Immerso nel verde delle campagne di un piccolo paesino umbro, Collescipoli, in provincia di Terni, si trova il suo studio. Lontano da caos e ritimi frenetici. Andrea sceglie la natura e la lentezza per l'ispirazione che gli consente di catturare le emozioni grazie agli scatti. "Credo che la fotografia sia un momento d'eternità", dice Andrea, che vuole solo luce naturale per le sue foto, niente di artificiale che possa deformare o discostarsi dalla vera essenza del soggetto ritratto.

"Ho iniziato ad amare la fotografia piuttosto tardi, verso i 25 anni, grazie a una Yashica di mio papà, che tuttora conservo ed uso per alcuni scatti, le macchinette digitali sono molto funzionali, ma non hanno di certo il fascino del rullino e fin da subito ho prediletto fotografare persone, espressioni e sguardi". Andrea nel suo primo anno da praticante fotografo, grazie ai rudimenti dello zio, fa tre scatti molto importanti per lui, tra questi in qualità di invitato ad un matrimonio, al padre dello sposo con gli sposi sullo sfondo.

Già è evidente il suo talento, ma la passione vera nasce quando Andrea in seguito ad un libro di Jan Saudek ricevuto in prestito da un amico, esce di casa e compra subito una Reflex Digitale. "Mi piace raccontare quello che succede in un determinato giorno, come quello del matrimonio, per questo mi sono specializzato come wedding photographer e di cose ne ho da raccontare tante!".

Chiedendo ad Andrea quale sia però la persona che lui abbia maggiormente fotografato, gli vengono le lacrime agli occhi e mi racconta la storia del signor Angelo, un uomo che viveva con sua suocera e con cui anche lui ha avuto modo di vivere per sei mesi, una persona ritardata la cui mente si era fermata all'età di quattro anni.

Tramite le foto, Andrea ha colto l'essenza di Angelo, quello che lui da solo non riusciva a dire di sé agli altri "Le foto sono dipinti, che narrano del soggetto e dell'autore insieme, come se fossero un'entità unica, senza parole, senza spiegazioni e più l'autore entra in contatto con il soggetto, più la foto sarà veritiera, proprio per questo non scatto mai le foto immediatamente, prima ho bisogno di parlare, conoscere quella persona che dovrò "catturare". Uno dei primi progetti di Andrea è Careful, le foto sono ispirate alla celebre canzone dei Pink Floyd, "Careful with that Axe, Eugene", una sorta di operetta teatrale, un mini musical se si vogliono vedere le foto con la musica in sottofondo. "Ho immaginato questa persona, con una grande rabbia dentro, si benda, prende l'ascia che ha a portata di mano e si scaglia contro la televesione accanto. La sua è una furia cieca, è completamente sudato. Ho voluto dare alle foto un sapore claustrofobico, che odora di chiuso, oscuro. Ho preferito concentrarmi non tanto sull'azione quanto sulla preparazione, sulla maturazione del gesto".

Per il momento quello del fotografo per Andrea è un secondo lavoro, che però gli dà tante soddisfazioni, soprattutto quando si sente dire frasi come questa da una sposa, ritratta in un momento di relax "Vedi a cosa servono le tue fotografie? Io non mi ricordavo di quell'attimo e se tu non mi avessi mostrato questa foto, lo avrei dimenticato per sempre, ecco perché le foto non sono solo immagini, ma momenti che restano dentro di noi in eterno".