Il “Club del Lunedì”, guidato dallo scrittore Marcello Soro, nel mese di novembre ha chiesto ai suoi iscritti di riflettere sul tema della speranza. Devo dire che non è stato semplice soprattutto in considerazione del momento storico a cui legare questa riflessione.

Se ritorniamo indietro nella storia del pensiero filosofico, il nostro Talete definiva la speranza come “solo bene comune a tutti gli uomini” e questo è vero anche oggi: qualunque essere umano infatti conserva dentro di sé questa aspettativa, anche laddove abbia perso ogni bene materiale, anche quando abbia perduto la libertà, anche nel caso in cui sia colpito da una terribile malattia.

La speranza si annida nell’individuo, ma può essere un’aspettativa pure di un’intera società.

Essa è una luce nascosta pronta ad abbagliarci, un lumino timido e tremolante ma purtuttavia ardente, una stella cometa che passa nel cielo azzurro, luminoso o notturno di ogni essere.

Sono convinta che nei momenti più bui della storia dell’umanità sia stata la speranza a muovere l’esistenza degli uomini conducendoli verso nuove verità, moderne scoperte, rinnovate idee.

Cosa accade nell’animo di ogni persona quando i movimenti fisici sono impediti per fattori più o meno deterministici?

Se vi viene vietato di affacciarvi alla finestra, cosa genera la speranza che avete nel cuore? Potreste creare una finestra con la vostra immaginazione e guardare le innumerevoli realtà che si potrebbero supporre all’esterno, oppure disegnare la vostra finestra colorata in una parete della casa, o ancora inventarvi un gioco, un’occupazione o una passione manuale o intellettuale con cui guardare da infinite aperture.

Se viene posto un limite da una parte, è possibile sviluppare mille talenti per superare questo vincolo. Perché?

Ognuno si crea una aspettativa, una fiduciosa attesa che qualcos’altro possa sempre accadere per andare oltre qualunque limitazione.

Chi, per esempio, adora viaggiare, oggigiorno che è difficile e anche sconsigliato il viaggio, può comunque fare diverse cose: trovare un modo per viaggiare lo stesso, accettando il rischio che questo comporta; viaggiare in modo diverso, muovendosi da un luogo all’altro in sicurezza, a tappe obbligate, alloggiando in posti sicuri, magari nelle case degli amici; oppure accontentarsi di viaggiare con l’immaginazione, attraverso la lettura, la scrittura, il disegno; ovvero mediante i video, dedicando il tempo ai documentari di viaggio, o ancora progettando dei viaggi futuri da fare non appena la situazione tornerà di nuovo ad essere normale.

In questo momento, mi è capitato di vedere dei video sul design delle abitazioni, sulla progettazione e i materiali utilizzati nei Paesi più distanti del mondo, dalla Svezia a Israele, dal Giappone alla Norvegia, dal Portogallo all’Irlanda, una varietà di stili e una ricchezza di idee che hanno riempito le mie notti di sogni. Sognare di costruire mille case differenti, una miriade di luoghi dove potersi sentire in viaggio e in vacanza, riempie di speranza l’esistenza fino al punto che quando finiranno tutti i limiti imposti dalla situazione, si saprà costruire una dimora ideale dove sintetizzare gli stili costruttivi che ci hanno più colpito o semplicemente a conoscere la ricchezza delle idee e delle architetture di tutto il pianeta.

Una delle caratteristiche comuni che emerge da tutte queste costruzioni è proprio l’importanza delle finestre aperte su paesaggi e panorami mozzafiato, o della schermatura operata nelle case dove sia necessario isolarsi dallo sguardo e dal trambusto esterno, ritrovando un panorama di connessione anche laddove fuori ci sia un mondo chiassoso e disordinato. La propria dimora osserva la bellezza, dunque, che crea gioia e si rinchiude proteggendosi dalle informazioni disturbanti, lasciando fuori gli eventi negativi.

In questo lungo periodo di chiusura dentro le pareti domestiche, moltissime persone si sono costruite un orto, si sono circondate di piante, non potendo uscire fuori a godersi la natura, hanno portato la natura dentro casa. Oppure si sono messe a ristrutturare le proprie dimore cercando di renderle più piacevoli, più comode e più accoglienti, consapevoli o forse no che il restauro delle case è sempre legato alla ristrutturazione delle proprie esistenze, dei propri legami, delle proprie certezze o credenze.

