Architetto, progettista nel settore del recupero degli immobili e del design degli interni di case, uffici e showroom sia in contesti italiani che internazionali. È socia attiva nel club femminile di servizio Soroptimist International d'Italia.

Ho iniziato la libera professione alla fine degli anni '70. Anni culturalmente vivaci specie in letteratura e nelle arti figurative, ma percorsi da violenza ideologica, scontri fisici e stragi di innocenti sulle quali non si è giunti ancora ad una spiegazione definitiva. Tutto questo non facilitava la collocazione professionale. Nel settore dell'architettura privata, gli investimenti si erano fermati dopo l'incontrollato sviluppo degli anni '50 e '60, necessario per una veloce ricostruzione dell'enorme patrimonio distrutto dai bombardamenti e la domanda dovuta al grande fenomeno migratorio interno. Aperto il mio studio mi trovai, dunque, a cercare uno spazio di lavoro che individuai nell' attività, allora di nicchia, rivolta al recupero di immobili e al design degli interni. Occupandomi prevalentemente del ripristino e arredo di residenze il cui tema toccava le aspettative e sogni delle persone e le cui case dovevano riflettere la loro personalità, mi dovevo spesso confrontare sui veri desideri del cliente e da questa frequentazione di lavoro sono nate, nel tempo, molte sincere amicizie. Parallelamente mi occupavo di allestimenti fieristici che mi hanno portato in giro per il mondo alla scoperta quindi di mentalità e modi di lavorare completamente diversi.

Mi sono sempre domandata, però, come restituire alla società in cui vivo il privilegio di essere nata a Milano, la città italiana da sempre trainante economicamente e culturalmente, e dove ho studiato e ho potuto formarmi professionalmente. Mi sono avvicinata al mondo dei club di servizio sin da ragazza entrando nel Rotaract, club dei giovani legato al Rotary. Poi, nei ruggenti anni '80, sono entrata in Donne in Carriera, network creato da Federica Olivares (economista e editrice di libri a tema finanziario), che riuniva giovani donne desiderose di confrontarsi e di trovare sinergie nel campo lavorativo. Il network curava in particolare la formazione delle socie organizzando corsi e seminari con una docente d'eccezione, Giacomina Lapenna, esperta in relazioni pubbliche e in formazione. I suoi corsi di analisi transazionale e di neurolinguista erano per l'epoca avveniristici, ricchi di contenuti stimolanti e utili per rapportarsi con gli interlocutori. La preparazione è stata, poi, completata con i più tradizionali corsi quali: l'arte di parlare in pubblico e il tema della leadership. Questo bagaglio formativo mi è stato utile per infondermi una maggior sicurezza nelle relazioni interpersonali.

Nel 1998 sono stata cooptata dal Soroptimist International Club Milano Fondatore, presentata da Vanna Massarotti Piazza, editrice, e Franca Chiappa, responsabile delle relazioni esterne dell'Ospedale Maggiore di Milano.

Come l'appartenenza a Soroptimist, club femminile di servizio, si è intrecciata con la sua vita e la sua professione?

Nel 1998, sposata con una bambina di 10 anni, ero anche molto coinvolta nella cura di una mamma bisognosa di assistenza. Tuttavia, la famiglia e la pur impegnativa attività professionale non mi distolsero dalla partecipazione ai progetti del Soroptimist e a dedicare da subito tempo e forze per poter essere utile all'associazione. In questo fui molto supportata da mio marito che mi ha sempre incitata a buttare il cuore oltre l'ostacolo e ad aprirmi al di fuori della mia realtà personale e professionale.

Come architetto ho contribuito da subito là dove ne avevo le capacità e le conoscenze, sentendo forte il senso di appartenenza al Soroptimist, con cui ho da subito condiviso progetti e finalità che si esplicano attraverso azioni concrete, la promozione dei diritti umani, la promozione del potenziale delle donne e il sostegno all'avanzamento della condizione femminile, l'accettazione delle diversità e la creazione di opportunità per trasformare la vita delle donne attraverso la rete globale delle socie e la cooperazione internazionale.

Tra i tanti service a cui ho partecipato cito i seguenti per il forte impatto sulle persone a cui sono diretti, e tutti proposti anche a livello nazionale, e che mi hanno profondamente gratificata per il loro valore morale.

