Presidente Fasano Del Medico, quali sono le principali priorità e obiettivi operativi del CNRE per promuovere l’edilizia ecologica e sostenibile in Italia nei prossimi anni?

Il CNRE nasce in forma di ‘comitato cittadino’ nei giorni successivi al grave terremoto che colpì il centro Italia, nell’agosto 2016; oggi è stato trasformato in organo consortile, riunendo competenze di alto livello nazionale ed internazionale con l’obiettivo di essere soggetto attivo e propositivo nelle fasi della ricostruzione post-sisma. Il CNRE vuole portare impulso green con il progetto "Casa Italia Ecologica", in grado di creare con aziende settoriali di elevato profilo edifici ecologici modulari indistruttibili e ad emissioni nocive in atmosfera, quasi pari a zero, realizzati con tecniche lamellari in abbinamento all’acciaio armonico.

Prioritariamente saremo operativi nelle aree del cratere, per realizzare case, poli didattici e ricreativi, strutture sociali, sanitarie ed alberghiere, ma altresì ricreare i centri storici crollati, nel rispetto delle architetture estetiche e dei costumi locali. Nel contempo stiamo proponendo la nostra filosofia costruttiva del III millennio, alle amministrazioni locali e nazionali, per avviare una riqualificazione globale del ‘parco immobiliare’ italiano, composto da edifici scolastici e residenziali energivori, fortemente inquinanti ed a forte rischio di crollo.

Quale ruolo ritiene possa avere il CNRE nel guidare la transizione verso un’edilizia pubblica e privata più sicura, sostenibile e a basso impatto ambientale?

Il nostro CNRE è l’unico ente in grado di supportare il Governo nelle politiche della pianificazione edificatoria, avendo con lo stesso un punto di vista comune: il benessere dei cittadini e la gestione del territorio ottenuti spendendo meno risorse pubbliche e rispettando l’ambiente che ci circonda.

In che modo il CNRE intende influenzare le politiche pubbliche e incentivare l’adozione di materiali naturali e tecniche costruttive innovative in Italia?

Semplicemente utilizzando argomenti di dialogo inattaccabili, mi riferisco alla gestione della filiera produttiva destinata alla realizzazione delle nuove ‘Città Ecologiche’, che il mondo ci invidierà, integrata localmente al welfare delle singole località e regioni. Nulla sarà casuale, ogni azione sarà il frutto di attente strategie in grado di economizzare gli investimenti usando solamente materiali certificati ‘Made in Italy’ ed imprenditoria e personale generico dei singoli luoghi.

Il CNRE propone di destinare almeno il 30% dei fondi pubblici a progetti di edilizia ecologica e di introdurre premialità nei bandi PNRR e regionali per la bioarchitettura. Quali benefici concreti si attendono dall’applicazione di queste misure?

A parte il notevole risparmio di denaro pubblico e privato nelle fasi della costruzione o ricostruzione, gli edifici proposti nei progetti del CNRE, non saranno impattanti nell’ambiente, non utilizzeranno gas per riscaldamento, non vi sarà ‘gas Radon’ all’interno dei nostri edifici in progetto, non utilizzeranno materiali nocivi, il benessere dei cittadini sarà al top ed i costi di gestione saranno quasi ridotti a zero.

La vostra proposta include la semplificazione delle norme urbanistiche per costruzioni in legno e materiali naturali. Quali principali ostacoli burocratici o legislativi riscontrate oggi nel settore, e come li superereste?

Purtroppo la nostra bella Italia, il paese del sole, talvolta non riesce a stare al passo con i tempi che cambiano, anche con la nostra vita. Ci sono stati tempi nei quali la tecnologia del legno era un po’ trascurata e quasi snobbata. Stiamo migliorando. Oggi i professionisti settoriali, i progettisti, riescono finalmente a considerare il legno, il nobile legno, quale materiale strutturale ineguagliabile ed assolutamente ‘eterno’.

In che modo incentivi mirati a imprese e professionisti possono contribuire a diffondere tecniche e materiali ecologici, e quali strumenti ritiene più efficaci per accelerare questo processo?

Un forte incentivo sarebbe ridurre la fiscalità a coloro che utilizzano le tecnologie ‘virtuose’ del CNRE, come da anni avviene negli USA, abbassando le tasse sugli edifici in relazione al tipo di isolamento utilizzato nella costruzione: maggior isolamento meno tasse. Un incentivo determinante per i virtuosi edifici ecologici sarebbe inoltre obbligare le banche ad agevolare i mutui ‘prima casa’ al 100%. Altro incentivo potrebbe essere l’eliminazione dell’IVA prima casa (4%); l’assenza di questo gettito nelle casse dello Stato sarebbe agevolmente superata dai benefici oggettivi di questi edifici.

