I politici non stanno dalla nostra parte. Lo so, non è una novità, ma a giudicare da come reagiamo a questa semplice verità, sembrerebbe che non ci importi molto. O forse riteniamo questa come una condizione intrinsecamente legata all’essere politico, alla democrazia, chissà?!

Una verità semplice, scontata. Basterebbe anche solo dire “una verità”. Verità in quanto comprovata più e più volte, da persone completamente diverse tra di loro, sia come professionalità che in quanto a schieramento politico. Una volta si usava dire “credo politico”, ma adesso sembrerebbe blasfemo, in un mondo diretto da un pensiero unico e dove le sinistre si sono spinte più a destra delle destre.

Una verità. E quindi, una volta assodata la verità, che facciamo? Dite che sto correndo troppo, che non ho dato prova che il mio assunto sia, effettivamente, una verità dimostrata? Perché, avete bisogno di altre ulteriori prove? Non siete sicuri che l’homo politicus abbia nel suo DNA (o per fare i complottisti, glielo imprimano appena varcata la soglia minima di voti per essere eletti) uno spiccato spirito di sopravvivenza, secondo solo al suo totale disinteresse per la cosa pubblica? Accidenti, davvero siete messi così?

Mi dispiace, mi dispiace non tanto per la vostra condizione - perché se ci siete cascati è solo colpa vostra, se non riconoscete che quello è un muro e ci andate a sbattere contro, sinceramente sono solo affari vostri - ma perché non ho assolutamente voglia di perdere tempo ad elencare le svariate volte che i politici stessi, forti, anzi, fortissimi della loro super partes (intesa con essere al di sopra della nostra parte, della legge, della decenza, dell’onore, dell’etica, di qualunque cosa) si sono permessi di dimostrarci quanto abbiano a cuore una sola cosa: il protrarsi nel tempo.

Mi ricordo una vignetta del Male, se non mi sbaglio, che raffigurava Craxi con Bobo e la didascalia diceva “Craxi si estende verso l’infinito”. Ora non c’è nemmeno più bisogno di avere una discendenza, oggi restano proprio loro, emblemi di se stessi, cariatidi marce dentro che mi ricordano il barone Vladimir Harkonnen di Dune, tanto sono disgustosi. Non persone, vapore, meno del nulla, potrebbero essere storia se decidessimo di sbarazzarci di loro. Noi abbiamo la legge dalla nostra parte, la Costituzione, la storia, la giustizia, non la legalità, che è tutt’altra cosa. Può darsi che prima di entrare nei posti che contano, siano animati da buone intenzioni, ma poi, quando il virus del potere, dell’arroganza, dell’ego si spande nei loro tessuti diventano tutti uguali e quando dico tutti, credetemi, tutti!

Ma siamo onesti, chi non diventerebbe così? Non so se vi è mai capitato di essere, per un istante, per qualunque motivo, riconosciuti un gradino (o anche mezzo) al di sopra degli altri; magari il capo ufficio che riconosce pubblicamente che avete svolto un buon lavoro, l’insegnante che legge ad alta voce il vostro compito in classe, l’allenatore che vi premia dandovi un posto da titolare… Qualunque ne sia stata la causa vi trovate a galleggiare a pochi centimetri da terra. Anche il più riservato proverebbe un piccolo, sottile piacere nell’essere considerato. Di più, non è la vostra classe o la vostra squadra a tributarvi questo piccolo palcoscenico, ma l’intero istituto, tutte le squadre del vostro campionato, l’intera ditta per la quale lavorate, e magari vi chiedono di fare un discorso, di essere ospite di una trasmissione radio locale, o vi nominano in un articolo del giornale della sera. In questo caso il piccolo e sottile piacere diventerebbe qualcosa di più, qualcosa che ci potrebbe perfino portare a dire. “Ma allora sono bravo!”. Riuscite a immaginare questa sensazione elevata all’ennesima potenza? Per strada tutti ti riconoscono, ti intervistano TV e giornali nazionali e, cosa ben diversa dall’essere il primo della classe, ti vedi alla guida di un’intera nazione. Hai il futuro delle persone nelle tue mani. La politica, questa sì che è una carriera dove affondare i denti!

Molti sanno di cosa sto parlando. In questi anni di pandemia, di stazionamento sui social 24 ore su 24, di dibattiti, di interviste, di conferenze on line, di libri scritti, di articoli, tante persone sono cresciute e sono state scelte come rappresentanti di un malcontento che ha trovato nel Covid il giusto innesco. E tanti di questi signori hanno acquisito una veste più o meno pubblica e visibilità. E siccome sono persone che non hanno lavorato molto su loro stessi, si fa fatica a distinguerli dai pupazzi politici, se non per le tesi che esprimono. Ma le persone sono le stesse. L’avevo scritto già ne Sono assolutamente convinto come in L’unica rivoluzione possibile: se non cominciamo da noi stessi non cambieremo mai nulla.