Nel 2012, l’allestimento dell’Aula Protetta per l’Audizione del Minore presso il Tribunale di Milano. Si tratta di uno spazio dotato di apposito impianto di videoregistrazione e arredato in modo consono ad accogliere un bambino in tenera età vittima, ma talvolta soltanto testimone, di un reato di violenza. Questo affinché il giudice possa assumerne la testimonianza sottraendolo alla pubblicità dell’udienza e senza costringerlo a subire il confronto diretto con le altre parti processuali e soprattutto col presunto abusante.

Nel 2017, l’allestimento della Stanza Tutta per Sé presso il Comando dei Carabinieri di Milano in via Copernico. L’iniziativa è stata promossa dal Soroptimist e dall’Arma dei Carabinieri con lo scopo di allestire una stanza d’ascolto per le audizioni di donne vittime di violenza, al fine di offrire un ambiente protetto che aiuti la donna ad un approccio meno traumatico con gli investigatori, sostenendola nel delicato momento della denuncia di violenze e nel percorso verso il rispetto e la dignità della sua persona. L’approntamento di un ambiente dedicato con un arredo consono e con un angolo per i bimbi, dotato di impianto di audio video registrazione, con il quale documentare giudizialmente le deposizioni rese dalle persone ascoltate, ha così potuto incentivare le denunce.

Nel 2020, l’allestimento dell’Angolo della Bellezza nel carcere di S. Vittore per le detenute, nell’ambito del progetto nazionale SI Sostiene in Carcere. Si tratta della realizzazione di un ambiente accogliente in cui le detenute possano recuperare la dimensione femminile della cura di sé, Verrà tenuto anche un corso pratico a cura di una “formatrice”; nello specifico una esperta truccatrice e parrucchiera del settore televisivo, che possa insegnare alle donne un lavoro.

Ci può parlare della sua esperienza all'interno dell'associazione e che ruoli ha ricoperto e ricopre?

Appartengo, come già detto, al primo club italiano, il Milano Fondatore, nato nel 1928 e ne sono stata Presidente nel biennio 2014-16. Precedentemente, ho ricoperto i ruoli interni di consigliera e delegata. Attualmente sono Segretaria, la seconda carica del club. Durate la mia presidenza, in sinergia con l'altro club milanese “Milano Alla Scala” sono stati realizzati i seguenti progetti: l'accoglienza delle socie dal mondo in occasione di Expo e l'educazione finanziaria nelle scuole medie.

Riguardo al primo, al di là dell’aspetto di entertainment e del piacere di incontrare socie provenienti da altri paesi e altre realtà, infatti, obiettivo specifico di “Soroptimist for Expo” è stato offrire una occasione di conoscenza e di riflessione, dal punto di vista dei valori soroptimisti, sui temi offerti da Expo: il cibo dal punto di vista economico, scientifico, sociale, etico. Una straordinaria occasione di confronto interculturale, come Expo ha dimostrato, nei suoi 150 anni di vita, di poter essere.

“IO e la MIA città” invece è stato un progetto di Educazione Innovativa: un patto degli studenti di Milano con la propria città. Un percorso di apprendimento e avvicinamento degli studenti al mondo del lavoro, dell’economia, dei consumi consapevoli e alla società civile. È stato indirizzato ai ragazzi di terza media in sinergia e collaborazione con la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, FEDUF, con ECOLE, Enti Confindustriali Lombardi per l’Educatione e la Scuola Media Majno.

L'esperienza della presidenza è stata coinvolgente, di soddisfazione, anche se molto impegnativa. Ha contribuito alla mia maturazione nella capacità nelle relazioni, dovendo rapportarsi con enti e personalità di spicco esterne e da coinvolgere nei service e nei convegni.

Soroptimist, un nome ricco di significati…

Soror et optime la traduzione potrebbe essere sorelle ottime e, permettetemi di aggiungere, “ottimiste”. Si è sorelle appartenenti ad una grande famiglia, legate da amicizia, sentimento da coltivare e preservare, basata sulla solidarietà morale e non sulla complicità materiale.

Cos'è cambiato in Soroptimist dopo quasi un secolo di vita?

Gli obbiettivi iniziali in Italia erano in linea con il processo di emancipazione ed avanzamento della donna. Mentre negli USA, dove il Soroptimist era nato nel 1921, le donne erano già cittadine a pieno titolo avendo ottenuto il diritto di voto nel 1920, in Italia il traguardo viene raggiunto solo nel 1946. Le socie italiane milanesi erano, agli inizi in prevalenza artiste e quindi, ancora negli anni a seguire, vennero portate avanti molte iniziative di servizio in ambito culturale e sociale.

