Nido

Siamo nella sfera del “non voto”, non m'interessa, non mi sta a cuore. Se vediamo la decrescita della partecipazione al voto dal '48 ad oggi si potrebbe parlare di “basso impero”, decadenza. descrive una sorta di “individualismo ipermoderno” che nega ogni forma di debito simbolico verso tutti coloro che si sono sacrificati o sono morti per permetterci di vivere in una democrazia liberale. Questo individualismo dà valore solo al proprio io e ai suoi interessi egoistici che è tipico del bimbo di pochi anni che succhia il latte dal seno della madre e non condivide. La frase "chissenefrega" di fascista memoria è spesso accompagnata da una risata grassa che imbarazza non poco. A livello psicoanalitico siamo ancor prima della fase anale.

Non c'è alcun livello di conoscenza minima. Solo soap e programmi scadenti.

Materna

E' il primo livello dove si scopre l'altro. E l'altro, in quanto altro da me stesso, non può che essere nemico. Meridionale, nero, arabo, mulatto è pur sempre una questione prima di pelle, poi di lingua, religione, usi e costumi. Un'infinità di occasioni per lo scontro anziché l'incontro. E qui si struttura un “non pensiero” prepolitico che, ahinoi, sempre più spesso si trasforma in offerta politica. La frase “chi è quello là” è spesso accompagnata da una plateale quanto maleducata indicazione. Si ragiona con la pancia e il risultato è da voltastomaco e coincide con la fase anale. Il voto è sempre un voto di rabbia. Il livello di approfondimento politico si ferma ai video di Crozza che irride ma dove non si ride. La carta scritta rimane in edicola. Un po' di social per il gossip ma nulla più.

Elementare

Si apprende a leggere ed a scrivere. L'incomprensione di un testo anche semplice è totale. Un italiano su due, infatti, è un “lettore debole” e legge al massimo un paio di libri anno. Bastano pochi euro che arrivino da qualche ambasciata per demolire con i trolls il politico di turno che i lettori deboli si comportano a mò di branco ripetendo a pappagallo fake news di “non senso”. Ad ogni proposta politica la frase è: “cosa vogliono questi qua?” Che, a ben guardare, è un gradino sopra al “chi sono questi qua”.

Mosca tentò in tutti i modi di screditare Sanna Marin ma trovò nel popolo finlandese un “lettore forte” con uno spirito critico che fece quadrato attorno alla sua premier mentre in Italia si alzavano voci moralistiche contro il comportamento della premier finlandese dove “.. la gente dà buoni consigli, se non può più dare il cattivo esempio”.

Il livello elementare è facilmente riconoscibile nel parente durante le festività. E' colui che spiega come vanno le cose occupando la maggior parte del tempo. Tutti annuiscono con la speranza, vana, che la smetta. Il livello di approfondimento politico si innalza ai video del “Terzo Segreto di Satira” o poco più.

Medie

Oltre a leggere e a scrivere sa anche far di conto. L'elettore “medio” è relativamente indifferente alle cose che riguardano i più. E' ingabbiato ancora dentro l'io e, quindi, fermo al “prima io”. Sparla naturalmente di tutta la politica e di tutti i politici facendo un minestrone nazional popolare senza alcun discernimento tra ministro, parlamentare, sindaco, assessore, consigliere comunale o circoscrizionale. Il suo far di conto coincide con il suo tornaconto e sceglie in base a quest'ultimo. Si sveglia dal torpore solo in prossimità delle elezioni alle quali però inizia saltuariamente a partecipare. La frase è “se io ti voto, tu che mi dai?” Siamo agli albori dell'antipolitica e il massimo dell'approfondimento sono le locandine esposte fuori dal giornalaio. Se cade l'occhio su una prima pagina non si va oltre l'occhiello.

Superiori

Nel primo biennio l'adolescenza la fa da padrona. Aderiscono a tutti i “partiti del NO” a prescindere. Non si riesce ancora a collegare le uscite con le entrate di un bilancio condominiale e si ha la pretesa di governare i processi nazionali. Però emergono, anche se ancora in stato confusionale, le grandi questioni come la Pace, l'Ambiente, i Diritti fondamentali. Purtroppo non ancora i doveri. Il compromesso è sempre inciucio e, come grado di approfondimento, si va poco oltre i meme sui social, il binomio simpatico-antipatico e il tifo da stadio. La frase è “senza se e senza ma”...quando la politica è una tempesta continua di “se e ma”. Impensabile sedersi e mettere a confronto le diverse tesi e antitesi con chi siede sulla curva nord.

