Oggi voglio raccontarvi questa storia.

La storia di tre caratteristiche che ci servono per poter affrontare la vita tutti i giorni, tre caratteristiche, che in circostanze differenti escono a tutti, durante le battaglie quotidiane che dobbiamo affrontare.

Questo dipinto, emana una sensazione di contrasto, come a non sapere esattamente in che direzione si sta andando. Molto spesso si pensa all’arte, soprattutto quella classica, come a qualcosa di molto lontano da noi, da oggi, e invece il più delle volte riesce a comprenderci ed esprimere qualcosa che da soli avremmo impiegato molto più tempo a capire e di conseguenza a esplicitare agli altri.

Questo quadro, a parer mio, ha un impatto e una forza disarmante, espresso dalla sua unicità, che ci fa immaginare queste tre donne di fronte a noi, come se stessimo percependo esattamente quello che ci vogliono trasmettere. Come se fossimo lì con loro e stessimo vivendo le stesse sensazioni, che loro stesse rappresentano.

Prima di descrivervi e raccontarvi la loro storia, voglio parlarvi molto brevemente, del meraviglioso pittore che le ha raffigurate: James Sant.

Pittore di origine britannica, vissuto principalmente nel Regno Unito, dal 1820 al 1916. Ha dipinto questo quadro nel 1850 e successivamente fu eletto membro della Royal Acadmy of Arts nel 1870 e primo pittore di corte della regina Vittoria dal 1871 al 1901. Non essendo stato sostituito, al suo ritiro avvenuto nel 1914, all’età di 94 anni, risulta essere l’ultimo ad aver ricoperto questa carica.

Nel dipinto troviamo tre donne che si stanno nascondendo da una battaglia dietro a delle rocce. La prima è sicura, convinta, mette la paura dietro di sé, spingendola indietro con la mano. Ha lo sguardo dritto verso l’azione, guarda intensamente la battaglia, cercando di valutare la situazione e capendo come agire. Lei rappresenta il “coraggio”.

Se invece ci soffermiamo a carpire i dettagli della sua immagine, troveremo un coltello stretto nella sua mano, posizionato davanti a tutto, come per protezione, sua e delle altre due ragazze, a cui lei si è messa davanti per riuscire a proteggerle. Mentre al collo, indossa una collana di conchiglie, che simboleggiano la salvezza.

Lei vuole incarnare oltre che al coraggio, la speranza, la possibilità di poter cambiare le cose, la capacità di cambiare la situazione in cui ci si trova, cercando in tutti modi di uscirne per andare in una nuova direzione.

In più essendo posizionata di fronte, davanti alle altre, fa emergere il ruolo di protezione che la rispecchia, perché non sempre il coraggio è solo un istinto di sopravvivenza, a volte si è coraggiosi per difendere qualcun’altra o qualcos’altro.

Con la mano, anzi con tutto il braccio, quasi con una sorta di spinta forzata, spinge e tiene lontana la seconda donna, che incarna la “disperazione”. Ha gli occhi chiusi e la sua faccia rivolta dall’altro lato rispetto alla battaglia, non vuole vedere cosa sta succedendo. É addolorata, triste, non ha idea di cosa fare. Sta pensando allo scenario peggiore, dando per scontato che sia l’unico possibile.

Molto spesso, anche noi incappiamo proprio in questa visione, vediamo tutto nero, come se fosse l’unica cosa che potrebbe succede, come non si potesse avere altre visioni della vita o della situazione in quell’esatto momento. E invece come ci suggerisce questo quadro ne abbiamo al meno altre due a nostro favore.

E per finire, l’ultima donna, posta tra le altre due, si stringe la mano al collo, per non far emergere tutta la sua preoccupazione, come se stesse per urlare, ma si trattiene. Il suo sguardo, impaurito e angosciato, osserva attentamente tutto quello che succede oltre la roccia. È posizionata in penombra, con colori più scuri e cupi rispetto alle due precedenti ed è quasi nascosta, come se non si volesse far vedere: lei è “ansia”.

Credo che siamo riusciti a conoscerla tutti, ansia, o perché l’abbiamo vissuta al meno una volta nella vita o perché l’abbiamo vista con la rappresentazione magistrale data dal cartone animato Inside Out della Disney. È un piccolo tesserino che si insinua nelle nostre menti, che sta in penombra, all’invio è solo preoccupazione ma che quando esce, prende il sopravvento e divampa, dilagando per tutta la nostra mente e impossessandosi di ogni suo angolino.

Ma quindi, questo dipinto, cosa vuole trasmetterci?

La battaglia che viene rappresentata nel dipinto non è una battaglia reale, durante una guerra, ma è la battaglia che ogni persona si può trovare a dover affrontare per poter arrivare dove vuole, per poter raggiungere i propri obbiettivi.

Molto spesso guardiamo una persona e pensiamo quanto sia coraggiosa, quanto vorremmo la sua attitude, nell’affrontare le situazioni che ci si presentano davanti. Ma tutti, dentro di noi, abbiamo una o più battaglie da dover combattere. Dobbiamo prendere coscienza di chi siamo e di che emozioni proviamo. Perché dentro ogni persona si nascondono emozioni che gli altri non possono nemmeno immaginare. Non sempre, non tutti, riescono a far vincere il coraggio. A volte, pendono il sopravvento l’ansia, la disperazione o la paura.

Cosa significa?

Niente, semplicemente che siamo tutti diversi, che la stessa persona in situazioni diverse può fare emergere emozioni o lati di sé stessa differenti e che in ogni caso, tutte quelle emozioni, anche quelle che ci spaventano di più, le più negative, servono. Servono, perché se non fossimo mai tristi non sapremmo cosa vuol dire essere felici. Servono perché se ci fosse sempre il sole, alla fine non lo apprezzeremo e soprattutto, servono perché ci fanno imparare cose su di noi e sugli altri che altrimenti non saremmo mai in grado di scoprire e di comprendere.

Ecco a parer mio, l’arte serve proprio a questo, a spiegare cose, che molto spesso sarebbero inspiegabili, a mandare messaggi in maniera forte e diretta che con altri mezzi impiegheremo molto più tempo a far passare e soprattutto a dare la nostra visione a tutti gli altri e magari far vedere la stessa cosa da un altro punto di vista.

Questo quadro, dopo una prima visione, sembra rappresentare solo tre donne che si nascondono durante una battaglia, ma avendo uno sguardo più profondo e dettagliato ci rendiamo conto di quanto la rappresentazione di una battaglia interiore sia molto più frastagliata e tormentata rispetto a quella vista a primo impatto.

Quindi, mi sento di poter concludere augurandovi di mostrare il coraggio, la disperazione e l’ansia, che portate dentro a ogni battaglia che affrontate.