Sensibilizzare sul tema della fame attraverso lo sport e l'arte. È il senso dell'iniziativa No hunger project, pensato, ideato e fortemente voluto da Virginio Favale, fotografo e artista a tutto tondo. E metà dei proventi di questa splendida avventura andranno, attraverso la Onlus Interlife, a portare aiuti e risorse nei paesi del Terzo Mondo dove la fame è una delle principali piaghe.

Favale non è solo l'ideatore, ma anche il protagonista del progetto che si sviluppa a partire dal Giappone per toccare tutto il mondo. L'artista, originario di Velletri, infatti, fin dagli anni Novanta si avvicenda tra Roma e Tokyo. Collabora con le maggiori agenzie pubblicitarie internazionali, realizzando campagne per aziende leader. Il curriculum di Favale è importante e nutrito: dalla pubblicazione di libri e servizi editoriali a livello mondiale fino alle oltre dieci mostre personali. Negli ultimi anni si è concentrato maggiormente nella regia di film, documentari e video commerciali, ottenendo premi e riconoscimenti in particolare nell’ambito sociale con la campagna per Save the Children contro la violenza sui bambini e con il progetto contro il doping Purosangue.

Oggi incontriamo Virginio Favale alla vigilia della sua partenza per Tokyo. L'artista da mesi ha intrapreso un duro allenamento in bicicletta per prepararsi a No Hunger Project che lo vedrà percorrere 100 chilometri al giorno su una bicicletta che è stata realizzata da Offiseria espressamente per lui, e che verrà messa in vendita al termine del percorso. Un percorso che non sarà banale, visto che prevederà da marzo 2018 numerose tappe in Giappone per un totale di oltre 6 mila chilometri, lo stesso avverrà nel 2019 quando Favale sulla sua bicicletta attraverserà gli Stati Uniti, coast to coast. Ma in cosa consiste No Hunger Project?

“L’idea – spiega l'artista - è quella di realizzare una serie di avventure ciclistiche, di lunga percorrenza, per raccogliere fondi contro la fame nel mondo. La prima di queste avventure è quella di percorrere e documentare fotograficamente tutto il Giappone”. Favale dunque pedalerà in solitaria lungo 6.000 chilometri per dare il via a una serie di avventure nei luoghi e nelle città più affascinanti del pianeta. E la fame la sentirà anche Favale che, inforcando la sua bicicletta, arriverà stremato a ogni tappa del suo lungo viaggio. Ma No Hunger Project avrà uno sguardo allegro e costruttivo sulla realtà proprio per la sua valenza sportiva, artistica, umanitaria ma anche gastronomica che farà conoscere luoghi e pietanze insolite. “L’aspetto sportivo – sottolinea Favale il cui viaggio in Giappone durerà 90 giorni - è la base portante dell’iniziativa ed è il motore che fa girare tutto il progetto attraverso una lunga pedalata di 6.000 chilometri. L’obiettivo artistico è quello di realizzare una serie di libri fotografici e relative mostre itineranti a livello internazionale. La collana di libri verrà pubblicata da una casa editrice inglese, l’Artmedia Press di Londra e distribuita a livello mondiale. Infine, troviamo l’aspetto umanitario che da al progetto un forte valore sociale. Il 50% dei fondi raccolti, tra la vendita delle opere e le donazioni, verrà devoluto a Interlife, una Onlus che opera con iniziative già collaudate, per lo sviluppo e l’approvviggionamento di risorse idriche e alimentari a popolazioni bisognose”.

Tra i partner del progetto figurano, oltre a Offiseria e Interlife Onlus, anche The Kids Road, una strategic & creative consulting firm che da sempre lavora a fianco di Imprese e Startup, c'è poi Purosangue, società altamente specializzata nel settore dell’atletica leggera la cui mission più importante è la cultura no doping e infine il Progetto Main World di Francesco Filippi, una piattaforma per la creazione di un Social Network di Consapevolezza Planetaria, nata con l’intento di ristabilire una connessione empatica tra gli esseri umani. Virginio Favale è un entusiasta della vita e della creatività espressa in ogni sua declinazione e non vede l'ora di cominciare.

“Le prime avventure – racconta - avranno come sfondo i paesi e le città più ricche del mondo; come Tokyo, New York e Londra. La scelta cade su queste città, capitali del benessere e della finanza mondiale, perché si vuole stimolare l’attenzione e la coscienza di chi ha maggiori risorse economiche e può così aiutare chi vive al limite della sussistenza. Nella nostra era, dove tutto si può condividere, ci sono ancora persone che muoiono di fame. La rete che permette di condividere tutto, appunto, diventa lo strumento per cercare e raccogliere i fondi necessari per alimentare il progetto. Verranno attivati una serie di canali di comunicazione social che serviranno a documentare il progetto e a tenere un filo sempre collegato con i followers”. E le splendide foto di Favale saranno lo storytelling, una narrazione affascinante e raffinata, che saprà cogliere nei dettagli un viaggio che non è solo una finestra aperta sul mondo, ma uno scrigno che si apre nell'interiorità di ognuno di noi.