Maria Chiara Petrassi
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Maria Chiara Petrassi

Si scrive attaccato o staccato? Preferisci essere chiamata Maria o Chiara? “Nessuna delle due, piuttosto Mery, rigorosamente con la e, così da evitare strane pronunce o confusioni linguistiche” rispondo.

Sono nata a Roma a maggio del 1997, anno in cui, il venti gennaio Bill Clinton iniziò il suo secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti d’America. Il primo maggio, nel Regno Unito i Laburisti di Tony Blair vinsero le elezioni dopo diciotto anni di governo conservatore e il sedici ottobre, venne pubblicata sul New York Times la prima foto a colori. Cosa ne poteva sapere una bambina appena nata? Assolutamente niente. Mai avrei immaginato però, che tutti questi eventi mi avrebbero spinta ad approfondire tutto ciò che successe in quegli anni. Non mi piacciono le biografie “curriculari” ma a volte, scrivere qual è stato il proprio percorso di studi, può descrivere meglio chi siamo davvero come persone.

Dopo il liceo classico, decisi che avrei proseguito i miei studi universitari nel campo della medicina, nello specifico come medico pediatra. Ho sempre amato dedicare del tempo ai bambini, dedicare loro delle attenzioni e delle premure, ma capii presto che questa piccola “vocazione” era ben distante dal prendermi cura di loro a livello medico. Inoltre capii che forse tutti gli anni di studi che mi aspettavano (soprattutto di tipo scientifico, che odiavo) costanza e dedizione, non facevano proprio al caso mio. Allora pensai a quali altre predilezioni e passioni avevo nella vita. Le risposte furono due: la politica (nell’accezione più nobile del termine, ossia: arte che si attiene alla città o allo Stato) e il giornalismo, o perlomeno la scrittura.

Dico sempre di aver imparato, probabilmente, prima a scrivere che a parlare, questo è certamente impossibile per un bambino, ma questo è per spiegare quanto nella mia quotidianità, spesso senta la necessità di scrivere un pensiero, un discorso o un qualcosa di interiore piuttosto che esprimerlo a voce. Quindi morale della favola? Ho scelto la facoltà di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’università di Roma Tre e ho iniziato il praticantato per diventare giornalista pubblicista.

Cosa c’entrano Bill Clinton, Tony Blair e la prima foto a colori pubblicata sul New York Times? In culla non avrei certo pensato che “da grande” avrei approfondito la storia e la politica di questi personaggi o che avrei provato piano piano a scrivere di politica, raccontare fatti, crisi di Governo e Partiti. Seguire le vicende politiche, le strategie, le scissioni/alleanze interne è il mio fuoco interiore e la mia passione. Il mio sogno più grande è quello di poter, un giorno, raccontare queste vicende al pubblico direttamente sul campo, aspettando conferenze stampa, dichiarazioni ufficiali e parole fugaci di Ministri fuori dai Palazzi del Potere.

Mi definisco spesso “filo-francese” per aver da sempre coltivato la passione per la lingua francese, i film e la letteratura. Allo stesso modo, amo la Swinging London (la rivoluzione culturale tra la metà e la fine degli anni ’60) fino ad arrivare al Britpop (agli inizi degli anni ’90 che ha visto come protagonisti alcuni gruppi britannici, diventati poi storia come: Oasis, Suede, Blur). La musica è sempre presente nella mia vita, mi piace trovare la giusta colonna sonora per ogni momento della mia vita, allegro o triste che sia. Amo l’arte, la danza classica (che ho praticato per molti anni), leggere libri e vedere film. Non sono una persona sportiva o competitiva ma l’unico sport che seguo è il rugby.

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