Si è sempre in guerra. Anche quando non è guerreggiata, violenta. La verità è perennemente in agonia anche durante i periodi di pace. Il conflitto interstatuale tra forze politiche è da sempre alimentato, fomentato per interessi economico politici, da paesi stranieri. Non succede solo in Italia o in Europa ma in tutto il mondo e a diverse latitudini. E la prima soffrirne è la verità.

Ho fatto un paio di esperienze, nella mia vita lavorativa, che son state per me illuminanti. E che ci aiutano a comprendere come da un lato si costruisce l'odio e dall'altro come si manipola l'opinione pubblica.

La prima esperienza fu a Rilima in Rwanda tra il '93 e '94 e la seconda a Milano a cavallo tra i 2 millenni.

Rilima era un tranquillo paese del Bugesera – provincia orientale del Rwanda. La gente viveva relativamente serena tra una guerra in Burundi e un'altra a nord, al confine con l'Uganda. Mercato al martedì, messa la domenica al mattino e partita di calcio nel pomeriggio. Una scuola che puntualmente apriva e un'economia “coloniale” di te e caffè che non tramontava. Impensabile un genocidio da un milione di morti a partire dal 6 aprile 1994. Eppure, accadde. Ricordo la terribile “Radio mille colline” fomentare l'odio ora dopo ora e giorno dopo giorno contro la prima ministra Agathe Uwilingiyimana attribuendole ogni sorta di malefatte con valanghe di fake news. Dopo pochi giorni di trasmissioni violente, false e menzognere anche il più attento e strutturato raggiunge l'assuefazione e si convince che ciò che dice lo speaker sia vero: la soluzione finale è l'unica possibile. Gli scarafaggi tutsi vanno eliminati. E le buone massaie che frequentavano il mercato iniziarono a scrivere gli elenchi dei vicini da eliminare mentre in tutti i posti pubblici ebbe inizio la segregazione. Il potere mediatico, per la sopravvivenza di un minimo di verità, fu devastante.

La seconda esperienza accadde a Milano. Ero all'ultimo piano di un grattacielo di una nota compagnia telefonica. Mi Incontravo con l'esperto marketing. Mi stava spiegando come influenzare l'opinione pubblica affinché scegliesse la sua anziché altre compagnie. Era l'una e trenta del pomeriggio e stava andando in onda uno spot televisivo post Tg. Il manager prevedeva l'arrivo di mille telefonate dopo lo spot. Ne arrivarono mille e tre. Una precisione millimetrica. Poi mi fece vedere diversi prodotti. Sue parole: “più o meno popolari”. I prodotti meno innovativi dovevano esser venduti ad un pubblico più ampio mentre i prodotti più innovativi ad un pubblico ristretto e culturalmente più elevato. Mi mostrò una scaletta con la suddivisione del pubblico che sta davanti allo schermo. Era classificato in base al Q.I. Il più alto seguiva Quark mentre il più basso le soap nazional popolari. Ma non finì qui. Comprendo dalla sua esaustiva spiegazione che erano le stesse holding che necessitavano di “programmi scadenti per pubblici ampi” al fine di vendere “prodotti altrettanto scadenti o in scadenza”. Un potere mediatico altrettanto menzognero e devastante per il pensiero; altrettanto mortificante per la TV che aiutò non poco ad alfabetizzare il popolo italiano.

Le due esperienze vissute mi hanno fatto comprendere come, per dirla con Gaber, “il tutto (può essere) falso e il falso (può essere) tutto” e, da allora, rinunciai alla TV ma non rinunciarono alla stessa la cerchia di conoscenti ed amici che assorbivano messaggi e ripetevano a pappagallo.

Occupandomi di “relazioni internazionali” ho cercato quindi di approfondire quanto la politica interna ad uno Stato sia influenzata dalla politica di altri Stati e/o imperi e arrivai alla conclusione che è impossibile comprendere la politica nazionale se non si parte dalla geopolitica. Insomma, il prezzo del pane o del pieno della mia auto dipende dallo scontro o incontro tra Washington e Pechino.

Se stiamo sull'oggi comprendiamo che il Primo Ministro Mario Draghi ha dato le dimissioni a causa dei partiti che avevano ottime relazioni con Mosca e Pechino che sono il M5S e le destre. Da anni l'ambasciata russa stava sovvenzionando programmi, giornalisti mercenari, magistrati e politici; insomma, i 4 poteri. La contraddizione è palese: l'atlantista Draghi è il premier preferito dagli italiani e, allo stesso tempo, le destre putiniane, che hanno destituito Draghi, sono i partiti preferiti dagli italiani. Tutti i nostri politici che osano sfidare i potenti o prepotenti di turno vengono “massacrati mediaticamente” con fake news. Il prepotente Reagan apparve mediaticamente conciliante con Craxi dopo l'episodio di Sigonella ma in realtà l'ambasciata USA non perdonò e finanziò lautamente i media pro Mani Pulite devastando l'immagine della politica nell'italiano telespettatore acritico. Lo stesso fece Putin a San Pietroburgo con Renzi reo di averlo invitato a rispettare i diritti civili davanti ad una folla plaudente. Mosca finanziò una delle campagne mediatiche mai avute contro un uomo politico ben descritte nel libro “il Mostro”. Naturalmente il flusso di denari passa per le forze politiche ma raggiungono “la bestia” o i webmaster dei 5s che hanno il potere di vita o di morte su un politico. Ho citato un caso di prima e terza repubblica per narrare come i flussi di denaro sono sempre esistiti e non è un mistero. Nella prima era Washington che finanziava la DC mentre Mosca il PCI. L'italiano medio però condannò il PSI che di questi flussi non ne aveva la più pallida idea ed era costretto, per sopravvivere, ad esser parte di un (non giustificabile) sistema di tangenti senza le quali sarebbe semplicemente scomparso dalla scena politica.

La politica internazionale degli Stati e Imperi che hanno interessi nel Bel Paese usano gli stessi metodi di radio Mille Colline e della compagnia telefonica sopra descritta. Il Gazprom interviene da decenni in Italia e tutti noi ripetiamo a pappagallo alcuni suoi messaggi illudendoci siano parte del nostro pensiero (i politici son tutti ladri, tutto un magna magna, le trivelle inquinano, No tap, etc...)

È attribuito ad Eschilo l'ormai tristemente noto aforisma: “In guerra la verità è la prima vittima”. In realtà la sua agonia inizia ben prima ed accompagna sempre la politica. Quando la verità viene completamente ribaltata (es: è l'Ucraina che minaccia ai confini la Russia) siamo alla vigilia della guerra. C'è un solo modo per uscire da questo circolo vizioso ed è lo studio approfondito delle questioni, dei dossier e dei programmi politici. Insomma, è ricercare costantemente un minimo di verità.