Se ad oggi, nel vano tentativo di distinguere l’informazione dalla fantascienza, motivati a credere che l'istintività della certezza sia meglio della riflessione del dubbio, e che la conquista della democrazia sia una fatica che non appartiene ai valori del futuro, ho deciso di portarmi avanti con il lavoro e scrivere per il prossimo regime: confuso anacronistico e surreale (scusate l'inappropriato tempismo, ma nella vita non si può mai sapere).

Cari Fratelli dell’ordine e Sorelle dell’autarchia, popolo disciplinato della Patria Unica e Non Contrattabile, benvenuti al nostro appuntamento con “Le notizie che non volevamo sapere, ma dobbiamo sapere lo stesso”.

Il Regime, con la sua lungimiranza e incrollabile fermezza, osserva gli eventi internazionali con la chiarezza di un’aquila imperiale che scruta tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi, in tutto il mondo che ci insegue: nanana nananà.

Si parla, con la dovuta cautela strategica che contraddistingue i grandi condottieri, di un sostegno concreto, di un aiuto materiale che giungerà a quei popoli che, come noi, anelano la giustizia e la civiltà nazionale! Certo, qualche sparuto elemento disfattista c’è ancora, qualche anima torbida nutrita di dubbi e incertezze degne dei peggiori bar di Caracas e tenta ancora di offuscare questo slancio di generosità. Ma restano tali calunnie l’espressione più confusa di isolati influencer comunisti!

Ma la notizia che non sapevamo come accogliere è finalmente giunta: I leader europei e transoceanici hanno finalmente dichiarato di essere decisi, ma non troppo, al finanziamento di un esercito europeo e all’invio e utilizzo diretto di armi e mezzi in aiuto all’Ucraina e Israele. Insomma, un deciso grazie va soprattutto alla diplomazia dei carri armati e delle argute chat di gruppo dell'intelligence americano, che fingendo di avere condiviso per sbaglio notizie con utenti civili, ha scosso la situazione geopolitica generale. Ma attenzione, gli spy agent hanno deciso, per non incorrere in banali errori umanoidi, di farsi aiutare, questa volta, dall'intelligenza artificiale, che – secondo il parere della stessa IA – saprà distinguere un trattore da un tank e un terrorista da un turista tedesco in infradito. Quindi prepariamoci a una guerra più precisa, più silenziosa e ovviamente, più sostenibile. Perché, ricordate, anche oggi un missile deve essere eco-friendly.

I dubbi, mescolati alle incertezze, riversano un Black Russian alquanto amaro per il paese omonimo e la sua popolazione che, mai astemia a memoria d’uomo (e nemmeno di orso, probabilmente), non vuole saltare il giro, nemmeno a questo giro di guerra. Speriamo solo di non ritrovarci seduti al tavolo dell’happy hour nucleare.

Spiando e volgendo lo sguardo verso le mire asiatiche, invece, non possiamo che augurare un in bocca al lupo al popolo prescelto, che per questa pasqua oltre alle tradizionali candeline e challah: i figli di Abramo hanno deciso di onorare Jwv Hw accendendo razzi e servendosi di droni a temperatura ambiente, ma rigorosamente kosher, sugli infedeli diversi.

Questo è senz’altro uno shabbat diversamente frenetico, utile a scacciare gli invasori di una terra da sempre autoctona a memoria d’uomo e forse anche di gatto, notoriamente territoriali. Un sussulto patriottico per respingere quegli invasori nativi, che osano profanare una terra sacra, una terra che pulsa di storia fin dai tempi in cui i nostri antenati Romani dominavano il mondo uccidendo chiunque avessero a tiro.

La linea di condotta della Chiesa, in questo tempo invece, fresca di nomina di Re Leone XIV, e la Disney che ora punta ai sequel di Mufasa per superare il primato papale, osservano con ottimismo miope il conflitto allargarsi, come una macchia di vino sulla tovaglia dell’altare della messa di domenica; confidando in questo slancio di generosità bellica europea per il cessate il fuoco e pregando che le bombe si trasformino in gas soporifero. Con il motto sempre attuale, “Per fare la pace, occorre fare la guerra”, le nuove alleanze pax-anti-pax, i cardinali e i ministri tutti hanno inviato aiuti umanitari, utili a sostenere chi ci sostiene.

Tra i beni con maggiore capacità gusto-nutrizionali segnaliamo: robusti panini farciti con la sostanza della nostra terra, pizze che sprigionano l’energia del popolo, e poi… tzatziki e kebab? Bah, stranezze esotiche che dimostrano la nostra apertura mentale, purché non si dimentichi la centralità del sacro suolo patrio! Le armi destinate al fronte israeliano, scelte con la meticolosità, con la cura di un sommelier che seleziona un vino degli anni novanta della folgore, gli anni di rinascita, gli anni di Berlusconi e di promesse; sono l’Hello Tank e l’Abrams “Simpson”, simboli di potenza che giungono a rafforzare i ranghi dei camerati Zelenskij e Netanyahu.

Continuando a marciare con passo ‘squadrettato’ in oriente non possiamo non spendere qualche lettera per l’India e Pakistan, le due nazioni armate fino ai baffi, che si stanno contendono, dopo settant'anni di pace, nuovamente fiumi, dighe e persino pozze d’acqua piovana come fossero petrolio liquido (che poi, tecnicamente, lo sono). Il tutto in nome della sopravvivenza religiosa, e ovviamente della pacifica minaccia nucleare. E dove sarebbe Gandhi in tutto questo? Probabilmente in un tempio a piangere tra un digiuno e una smorfia di delusione.

Lui che diceva “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, oggi vedrebbe solo il cambiamento climatico del mondo e la corsa agli armamenti idraulici-nucleari. Intanto, da parte loro, i leader dei due Paesi si parlano solo tramite dichiarazioni passive-aggressive e lanci di testate verbali e challange.

Il primo ministro indiano, dopo aver meditato in silenzio per sei ore in una grotta climatizzata, ha dichiarato: “L’acqua è sacra. Ma se provate a toccarla, vi asciughiamo il paese con un colpo di spugna super assorbente.” Il premier pakistano ha risposto con un flash mob su TikTok: Idrici e incazzati.

Nel frattempo, l’ONU ha invitato alla calma la solita risoluzione lunga 272 pagine che nessuno leggerà, neanche i delegati dei delegati. Ma ad oggi, la notizia che desta ancora più preoccupazione delle bollette della luce sono le dichiarazioni fornite dall’ambasciatore russo Lavrov, in Germania, che ha affermato: la decisione europea è “altamente pericolosa” e “porta il conflitto a un nuovo livello”.

Queste dure affermazioni, prontamente rilasciate dall’ambasciatore, spaventano non poco l’intero globo, fatta eccezione però dei gamer. Il mondo videoludico nutre in segreto, tra una Warzone e una strategia a turni, la speranza che la nuova patch rilasciata da Lavrov contenga almeno un livello bonus o un aggiornamento adeguato che garantisca un pacchetto di armi free (magari con skin esclusive) da poter utilizzare per sconfiggere il boss finale.

Ma cari militanti videogiocatori la realtà è ben altra cosa! La realtà è sacrificio, disciplina e Fede nel Destino della Nazione!

Del resto, però, se il mondo deve esplodere, almeno che sia a 60 FPS, 4K e ray tracing.