Il mondo è retto dai “vecchi”. Un film con Javier Bardem protagonista riportava il titolo “Questo non è un paese per vecchi”. Il mondo in cui viviamo, invece, sembra essere l’esatto opposto. I leader delle maggiori potenze mondiali sono, perlopiù, over 70.

A partire dagli USA che hanno eletto (anzi, rieletto) un presidente che oggi ha 79 anni e che, alle scorse elezioni, avevano eletto un leader (Joe Biden) che ne aveva 78 nel momento della tornata elettorale. In Iran la Guida Suprema Ali Khamenei governa dall’alto dei suoi 86 anni, in Cina e in Russia i presidenti Xi Jinping e Putin, al comando da decenni, hanno 72 anni.

Ancora, in Israele il contestato Netanyahu è Presidente ed ha 75 anni, mentre il suo “nemico” in Palestina, Mahmud Abbas, invece, ne ha 89. Girando il mappamondo, la situazione non cambia. Alassane Ouattara ha 83 anni ed è il Presidente della Costa d’Avorio, Teodoro Mbasogo guida la Guinea con i suoi 83 anni d’età, Abdul Latif è Presidente dell’Iraq e di anni ne ha 81, così come Yoweri Museveni che governa l’Uganda.

In Brasile, invece, Lula è stato rieletto dopo un’aspra battaglia con Bolsonaro ed ora ha 79 anni, Hassanl Bolkiah governa il Brunei ed ha 79 anni, Narendra Modi si appresta a guidare ancora l’india ed ha 74 anni, Shehbaz Sharif è alla guida del Pakistan ed ha 73 anni, Bola Tinbu invece è capo di Stato della Nigeria ed ha 73 anni.

Infine, altri due casi: Erdogan guida da anni la Turchia ed ora è arrivato all’età di 71 primavere, in Sudafrica invece il leader massimo è Cyril Ramaphosa e di anni ne ha 72. Insomma, una lista corposa che lascia spazio a molte riflessioni.

In primis, ovviamente, le fasi della vita sono cambiate e si sono allungate e questo permette anche a persone che potevano essere considerate “anziane” in passato di poter adesso reggere fatica e pressione per guidare un’intera nazione e di essere ancora in grado di ricevere fiducia. La seconda considerazione, poi, è quella relativa all’accesso alla politica da parte dei giovani.

In molti dei Paesi citati la politica resta “un affare da vecchi” e, se anche fosse vero che non ci sono acclarate violazioni umanitarie nella manovra elettorale, è oggettivamente vero che i giovani sono ben lontani da una partecipazione attiva che li possa portare ad un ruolo di potere.

Sotto questo punto di vista, sembra andare in controtendenza l’Europa, quella vasta fetta di mondo che una volta veniva invece chiamata “Vecchio Continente”. Negli ultimi anni, infatti, in Europa sono aumentati i “leader giovani”. In Italia la nuova Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata eletta all’età di 45 anni; in Francia Macron è Presidente da diverso tempo ed ha 48 anni; Volodymir Zelensky governa l’Ucraina in questa delicata fase ed ha 46 anni.

E, mentre in Finlandia si era toccato il record di leader più giovane del mondo nel 2023 (Sanna Marin, 34 anni), nel resto d’Europa i cosiddetti “leader vecchi” sono quasi tutti under 70: Ursula von der Leyen ha 67 anni (Presidente Commissione Europea; Viktor Orban 61 (Ungheria); Kair Starmer 62 (Regno Unito); Mark Rutte 58 (Paesi Bassi); Roberta Metsola 46 (Presidente del Parlamento Europeo).

Insomma, una media decisamente più bassa rispetto al resto del mondo che, tuttavia, non resta completamente a guardare.

