Questa è la seconda di tre parti di cui si compone l’articolo relativo all’intervista a Roberto Siconolfi sociologo, saggista, direttore del canale YouTube “La Nuova Occidentale”, analista di fatti sociali e politici, studioso dei media, di filosofia tecnologica e dell’intelligenza artificiale. Lo scopo è vedere se, dietro quella che sembra una più o meno lucida follia, si celi un piano ben strutturato.

D’Angelo. Ammesso anche che Trump riesca in questa sua rivoluzione, perché di questo si tratta, sembrerebbe essere la prima rivoluzione negli Stati Uniti guidata dal Capo di Stato.

Siconolfi. Una rivoluzione dall'alto, come dice anche Lucio Caracciolo.

Esatto. Come pensi che lui intenda cambiare questo apparato? Certo snellendolo, quindi come disse Elon Musk, ci saranno morti e feriti, nel senso che molti rimarranno senza lavoro ed è quello che sta succedendo. Per certi versi mi sembra paradossale che i primi che stanno pagando questo intervento, diciamo a gamba tesa da parte dell'amministrazione Trump, sono proprio quelli che l'hanno votato. Molti di loro, infatti, sono immigrati che lavorano negli apparati statali.
Ma ammesso che Trump riesca in questa sua rivoluzione, come può cambiare il panorama se, come hai giustamente anticipato tu, comunque ci sono degli interessi che riguardano Trump stesso? È evidente che non sarà un vero cambiamento, una vera transizione o una rivoluzione significativa.
I lavoratori saranno sostituiti dalle macchine, grazie all'intelligenza artificiale, che renderanno più efficiente il sistema. Ma le macchine sono istruite dagli esseri umani (come abbiamo visto nella serie di articoli relativi all’IA) e io, come sanno bene i miei lettori, sostengo sempre che la vera rivoluzione deve avvenire dentro ognuno di noi, unica vera condizione per operare un reale cambio di rotta anche nel mondo esterno a noi. Altrimenti non ci sarà mai una vera e propria transizione.

Ma la rivoluzione di cui parli non è di questo mondo. È sicuramente importante e questo vale per ognuno di noi, evolversi da un punto di vista spirituale, rendere la propria vita sempre più un atto di servizio verso il prossimo, verso il sacro.

Poi, però, c'è anche il campo della vita terrena, il campo dell'immanente, che comunque va onorato, però va onorato non cercando di portare, diciamo, la purezza a un livello totale, ma con la mentalità che la terra è un campo inevitabilmente imperfetto, molto imperfetto, come stiamo vedendo e come vediamo sempre di più. Quindi riuscire a barcamenarsi in uno scenario del genere, in questo momento storico, è già, dal mio punto di vista, un gigantesco passo in avanti.

Ma tutti i progetti politici sono dei tentativi che possono funzionare, come no, perché è chiaro che c'è anche una realtà con la quale ci si confronta. Per cui, su dieci atti magari ne passano quattro, cinque.

Dal mio punto di vista ci sono già dei segnali di cambio di rotta con le amministrazioni precedenti, come i provvedimenti contro l'USAID, che è l'agenzia che poi ha guidato tutte le guerre, le rivoluzioni colorate, le guerre umanitarie; il tentativo di riavvicinamento verso la Russia e di non cedere troppo all’azione di Netanyahu (vedi la guerra dei 12 giorni); la questione Kennedy, e il lavoro che sta facendo per riportare una cultura della salute agli americani. Certo, non sta bloccando immediatamente la produzione dei vaccini a mRNA, ma non era nemmeno quello il suo intento, che era, invece, quello di portare informazione e libertà di scelta. E mi pare che stia portando avanti entrambe le cose, perché ora gli statunitensi sono liberi di scegliere, non hanno costrizioni, ma allo stesso tempo vengono informati sui pro e i contro. Non verranno più utilizzate le campagne pubblicitarie ossessive, che poi ti portano sempre più all’utilizzo di farmaci che, come minimo, indeboliscono la tua salute.

Oppure il fatto che gli USA non abbiano ceduto alla tentazione di andare in guerra con la Russia è un ulteriore cambio di direzione.

Il fatto che su” X”, che è un social network utilizzato da milioni e milioni di utenti, si possa respirare maggiore libertà. O che Mark Zuckerberg sia stato sostanzialmente indotto, per motivi tattici, ad ammettere di aver detto e fatto dire un sacco di fesserie sul Covid, cioè tutte queste cose, non sono affatto scontate e sono un chiaro esempio di volontà di cambiamento.

