potremmo chiamare nella nostra neolingua inventate quest’ oggi le leggi *Voldemortissime (la volontà di non chiamare con il proprio nome rispecchia la logica vigliacca figlia della penna dell’articolista) avevano come sappiamo l’obiettivo principale del controllo della stampa (grazie a minuscoli dettagli come violenza e paura). Un aspetto che emerge, e ditemi di no, dall'approccio poco eclettico della diciannovesima classe dirigente, è quello di rivolgere spesso a giornalisti e media indipendenti l’accusa di alimentare divisioni sociali e politiche che minano il pluralismo dell'informazione.
Un episodio tra i più famosi, tanto per tracciare un pensiero guida, che è a dir poco imbarazzante, è quello legato al quotidiano La Repubblica, accusato di fomentare disordine sociale per aver riportato inchieste sulle "navi quarantena". Si ricorda che l'inchiesta era nata con il solo scopo umanitario di evidenziare con Il report di Asg le criticità di quell’esperimento abominevole, che metteva in luce le violazioni dei diritti dell’uomo.
Un secondo esempio da non poter non menzionare è sicuramente l’inchiesta di Fanpage sui Saluti romani. Gli inni inneggianti al vecchio Voldemort tra le file di Nazionale juventus, il movimento giovanile di brothers d’Italia, dove nulla è accaduto dopo le verità e le ovvietà emerse dal valoroso dossieraggio. Sensazioni sensoriali mnemoniche riportano alla mente tempi in cui la stampa era messa a tacere con accuse infondate e minacce.
Un secondo simbolismo preoccupante è sicuramente il rapporto tra manifestazioni di protesta e gli organi parastatali. Durante le manifestazioni, centinaia di giovani sono scesi in strada per protestare contro la riforma pensionistica, l’alto costo della vita e la gestione dei fondi universitari. Hanno manifestato anche contro la limitazione delle intercettazioni imposta dalla legge Nordio, che riduce le garanzie di una giustizia equa, e contro l’assoggettamento alla NATO e alle sue leggi guerrafondaie, oggi più che mai evidenti.
Proteste si sono levate anche a sostegno del popolo palestinese, sterminato in pochi mesi, mentre assistevamo al suo quotidiano massacro, armando la mano che lo ha annientato. Manifestazione, di sostegno sociale, sono poi successe per tutelare la memoria di un ragazzo brutalmente scaraventato in aria da forze dell’ordine che, sfregava le mani, pregustando l’imminente omicidio.
Di questo dissenso riversato a fiotti in piazza e nelle vie, il governo ne ostruisce il passaggio, impedendo la proliferazione delle proteste che rimbalzano contro la diga garantista innalzata a garantire un premio sociale per l’uso del manganello e lo scudo come immunità del dissenso, chi il dissenso lo subisce già armato e protetto, ma non lo combatte. Gli stessi militari che con l’uso della violenza patriarcale impiegano l'aggressività pompata da uno stato garantista, per mostrare i muscoli ai più deboli. Il tutto solo per giustificare l’uso della forza a scopo di mantenere “l’ordine pubblico”.
Comportamenti che richiamano le pratiche di Tu–Sai-Chi, pratiche di soppressione delle libertà e di proteste, dove il dissenso sociale che veniva sistematicamente etichettato come nemicità dello Stato. In un contesto normal - democratico, l’opposizione e la manifestazione pacifica sono segni di vitalità, non minacce da reprimere. Soprattutto in una società dove è comune cincischiare di perdita di lavori, di giovani superficiali e privi di vita, come si fa a restare ciechi, sordi e muti davanti all'assoluta contestazione manifestata?!
Come si fa a non ascoltare l’urlo di una generazione che grida di non appartenere alla sua stessa generazione?!
Come si fa a girare la faccia davanti al coraggio di chi prende le distanze dalla stessa società distorta che ha cresciuto due fratelli diversi? Come si fa a non tendere la mano a chi ancora trova il tempo e la forza di opporsi a chi non rappresenta l’umanità assiduamente conquistata???
Come ultimo, ma non ultimo parallelismo che ho a cuore, è quello che di gran lunga preferisco e ricordo dall’età della comunione. Il fantastico modus operandi tramandato da generazioni e scritto forse perfino nel codice genetico italiano originale. L’evergreen, il sempreverde. L’atteggiamento che si rinnova sempre e non muore mai. Il concetto magico che risolve i problemi di lavoro e di vita più di hakuna matata o di supercalifragilistichespiralidoso.
L'immortale, il mai meritocratico o il meritocraticamente familiare: favoritismo. La prassi attesta l'attitudine che sembra premiare e permeare gli amici e le azioni del governo.
Le indagini, le cariche affidate a parenti e conoscenti, le pratiche fondate dai favoritismi sanitari fino alle prestazioni di società balneari private, sollevano dubbi su come le risorse pubbliche vengano utilizzate per rafforzare il potere politico attraverso rapporti a dir poco clientelari. Questo tipo di gestione, che attinge alla tradizione del nepotismo e della corruzione dei regimi autoritari, mina la credibilità delle istituzioni e alimenta un senso di sfiducia tra i cittadini impegnati a non comprare al black Friday.
L'Italia resta, per ora, una Repubblica democratica. Non più fondata sul lavoro, forse, ma ancora (si spera) ancorata ai principi di libertà e stato di diritto.
Eppure la democrazia non è mai una garanzia eterna. È fragile, si sgretola sotto i colpi dell’indifferenza. Richiede vigilanza, impegno, coraggio. Serve qualcuno che sappia riconoscere i segnali, che sappia leggere il passato nel presente.
E allora, cari giovani, non più giovani, vecchi e vecchissimi, questa responsabilità è nostra. Non accettate che il passato torni ad ammantarsi di futuro.
Perché, alla fine, Tu–Sai-Chi non è mai sparito. Ha solo cambiato volto. Attende che nessuno faccia caso al suo ritorno. Quindi stai in campana perché la pietra della risurrezione, la spada di Grifondoro che compare contro i cattivi e una mazza di scopa che vola via, con tutto il bene per l’IA, ma non sono stati ancora inventati. Quindi…Mazzi nostri!