Nel secondo triennio abbiamo l'età per votare e discernere i nostri rappresentanti anche per il Senato. E' la fase che porta alla maturità e si inizia a seguire qualche talk show in TV pensando che ancora vi sia spazio obiettivo. Un po' di spirito critico lo si forma frequentato il deserto dei consigli comunali che sono sempre aperti al pubblico. Se, per errore, ci si sintonizza su radio Radicale si cerca di capire per pochi minuti chi parla e cosa dice. Si legge la prima parte - incipit - di un editoriale e gli occhielli di politica estera. Inizia la comprensione del “dipende anche da me” che, nei comitati elettorali, va oltre il selfie con il candidato. La frase è “muoviamoci, facciamo qualcosa” che è un altro modo di parafrasare don Milani “sortirne assieme è la politica”. La dimensione gruppale è ancora prevalente.

Maturità

La si raggiunge solo con l'iscrizione ad un partito politico e, quindi, circoli, direzioni, confronti e scontri. C'è voluto un ventennio per arrivare alla tessera. D'altronde il ventennio, non a caso, ha soppresso i partiti politici e relative tessere. Si abita la contraddizione, la disparità generazionale e di genere, l'abisso tra l'idea e la sua realizzazione. Ma piano piano si comprende che sta qui il Tina – there is no alternative (anche se fu coniato proliberismo dalla Tatcher). Iniziano i primi confronti e si comprende il divario tra noi neo abitanti della politica e chi la abita da decenni che, sino a ieri, erano dall'altra parte della barricata. Per colmare il divario facciamo ricorso tardivo a libri, dossier, ricerche e approfondimenti affinchè la nostra proposta politica abbia un senso. Una fatica immane mentre fuori il deserto dell'antipolitica ti continua a classifica tra i magna magna. In realtà è l'esatto contrario e stai finalmente capendo che, per far politica, servono 3t – tempo, testa e tasca. Tutt'altro dal furore di chi vuole smantellare i luoghi dello stare assieme. Con la maturità si comprende che il terzo e quarto potere – magistratura e media – sono condizionati parimenti i primi due e cade ogni infatuazione adolescenziale. Si è sempre dentro al conflitto e si comprende che non esistono posti vacanti in politica. Come approfondimento tv, radio e giornali diversi.

Università

Si concepisce e si abita il partito non solo come un comitato elettorale ma un laboratorio di idee. La fatica, con il taglio del contributo pubblico ai partiti... non è da poco, ma si condivide le migliori idee per affrontare sia l'oggi e soprattutto il domani. Ci si confronta sia dentro il partito con un'infinità di riunioni che fuori con i partner di coalizione e partiti contigui al fine di definire un programma comune. Si promuovono le persone migliori e non solo coloro che più piacciono. S'inizia a riconoscere l'avversario e conoscere le sue idee e non lo si confonde con un nemico.

Come approfondimento oltre a tv, radio e giornali con punti di vista diversi iniziano le prime riviste specializzate come la Rivista Italiana di Politiche Pubbliche o Limes in Geopolitica. Ci si iscrive ai social competenti e ci si disiscrive, per igiene mentale, da quelli incompetenti.

Specialistica

Si è ad un tale livello di preparazione e conoscenza che la tua presenza viene sempre più richiesta in incontri pubblici. Su determinati argomenti puoi essere lo spin doctor di politici eletti. Ma non servirà a nulla se non inizi a ri-frequentare bar, bocciofile, sagre paesane per cercare d'interfacciarti con chi è suo malgrado ingabbiato nella non cultura fatta di tv spazzatura e gossip. Colui che ha avuto la fortuna di maturare su un'infinità di libri uno spirito critico devono uscire dal limbo delle Università, dalle sedi dei partiti per incontrare i laureati su facebook che già sanno tutto, parlano per slogan e spiegano senza mai ascoltare. Senza questa fatica non sarà facile frenare il decadimento verso il basso.