“Tutto qui? E gli prendo solo questo come regalo?”, chiede la ragazza alla sua collega, parlando del compleanno di un parente, forse di un amico.

Tutto qui.

Abbiamo tutto e niente sembra essere abbastanza. In un mondo di abbondanza, viviamo la scarsità: i vestiti non sono mai abbastanza, gli oggetti non sono mai abbastanza, i regali non sono mai abbastanza. Vogliamo sempre di più e i corrieri si affrettano a portare un pacco e un pacchettino, uno scatolone e uno scatolino.

Tutto. Qui.

Abbiamo tutto, qui, subito. Abbiamo perso il valore dell’attesa e del duro lavoro per avere ciò che desideriamo. Prezzi bassi e consegne veloci rendono ogni nostro desiderio un ordine. Letteralmente.

Le foto su whatsapp hanno preso il posto delle cartoline, like e cuoricini hanno sostituito sguardi sfuggenti e sorrisi accennati nella luce soffusa di un bar e le maschere coprono la semplice unicità di ognuno di noi.

Già... la semplicità.

Così, mentre tutto ci spinge a volere di più, una semplice melodia mi ha ricordato cosa vale davvero.

Mi piace la musica country, quella che racconta di deserti e praterie, montagne e ruscelli e di donne e uomini semplici. La conosci “Simple Man” dei Lynyrd Skynyrd?

E sii un uomo semplice, sii qualcosa che tu ami e capisci. Sii un uomo semplice. Lo farai per me, figlio, se puoi?

Quasi tutto il gruppo è morto in un incidente aereo nel 1977 e prima dei 29 anni Ronnie Van Zant aveva scritto questa canzone. Ben lontano da essere uno psicologo o un counselor, il testo contiene degli insegnamenti profondi e capaci di toccare le corde dei più sensibili.

E non solo. Basta abbassare il volume dell’eccesso per provare a notare i dettagli e apprezzare i piccoli piaceri nascosti nel quotidiano.

Dimentica la brama di oro dell'uomo ricco, tutto ciò di cui hai bisogno è nella tua anima, e puoi farcela se ci provi. Tutto ciò che desidero per te, figlio mio, è di essere soddisfatto.

Sembra che sia questo cowboy che Erickson siano d’accordo sulla ricchezza interiore della persona, che possiede già tutto ciò di cui ha bisogno per poter affrontare le sfide della vita ed essere soddisfatto.

Abbiamo già tutto.

È nella semplicità che risiede la vera ricchezza, è nella capacità di provare sincera gratitudine per ciò che si ha, che si cela la felicità. È nell’apprezzare il gesto, di fronte al regalo di una persona cara, più che l’oggetto. Rincorriamo il futuro per scappare dal passato e ci perdiamo il presente. La presenza è tra i regali più grandi che una persona possa fare o ricevere e, spesso, lo dimentichiamo.

Il tempo è una risorsa esauribile che si muove in un’unica direzione. Non possiamo tornare indietro nel tempo e, una volta speso, nessuno può farci un rimborso come facciamo con quell’acquisto che ci delude.

Bisogna iniziare a dare valore al proprio tempo e a quello di chi abbiamo intorno. Abbiamo bisogno di sostituire la quantità con la qualità: spesso meno, significa di più.

Prenditi il tuo tempo, non vivere troppo di fretta, i problemi arriveranno e poi se ne andranno.

Parole così semplici e dirette che sembrano portare con loro il dubbio del “tutto qui?”. E sì, è tutto qui e finché non siamo capaci di apprezzare ciò che c’è, niente di quello che aggiungiamo potrà darci la vera soddisfazione e la vera serenità.

Cadiamo spesso nella trappola che ci racconta di come saremo felici quando avremo, quando saremo... quando... quando... già, quando?

Senza rendercene conto posticipiamo la felicità e scivoliamo lentamente nell’autosabotaggio. Lasciamo passare i minuti, le ore, i giorni, il tempo.

Riprendiamoci il nostro tempo, quello dell’attesa di una cartolina o di rivedere quel sorriso. Riprendiamoci la semplicità di uno sguardo e di un tocco e di un regalo, anche se è piccolo o economico o di poco valore. Perché il prezzo è una cosa, il valore un’altra.

E il valore della semplicità non ha prezzo. Proviamo a scendere da questo treno impazzito del volere tanto, tutto e ancora di più per proseguire il viaggio a piedi perché “ragazzo, non preoccuparti...troverai te stesso. Segui il tuo cuore e nient’altro. E puoi farcela se ci provi.”

Sembra indispensabile, invece, dover indossare una maschera sociale elaborata che richiede un enorme dispendio di energia per essere costantemente aggiornata con l’ultima moda, l’ultimo acquisto, l’ultimo modo di dire.

È un impegno complicato, intricato, faticoso che ti allontana sempre più dal tuo vero sé. E il sé, il tuo vero sé, non ha bisogno di fronzoli, di accessori, di mode. Ha semplicemente bisogno di trovare la via d’uscita tra le macerie di questa umanità che crolla sempre più sotto i colpi di swipe, like, click e cuoricini.

Proviamo ad essere semplicemente umani.

Ti ricordi come si giocava da bambini?

Un bastone poteva diventare una spada, una pistola e una bacchetta magica; con un salto si poteva immaginare di volare; una corona di foglie poteva eleggerti a principessa del cortile e con una palla si poteva andare avanti a giocare ore e ore e ore.

Il regalo vero, nelle feste di compleanno, era il tempo condiviso che ha costruito tutti quei ricordi che oggi ti fanno ancora sorridere quando riaffiorano.

In quei pomeriggi spensierati l’ultimo pensiero non era se il regalo era abbastanza perché era proprio tutto lì, il regalo: il momento presente, gli amici, la famiglia, l’affetto.

Qualcuno degli oggetti che ti circondano possono scaldarti il cuore allo stesso modo?

E sii un uomo semplice, sii qualcosa che tu ami e capisci. Sii un uomo semplice.

Perché sì. È tutto qui.