Hanno destato, infatti, molta attenzione (oltre che curiosità) le ultime sollevazioni popolari in Nepal. Non solo per la loro violenza, ma soprattutto per il coinvolgimento attivo di larga parte della popolazione giovanile. A guidare le proteste, infatti, sono stati proprio i giovani che si sono rifiutati di cedere il passo dopo l’ennesima imposizione governativa, ovvero la limitazione dei social. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso in uno Stato già criticato per molti episodi di corruzione. Il nuovo leader? Sushila Karki, giudice capo della Corte Suprema, è considerata tra le più incorruttibili personalità del Paese. E come è stata eletta? Manco a farlo apposta, sui social. Sì, perché i leader del movimento rivoluzionario si sono accordati sulla sua nomina attraverso il social network Discord, piattaforma utilizzata soprattutto dagli appassionati di sessioni live di videogames.

Ma non solo, il Nepal è risultato un caso curioso di rivoluzione moderna anche perché durante le rivolte spuntavano dappertutto le bandiere del noto cartone animato “One Piece”. I rivoltosi hanno infatti issato la bandiera con il simbolo dell’anime giapponese rifacendosi alla trama del cartone: così come il protagonista Luffy combatteva il suo Stato corrotto, così i giovani nepalesi combattono i corrotti leader del loro Paese. Un messaggio che, ovviamente, è arrivato in tutto il mondo.

E l’Italia come reagisce a questa tendenza di invecchiamento politico/governativo? Come detto in precedenza, la nuova premier Meloni ha un’età abbastanza giovane. Non è però bassa la media dei parlamentari che risulta essere all’incirca di 51-56 anni tra Camera e Senato con una oggettiva sottorappresentazione della fascia giovanile. Giovani che, nonostante diverse forme di attivismo (politico e non), sono ancora perlopiù lontani dagli scranni del Parlamento. Il deputato più giovane è Rachele Scarpa (del PD) ed ha 28 anni, mentre il senatore con l’età più bassa è Francesca Tubetti (Fratelli d’Italia) con i suoi 43 anni.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (con merito e molto apprezzato ancora), che inizialmente aveva fatto sapere di non voler rendersi disponibile per un secondo mandato, è in carica per la seconda volta ed ha 84 anni. L’Italia, inoltre, ha la soglia minima di età più alta in Europa per l’accesso alla carica di Capo dello Stato (50 anni).

E la situazione resta pressoché la stessa se si considera l’età media degli amministratori delegati delle aziende o dei membri dei consigli di amministrazione. Secondo i dati più recenti (2023), l’età media degli amministratori è di 61 anni, mentre quella dei consiglieri è di 59. Un dato leggermente più basso di quello degli Stati Uniti, per usare un termine di paragone.

Per quanto riguarda gli amministratori comunali, invece, il dato parla di un’età media dei sindaci di circa 56 anni. Una notizia incoraggiante, tuttavia, arriva dalla Toscana. È di pochi giorni fa, infatti, la nomina a vicepresidente della Regione della giovanissima Mia Bintou Diop che di anni ne ha solo 23. Nata a Livorno da padre senegalese e mamma italiana, è anche la più giovane amministratrice alla guida di un assessorato regionale toscano. Da tempo si batte per temi progressisti e, oltre alla politica, porta avanti ancora gli studi universitari. Il governatore Giani l’ha nominata anche per dare un segnale. Che sia un avvertimento giusto per la politica italiana?

I dati sull’astensionismo in Italia sono ancora forti, a volte drammatici. Non è facile identificare chi aderisce al “partito del non voto”, ma è verosimile pensare che molti giovani siano ancora lontani dalla politica e dall’interesse per la cosa pubblica. Scenario che invece è cambiato a sorpresa a New York, forse la città più famosa al mondo. Alle ultime elezioni (anche contro il volere di Trump) i cittadini hanno eletto Zohran Mamdani, il primo sindaco musulmano della città. Eletto all’età di 34 anni, è stato votato dal 62% degli elettori tra i 18 e i 29 anni. Un dato pesante. A New York, come in Nepal, ha vinto la Generazione Z, quella nata a cavallo dell’era web. Quella che è cresciuta in un mondo senza certezze e senza sicurezze. Quella che ora brama più spazio. Quella che ha voglia di dire la sua. Quella che non deve essere esclusa. Il mondo “è un paese per i giovani”. Ricordiamocelo. Oggi e in futuro.