Sappiamo, infatti, che se lo spazio si riduce da una parte della grotta, è sempre possibile scavare dall’altra parte e, anche se la roccia è dura e impenetrabile, prima o poi, nella montagna si potrà scovare una luce, un fiume sotterraneo, una via d’uscita. È il dilemma dell’eterno prigioniero, dell’ergastolano: aspettare che il tempo passi o provare ad evadere?

E chi muove tutto questo se non la speranza di scoprire qualcos’altro?

In verità la speranza esiste anche laddove non c’è movimento alcuno, persino dove non c’è azione, finanche quando si resta fermi lasciandosi attraversare dalla tormenta. Senza fare nulla, piuttosto aspettando semplicemente che prima o poi finisca.

Quali sono le segrete speranze degli italiani? Cosa si aspettano dal futuro? Che differenza di vedute si osservano tra i vecchi e i giovani? Bisognerebbe chiederlo a loro naturalmente e fare delle statistiche.

C’è chi si affida alle dichiarazioni dei canali ufficiali, chi non crede più in nulla mettendo in dubbio anche le verità finora inattaccabili e chi non sa proprio più a cosa credere. Naturalmente, poi, ci sono quelli che le certezze le possiedono anche per gli altri.

Di qualunque cosa si sia convinti, tutte le attese sono di certo mosse da una segreta speranza. Quale? Difficile dirlo con certezza, si può solo provare a supporre.

Credere nei canali ufficiali crea una maggiore sicurezza? Consente di sentirsi davvero protetti? Significa avere la capacità di fidarsi? O di scegliere la facile strada della massa? Oppure di ritenersi migliori, più informati e più istruiti degli altri?

Non credere più in nulla, esprime intolleranza alla realtà proclamata dagli organi addetti? Essere ribelli per natura a qualunque certezza offerta dall’Autorità? Evidenzia il credersi più furbi, più scaltri, più informati? Indica il non voler seguire alcun gregge, movimento, partito eppure farne nonostante tutto parte? Manifesta il tentativo di destabilizzare a tutti i costi l’ordine costituito per mettere in crisi il Potere?

E non saper più in cosa aver fiducia comporta una maggiore vulnerabilità? Una più grande confusione di idee? Conduce più facilmente alla depressione? Alla mancanza di speranza? A considerare l’ineluttabilità del destino avverso? Oppure rivela la disponibilità ad abbattere le proprie comode certezze per costruirne altre più credibili o semplicemente che risuonano meglio a livello interiore?

In questa società dovrebbero essere i più saggi a orientare i giovani e i fanciulli, eppure forse nemmeno loro sono preparati a farlo, magari lontani dal mondo giovanile. I ragazzi, figli della tecnologia, sono abituati a comunicare dal Canada all’Australia, dalla Russia al Brasile, dall’Italia alle isolette della Nuova Zelanda, e noi adulti, invece, cosa siamo pronti a fare per interessarli? Come possiamo smuoverli dalla loro connessione planetaria? Sono congiunti con tutti i canali web, ma sono collegati a loro stessi? E noi siamo connessi? A Noi stessi? Alla terra? Agli altri? Al cosmo?

Ognuno prova a cercare la propria unione tra i mari inconsci dei propri dubbi e le terre emerse delle proprie certezze, navigando negli oceani infiniti delle informazioni contradditorie e fuorvianti.

E quando tutto fuori di noi sembra confuso e lontano dai nostri mondi interiori, dai nostri desideri e dalle nostre intuizioni, allora ci ritroviamo in un tramonto o in un angolo della nostra poltrona con la speranza che una ragione per tutto questo dovrà pur sempre esserci.

Ai posteri, senza ombra di dubbio, l’ardua sentenza: tra 10, 100, 1000 anni, nel futuro in cui nessuno di noi probabilmente giungerà!

La Speranza alberga all’interno
tra i dubbi dell’esistenza
anche nel peggior inferno
resta accesa la sua presenza.

Ognuno ha la sua aspettativa
tra una verità e una certezza
che per esser persona viva
la gioia vinca l’amarezza.

E nel frastuono delle opinioni
dove regna la confusione
non serve dar agli altri lezioni
e nemmeno più aver ragione.

Chiunque abbia la libertà
del suo personale punto di vista
sarà dotato di sola umiltà
non della boria di una conquista.