Trump va avanti, anche se non instaurerà il mondo perfetto, ma qual è il mondo perfetto in cui vogliamo vivere? Personalmente sono d’accordo sul mantenere un certo grado di produzione interna a discapito di una produzione delocalizzata, come anche un certo grado di economia reale, concreta, solida. Poi non sono sicuro che questa base elettorale, alla quale tu alludi, sia insoddisfatta; forse più negli ultimi tempi, per via delle frizioni sulla questione Israele ed Epstein. Lì, effettivamente, c’è uno scontro tra la base populista trumpiana e i poteri neocon che persistono all’interno dell’amministrazione.

In ultima analisi, per me la rinascita di libertà sostanziali, come quella di parola, di fare impresa, di poter fermare dei progetti folli, ideologici - pensiamo alla transizione green – le ritengo ottime iniziative. Non è lo stato paradisiaco, ma non credo che sulla terra ci sarà mai questo stato.

Certamente non ci sarà lo stato paradisiaco, almeno a breve termine; bisogna mediare tra quello che è la quotidianità, il mondo esteriore oggettivo e quello che può essere un certo tipo di evoluzione interiore. Però io non vedo contraddizione tra le due cose; d'altronde come giustificare una persona che “predica bene e razzola male”?
Il vero cambiamento di rotta di una società che ci sta chiaramente portando in una direzione innaturale se non catastrofica, non può basarsi solo su cambiamenti che riguardano aspetti meramente tecnico-organizzativi, perché tutto, anche l’IA, passa attraverso la nostra coscienza. Sri Aurobindo, per citare uno dei tanti filosofi, pensatori, maestri, chiamali come vuoi, che hanno cercato di farci intravedere la possibilità di vivere in un mondo diverso, parlava dello “yoga integrale” che, sommariamente, afferma che un certo tipo di attenzione e di coscienza la dovremmo avere in tutte le cose che facciamo, non soltanto quando ci sediamo in un angolo di una stanza a meditare, ma in ogni atto della nostra giornata.
Ma per tornare a temi più pratici e immediati, hai accennato al tema della salute. Io non vivo negli Stati Uniti, ma ho degli amici che sono americani e vivono negli Stati Uniti, e da quello che mi dicono, e da un paio di video che ho visto su YouTube prima di sentirci, sembrerebbe che invece Trump la stia smantellando la sanità americana, cioè quel poco che Obama aveva ottenuto per de privatizzare la sanità.

Mi pare che non l'abbiano toccato, era una cosa che dicevano, ma al momento non la stanno realizzando.

Non direi: tempo fa c’è stata un’audizione al Congresso di alcuni senatori democratici che asserivano che con un solo tweet Elon Musk aveva bloccato la proposta di dare i farmaci gratuiti agli asmatici. Come di sicuro a marzo Trump ha letteralmente smantellato il Ministero dell’Istruzione.

Ma se i soldi devono andare per promuovere l'ideologia gender nelle scuole… Sinceramente a me non interessa finanziare una scuola pubblica dove vengono promosse queste cose. Trump rappresenta l'America delle comunità, l'America che è contro lo Stato centrale.

È un paradosso detto dal presidente dell'apparato centrale.

Lo è per forza di cose, visto che per diventare presidente devi venire eletto. Ma il suo obiettivo è quello di ridurre quanto più possibile i poteri dello Stato centrale per potenziare quelli delle comunità.

Quelli delle comunità o quelli dei privati? Perché nel momento in cui si parla di sanità negli USA...

Quello delle comunità e anche quello dei privati. I privati non sono altro che organizzazioni di cittadini che, guidati da un venture capitalist, da un imprenditore, creano un circuito economico.

Che di solito fa i suoi interessi, mentre lo Stato dovrebbe fare gli interessi del cittadino.

Ma non è così, non è la mentalità paleo-libertaria che rappresenta buona parte della filosofia del trumpismo. Lo Stato è una cosa che deve essere ridotta il più possibile, perché lo Stato è quella espressione di quella mentalità moderna, giacobina, illuminista, che comprime le comunità, comprime lo spirito creativo delle individualità.

Io lo farei anche in Italia, io taglierei anche in Italia. A me non interessa finanziare otto borse di studio di dottorati dove sette sono truccate, oppure lavorare in una scuola dove devo parlare di ecofemminismo, di gender theory e roba del genere, o finanziare la sanità pubblica, dove devo entrare col Green Pass, dove mi fanno morire in terapia intensiva perché magari non mi sono fatto il vaccino, o anche se mi sono fatto il vaccino mi fanno morire lo stesso. Preferisco promuovere le reti private alternative, e mi auguro che ne nascano sempre di più.

(continua)

Notes

Danilo D'Angelo, La rivoluzione di Trump: intervista a Roberto Siconolfi
Danilo D'angelo, Sotto il segno dell’IA