Lo scorso 3 dicembre si è tenuta a Firenze, patria dantesca, la convention «Free Europe» che riunisce i partiti dell’estrema destra europea. Sotto la direzione del gruppo «Identità e democrazia» presieduto dalla Lega, si sono uniti Rassemblement National della fedelissima Marine Le Pen (assente a Firenze ma presente con un tagliente videomessaggio), i tedeschi dell’Afd, i polacchi di Konfederacja, i portoghesi di Chega (assenti all’appello) e il sovranista olandese Wilders, fresco di vittoria e recentemente noto per le dichiarazioni contro il sostegno economico all’Italia in merito ai negoziati del Recovery Fund.

Protagonista indiscusso, il segretario del Carroccio, Matteo Salvini. Lancia un appello al Governo Meloni, alla maggioranza di centrodestra in Italia, ossia quello di «essere uniti ed esprimere insieme la prossima presidenza della Commissione europea nelle elezioni di giugno». Il suo grande piano, infatti, è quello di unire i Popolari che in Italia hanno come punto di riferimento Forza Italia, i Conservatori, presieduti da Giorgia Meloni e gli identitari guidati dalla stessa Lega di Salvini.

Poche se non nulle le adesioni a questo progetto elettorale, dato che molti dei suoi alleati in Europa hanno posizioni omofobe, filonaziste, antieuropeiste, contro la BC e non affatto scontato, filorusse. Una vera e propria spada di Damocle per la premier Giorgia Meloni, che con estrema dedizione, intreccia le fila con l’Unione Europea, consolidando sempre di più i rapporti con le due donne più importanti nello scenario europeo: la Presidente della Commissione europea uscente, Ursula von der Leyen e la Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. A due giorni dall’incontro di Salvini a Firenze, ancora nessuna dichiarazione da parte della premier. Un silenzio assordante.

Il clima è quello di sfida: «Basta con l’Europa dei banchieri e di Soros», dice Salvini, che paragona l’Ue a un «Golia massonico e burocratico». «Il centrodestra» afferma «per la prima volta può liberare Bruxelles da chi la occupa abusivamente, via dal tempio».

«Il governo italiano non è assolutamente in discussione, sarebbe un'occasione persa non cambiare l'Europa e continuare a fare quello che si è fatto per decenni con guida socialista perché è sotto gli occhi di tutti. L'esecutivo arriverà al 2027 per quanto mi riguarda», rivolgendosi alla sinistra.

«Ci rendiamo conto che presto avremo l'opportunità di cambiare le cose e mandare finalmente a casa la sinistra. Mi auguro che anche le altre forze di centrodestra in Italia concorrano a questo obiettivo», conclude determinato.

Alla vigilia dell’incontro, Firenze si è colorata di blu, il colore della bandiera europea. Un’iniziativa per ricordare che la città del Ponte Vecchio, è una città che crede nei valori dell’Europa unita, sotto la guida del sindaco piddino Dario Nardella. Da sfondo alla Fortezza da Basso, luogo della convention, ha sfilato un corteo antagonista contro l’evento in risposta al raduno sovranista.

Pochi giorni dopo, il 6 dicembre, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Tra i temi in agenda la questione migranti e le alleanze in vista delle Europee dopo le critiche di Matteo Salvini: il leader della Lega nei giorni scorsi ha accusato Metsola di voler «riproporre l'inciucio con le sinistre, che ha portato l'Europa ai problemi di oggi».

«L'incontro è andato molto bene, abbiamo contatti regolari. Stiamo preparando il Consiglio europeo» ha detto la presidente del parlamento europeo, lasciando Palazzo Chigi dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.

Con l'incontro a Palazzo Chigi, Metsola conclude un tour che l'ha portata nelle regioni italiane del sud da dove ha lanciato "un messaggio pro europeismo" e ha invitato i cittadini al voto in risposta agli attacchi di Matteo Salvini. Nei prossimi cinque anni andranno trovate «soluzioni sull'immigrazione, sull'ambiente, sulla politica digitale», ha detto la politica maltese spiegando la posta in gioco della prossima tornata elettorale.

«Sono qui per fare un appello ai cittadini italiani a partecipare alle elezioni di giugno», un messaggio proeuropeista, ha aggiunto ancora da Catanzaro, poco prima di trasferirsi a Palermo dove si è concentrata invece sui migranti. «Il Parlamento europeo continuerà a fare tutto il possibile per raggiungere un accordo sul nuovo patto di migrazione e asilo entro la fine di questa legislatura», ha assicurato. Ha parlato anche dell'accordo tra Italia e Albania («bene parlare anche coi Paesi terzi»), così come delle posizioni da tenere sull'Ucraina («dobbiamo rimanere fermi a sua difesa») e sul conflitto a Gaza («la soluzione a due stati» può garantire una «pace a lungo termine»). Tutte questioni che saranno affrontate anche nel faccia a faccia a Palazzo Chigi. Una piena sintonia nonostante l'appartenenza a due famiglie politiche europee diverse per Meloni e Metsola, che i conservatori di Ecr, di cui la premier è tutt'ora presidente, hanno sostenuto per la guida del Parlamento europeo a inizio 2022.