Moltissimi, da diverso tempo, si sono stancati di essere rappresentati da queste marionette politiche. Ma vi riuscite a vedere rappresentati in tutto il mondo da personaggi equivoci, quando va bene, se non da ologrammi travestiti da statisti (solo scrivere questo sostantivo riferito ai soldatini di piombo che siedono nelle Camere mi fa vomitare), da mafiosi senza nemmeno la dignità del mafioso? Permettereste a un poco di buono, inetto e malavitoso di rappresentarvi in pubblico? E allora perché lasciamo che queste cose siano i nostri rappresentanti?

No, mi dispiace, come ho già detto questa volta non farò l’elenco della lavandaia, dimostrando il mio assunto. È un assunto e tale deve rimanere, se non altro per non fermarci ai particolari. Riusciamo ad avere una visione d’insieme della situazione sociale in cui ci troviamo? Riusciamo a “sentire” chi abbiamo intorno, chi tira le fila, chi ha in mano le redini del Paese e dove ci sta portando? Se non ci riuscite non c’è nulla da fare per voi. Anzi, forse avete ragione voi e io sono solo un vecchio paranoico, pessimista e nostalgico. Perché no. Ma questo è quello che sono e non posso far finta di essere altro. Il fatto è che mi danno spazio per scrivere ciò che penso, che è esattamente quello che scrivo.

Torniamo al punto.

Molte di queste persone che la pensano più o meno come me - se non peggio se ci mettiamo in mezzo complottisti, no vax, no mask e compagnia bella – quando affrontano il “come uscire da questa situazione” pensano che la strada giusta sia quella politica.

Hanno ragione: la Politica sarebbe la strada giusta.

Ma, se quanto ho scritto prima è vero, qui non stiamo parlando di Politica, ma di politica e di politici. E la politica e i politici, prima di tutto non si riformeranno mai e, in secondo luogo, non vedono l’ora che alcuni dei personaggi che ora li criticano si uniscano a loro. Perché è evidente che in questo sistema politico sono tutti i benvenuti (parvenza di democrazia e pluralità), tanto sarà il sistema stesso a sgretolarli, ingabbiarli e restituirli perfettamente allineati. È l’unica cosa che possiamo annoverare con certezza tra le peculiarità di questa classe politica. È il sistema stesso che ti fagocita, ti mastica e ti sputa fuori. Non importa chi tu sia, quanto fondate siano le tue idee, quanto giusti i tuoi propositi. All’ingresso delle Camere si legge: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate”.

Quindi, pensate di entrare in politica per essere il cambiamento? Auguri.

Perché questo accada sono necessarie alcune condizioni, senza le quali non si perde solo del tempo, ma si indebolisce la vera opposizione. Le condizioni sono:

  • una spinta dalla massa a cambiare la situazione, una presa di coscienza collettiva che sostiene quelli che decidono di proporsi per un vero cambiamento;
  • un’ulteriore degenerazione interna del sistema che porterà a far cadere i pochi veli rimasti a coprire le vergogne dei falsari al governo.

Parto dalla seconda ipotesi: per quanto irreale possa sembrare l’incompetenza di questi signori di plastica è seconda solo alla loro arroganza. E proprio questa sicurezza di essere inaffondabili potrebbe essere la causa della loro rovina. Come tutti i sistemi viventi anche i fintoni che ci governano debbono rispondere alle leggi della Natura e la Natura è armonia. Tutto ciò che non è armonico verrà spazzato via. Da un uragano, da una crisi economica, da una rivoluzione, dall’indifferenza, da una risata… Poco m’interessa.

Prima ipotesi: in questo momento storico questa possibilità è assolutamente preclusa. Chi la pensa diversamente dai governanti sta utilizzando le armi più sfavorevoli in suo possesso, come il Covid. Giusto o sbagliato che sia la popolazione segue le direttive impostegli e vedono chi non si adegua come un untore. Se fino al 2019 tutti sarebbero stati d’accordo nel sostenere che i nostri politici si vogliono solo tenere stretta la poltrona e guadagnare il più possibile – soldi, potere, credibilità internazionale, stima degli altri… - oggi hanno paura di star male, di morire e chi la pensa diversamente è un egoista che rischia di far ammalare o morire le altre persone. Vogliamo cavalcare questo cavallo di battaglia? È questo il personaggio che vogliamo interpretare, pensando che la massa ci sosterrà? Ancora una volta, auguri!

Dobbiamo metterci il cuore in pace: se vogliamo cambiare la società dobbiamo armarci di moltissima pazienza e tracciare la strada che seguiranno le prossime generazioni. Lo sapete che siamo in un mondo globalizzato, giusto? E pensate che in un mondo simile ci lasceranno essere la mosca bianca? Spero non siate tanto ingenui. Per cambiare l’Italia bisogna cambiare il mondo, e per farlo dobbiamo far crescere intere generazioni di persone consapevoli, coscienti di chi e cosa sono, di chi e di cosa è un essere umano, del suo ruolo in questo mondo, delle responsabilità che ha nei confronti dell’intero pianeta. Poi parleremo di economia, industria, agricoltura e tutto il resto. Se ci saremo ancora.