Oggi, pur essendo gli obbiettivi sempre di avanzamento della donna, essi vengono perseguiti in aderenza ai tempi odierni cercando di capire e governare i cambiamenti in corso in una società contemporanea così frammentata. In particolare, cito la lotta e il contrasto alla violenza contro le donne.

Come Soroptimist, “unione femminile professionale”, si è distinta e si distingue dalle altre associazioni femminili?

Può essere utile citare brevemente alcune delle altre realtà milanesi che operano in campo femminile. Unione Femminile ed Asilo Mariuccia fondate entrambe da Ersilia Majno nel 1899 e nel 1902, ed entrate nella storia milanese, la prima per l'emancipazione della donna e la seconda per sorreggere le giovani bisognose. Oggi l'Unione Femminile si occupa di donne bisognose mentre l'Asilo Mariuccia di minori in difficoltà.

Zonta International, AIDDA e FIDAPA, la prima nata negli USA nel 1919 le altre successivamente, sono reti di promozione della donna in campo imprenditoriale e professionale.

Le associazioni sopracitate hanno quindi o finalità di beneficenza oppure di rete professionale. Il Soroptimist con i suoi club svolge una funzione da “sentinella del territorio” cercando di intercettare le esigenze del momento con grande attenzione per le tematiche femminili.

Quali grandi figure di soroptimiste l'hanno particolarmente colpita?

Tra le tante ricordo in particolare Violet Richardson la fondatrice del Soroptimist nel 1921 in California. Violet nacque nel 1888 e si laureò nel 1911 nella University of California in Education and Science diventando subito la responsabile dei programmi di educazione fisica dei ragazzi e delle ragazze di tutte le scuole di Berkeley. Fondò il Soroptimist con 85 giovani donne imprenditrici, medico, insegnanti e diede le linee guida dell'organizzazione internazionale che erano Quality (lo stato professionale delle socie), Harmony (armonia la guida dei rapporti) and Service (atteggiamento verso l'esterno promuovendo l'amicizia tra le nazioni e la pace tra i popoli).

Ricordo, inoltre, madame Suzanne Noël, che ha portato in Europa il Soroptimist. Era una illustre chirurgo plastico francese. Aveva studiato medicina a Parigi, in un'epoca in cui le donne incontravano una forte opposizione alla loro carriera professionale, ma si era ben presto affermata nel campo della chirurgia plastica ed estetica acquistando larga fama per essersi dedicata agli interventi di ricostruzione facciale dei grandi ustionati feriti di guerra, usando anche bisturi speciali da lei stessa inventati. Viaggiando molto per illustrare la sua tecnica chirurgica e formare allievi anche all'estero, incontrò Stuart Morrow, il fondatore del Rotary International, che le fece scoprire il soroptimismo. Sedotta dai principi di questo movimento così all'avanguardia per i tempi, Suzanne si adoperò con tutta l'anima nel diffonderli riuscendo a creare a Parigi nel 1924 il primo club europeo. Continuò instancabilmente a diffondere i valori del Soroptimist in Europa favorendo la nascita dei club europei.

Ricordo, infine, Alda Rossi da Rios, fondatrice in Italia del Soroptimist. Era figlia di un garibaldino e conseguì a Padova la laurea in Lingua e Letteratura Francese. Rimase presto vedova con tre figli e in ristrettezze. Mise allora a frutto la sua perfetta conoscenza di ben sei lingue straniere e della musica, dando lezioni e facendo traduzioni. Apprezzata ed abile conferenziera, introdotta negli ambienti colti di Milano, nel 1927 nella sede del Lyceum conobbe madame Noël e rimase affascinata dagli ideali soroptimistici. L'idea di riunirsi in una associazione femminile che aveva ramificazioni all'estero e precise finalità, era un atto di coraggio e di fiducia nella città lombarda, possibile per le sue tradizioni di civismo e di apertura cosmopolita.

A quale tipo di figura femminile, sociale e professionale, si rivolge l'associazione?

A donne professionalmente impegnate, colte e generose, generose perché donano il loro tempo e le loro competenze in modo disinteressato. Agli inizi le fondatrici sono artiste, industriali e commercianti, professioniste e testimoniano una battaglia per l'emancipazione.

Negli anni '50 e '60 entrano giuriste, neurologhe, docenti universitarie, consulenti editoriali e giornaliste di costume che testimoniano il clima costruttivo del Paese negli anni del dopoguerra e in cui le donne danno un importante contributo in moltissimi campi.

