Amelia Jane Murray nacque a Port-e-Chee, un luogo il cui nome, in gaelico manx, significa “musica delle fate”. Sembrava quasi che quel posto incantato l’avesse scelta per raccontare storie magiche. Crescendo, Amelia non poteva fare a meno di lasciarsi trasportare da quella musica invisibile che la circondava, una melodia che la guidò a dipingere creature delicate e luminose: le fate che danzavano tra i boschi e i fiori della sua isola.
Avvolta dalle brume dell'Isola di Man, mentre il resto del mondo celebrava i progressi dell'industrializzazione del XIX secolo, Amelia trovava ispirazione in un universo incantato, come se stesse attingendo a un antico libro di fiabe. Con un tratto delicato e sognante, dava vita a fate, boschi misteriosi e creature eteree, trasformando la realtà in un mondo sospeso tra sogno e magia.
Lo stile artistico di Amelia Jane Murray è una straordinaria fusione di realismo e fantasia. I suoi acquerelli catturano le complessità della natura con una precisione quasi scientifica, mentre al contempo infondono un'atmosfera onirica alle sue opere. Le delicate fate che popolano i suoi dipinti sono rappresentate con abiti tipici del XIX secolo, caratterizzati da toni pastello e una vita alta, aggiungendo un ulteriore strato di magia e autenticità ai suoi lavori. Inoltre, traspare l'influenza della zia Lady Charlotte Murray, autrice di The British Garden, la cui passione per la natura ha sicuramente acceso in Amelia il desiderio di esplorare e rappresentare il meraviglioso connubio tra realtà e immaginazione.
Le influenze sulla pittura di Amelia Jane Murray rimangono ancora oggi avvolte nel mistero. È certo che la pittura accademica del XVIII secolo, caratterizzata da una forte enfasi sui temi dell’antichità classica, abbia avuto un ruolo significativo nel suo lavoro. Allo stesso tempo, nuovi sentimenti di individualismo, irrazionalità, spirito di ribellione e una risposta emotiva alla natura cominciarono a svilupparsi verso la fine di quel secolo. In questo contesto, gli artisti iniziarono a cercare soggetti esotici e mistici, ispirandosi al folklore popolare anglosassone, con figure come druidi, celti e fate. Le opere di Murray si inseriscono anche nel periodo Regency, caratterizzato da un forte interesse per il fantastico, le leggende e le fiabe. In questo clima, le fate divennero figure emblematiche, simboli di bellezza, innocenza e sogno.
Nonostante il fiorire di nuove idee, è innegabile che Shakespeare e le storie dei fratelli Grimm abbiano avuto un'influenza preminente nel plasmare il mondo incantato delle fate che Amelia rappresentava nelle sue opere. Un esempio significativo è l'acquerello Titania Regina, in cui appare Titania, la regina delle fate in Una notte di mezza estate di Shakespeare.
La carriera artistica di Amelia Murray si sviluppò tra il 1820 e il 1829, un periodo di intensa creatività che purtroppo durò solo un decennio. Nel 1829, la sua vita subì una svolta significativa quando sposò Sir John Oswald di Dunniker, un cugino che aveva ventidue anni più di lei. Lasciò la sua amata isola e si trasferì a Fife, in Scozia, dove la vita prese una direzione completamente diversa. Qui, Amelia assunse il ruolo di madre, dedicandosi alla cura dei sei figli del marito, nati da un precedente matrimonio. Con il passare del tempo, la loro famiglia si allargò ulteriormente con la nascita di altri due bambini, frutto del loro amore. Così, in una nuova realtà domestica, Amelia si trovò a bilanciare le responsabilità familiari con i ricordi di un periodo artistico che aveva definito la sua giovinezza.
Nel 1985 viene pubblicata A Regency Lady’s Faery Bower, una raccolta di illustrazioni dipinte da Amelia Murray simbolo di un’epoca in cui l'arte e la letteratura si intrecciavano, alimentando l’immaginazione collettiva e il desiderio di evadere in mondi fantastici. Alcune delle fate di Amelia, inoltre, sono state vendute alla fine degli anni Novanta da Christie’s per una valutazione complessiva che si aggira intorno alle 2.000 sterline.
Amelia Jane Murray rappresenta un affascinante intreccio tra arte e mito, un'eroina dell'immaginario che ha saputo trasformare la sua isola natale in un palcoscenico per le fate e i sogni. Nonostante la sua carriera sia stata breve, il suo lavoro continua a ispirare e incantare, riflettendo un’epoca in cui l’arte non era solo un mezzo di espressione, ma anche una fuga in mondi incantati.