Negli anni dal '70 al '90 entrano magistrate, donne nelle carriere direttive della pubblica amministrazione e degli enti culturali. I loro ruoli confermano le posizioni di responsabilità raggiunte in aree considerate tradizionalmente maschili come la magistratura, la medicina, l'economia e l'ingegneria.

Oggi la professione delle socie rispecchia gli attuali livelli raggiunti dall'emancipazione femminile e anzi questi ruoli sottolineano il valore della differenza femminile come strumento di innovazione di creatività e di etica. Ora si ricercano profili di donne con professioni nuove ed emergenti, espressione di un mercato del lavoro in profonda evoluzione.

“Service” e “Attività di disseminazione” sono tra le principali finalità dell'associazione: ce ne può spiegare il significato?

Il ruolo dell'associazione è quello di migliorare la società e di influenzare i processi collettivi grazie ai service proposti. Un altro esempio è il service che i due club milanesi, assieme al club di Lomè in Togo, hanno portato avanti dal 2003 ai giorni nostri e in cui si sono impegnati a seguire legalmente, nella casa di accoglienza “Rayon de Soleil”, 17 bimbe orfane sino alla loro maggiore età, affinché potessero entrare nel mondo del lavoro ed essere indipendenti.

Recente è il progetto rivolto agli orfani di femminicidio. Tramite il Tribunale dei Minori abbiamo conferito premi di studio ad orfane bisognose di aiuto economico per continuare gli studi partendo dal presupposto che l'educazione e l'istruzione sono il modo per cercare di superare il trauma legato alla perdita violenta della mamma.

La attività di disseminazione avviene creando dei modelli operativi innovativi e da replicarsi attraverso il network nazionale ed internazionale.

Su quali temi, secondo lei, dovrebbero impegnarsi le soroptimiste per influenzare in un'ottica femminile i processi collettivi?

Occorre ancora rafforzare la leadership al femminile. Se avremo più donne in ruoli apicali si riuscirà a cambiare la modalità per il raggiungimento dei massimi livelli, attualmente basata su una competitività estrema e con modus operandi spesso assolutamente incompatibili con la sfera privata. La conciliazione del lavoro con la famiglia per l'accrescimento della natalità è un tema di assoluta priorità.

Da molti anni Soroptimist organizza un corso alla Bocconi, che si è evoluto nel tempo, e che ora è per le giovani donne che si affacciano al mondo del lavoro, con alta preparazione professionale ed un'età massima di 28 anni. Il tema di quest'anno è Leadership e genere nella Società 4.0. La scelta delle candidate avviene tramite selezione in seguito alla adesione ad un bando annuale.

Quanto la Milano degli anni Venti ha contribuito alla nascita e all'affermazione dell'associazione?

Milano era, come oggi, la città trainante ad ogni livello e qui si sono formate le fondatrici a contatto con le grandi personalità femminili dell'epoca e basta citare figure come Margherita Sarfatti e Anna Kulischoff, ma soprattutto in un nuovo contesto di vita femminile più libero nelle relazioni, più spigliato nel modo di vestire con un inizio di autonomia nel mondo lavorativo. Il Soroptimist si inserisce in questo momento fortunato per l'emancipazione femminile e può portare la sua carica innovatrice e di esempio di respiro internazionale. Cito, tra le fondatrici, Ada Negri poetessa, Giuseppina Pizzogoni pedagogista, Elisabetta Keller pittrice, Giulia Recli compositrice, Carla Strauss danzatrice.

Quale spazio e quali obiettivi si pone l'associazione nella Milano contemporanea?

Gli obbiettivi sono contenuti nelle linee programmatiche della presidente nazionale in carica Mariolina Coppola per il suo biennio 2019-2021. I progetti suggeriti ai club riguardano i due grandi temi fondamentali, che sono la Parità di genere ed Empowerment e lo Sviluppo Sostenibile e Ambiente.

Il primo tema punta alla parità di genere per cambiare società e cultura e cioè occorre far emergere il talento delle donne in ogni campo eliminando il gender gap.

Il secondo è un tema ineludibile nella società contemporanea perché riguarda il cambiamento climatico e che se non affrontato creerà ancora più diseguaglianze e povertà nel mondo.

Lo spazio dell'associazionismo deve allargarsi e rafforzarsi continuando sempre di più nella sua opera di sensibilizzazione e di orientamento. È una sfida di cui il Soroptimist si fa carico e che non può essere sottovalutata.