Il CNRE chiede sostegno alle filiere italiane del legno, del sughero, degli isolanti naturali e dei sistemi modulari antisismici. Quali vantaggi potrebbe portare al territorio e all’economia nazionale un piano strutturato di questo tipo?

Basti pensare che le ricostruzioni tradizionali post-sisma, in materiali inadeguati, sono finora costate ai cittadini italiani oltre 197 miliardi di euro; denaro speso inutilmente. Qualora ritornasse un terremoto, con epicentro nelle stesse aree ricostruite con materiali e tecniche obsolete, ricrollerebbe tutto; abbiamo una prova di questo nelle aree di Amatrice ed Accumoli, colpite dal sisma nel 2009, ricostruite ‘male’ e ricrollate nel terremoto del 2016 con oltre 300 ignare vittime ‘bianche’.

La proposta di un ‘fondo strutturale nazionale’ destinato esclusivamente a edifici pubblici e residenziali secondo criteri di bioedilizia rappresenta un punto centrale della vostra strategia. Come immaginate l’attuazione pratica di questa misura e quali priorità individuate?

Il futuro delle costruzioni, pubbliche e private, è e sarà il ‘nobile legno’ in tutte le sue forme e tecnologie. La nostra proposta potrebbe sembrare provocatoria, difatto, un fondo strutturale nazionale, per le nostre tecnologie, sarebbe lo strumento finanziario gradito anche alle politiche europee, alle quali ci ispiriamo, garantendo anche a noi maggiori possibilità di ricerca ed innovazione tecnologica-digitale.

Presidente, lei sottolinea come la prevenzione antisismica e la protezione dal gas radon siano fondamentali. In che modo le tecniche costruttive a base di legno o materiali naturali possono garantire sicurezza, salute e risparmio energetico, rispetto alle costruzioni tradizionali in cemento armato?

Il nobile legno è in assoluto garanzia di sicurezza ed indistruttibilità, non a caso la stupenda Venezia si regge su milioni di pali in legno dal V secolo d.C. Da qualche centinaio di anni è stato in uso anche nelle storiche costruzioni medioevali e successivamente anche negli edifici dei nostri avi, per porzioni strutturali quali scale, solai portanti, tetti, travi ed architravi, ecc. Da decenni viene utilizzato anche per le pareti strutturali degli edifici proposti nei progetti del CNRE. Il legno assemblato nelle pareti ecologiche con i tamponamenti isolanti è in grado di non veicolare il terribile ‘Gas Radon’, decadimento dell’uranio, cancerogeno ed il primo responsabile in percentuale, dopo il fumo da sigaretta, del cancro ai polmoni.

Gli edifici ecologici del CNRE eliminano anche questo inquinante radioattivo, garantendo il totale benessere dei cittadini, anche in tenera età. Quindi, gli edifici del CNRE saranno fonte di vita sana e priva di tossicità indotta, nello stesso tempo tutta questa tecnologia isolante ecologica riduce drasticamente i costi per il riscaldamento ed il raffrescamento dei locali.

Alla luce delle recenti emergenze sismiche, come nelle Marche, in Abruzzo, in Umbria o ad Amatrice, ecc., quali insegnamenti pratici può offrire la vostra tecnologia ecologica per accelerare la ricostruzione in sicurezza e con impatto ambientale ridotto?

Se la politica ci saprà ascoltare, potremo applicare in queste aree di intervento il modello ‘Friuli’ che, dopo il devastante terremoto del 1976 con oltre 1000 decessi, ha saputo ricostruire quasi tutto in soli 10 anni, senza le tecnologie dei nostri giorni. Il modello Friuli servirà per dimostrare che si può fare, organizzando la ricostruzione con adeguate azioni sul territorio. La nostra innovazione si basa su format operativi ineguagliabili e tecniche costruttive uniche nel loro genere. La particolare attenzione ai materiali garantirà una qualità della vita senza compromessi.

Il CNRE propone di coinvolgere università e centri di ricerca per formare figure professionali specializzate in edilizia ecologica. Quali competenze ritenete essenziali per i professionisti del futuro, e come immaginate il loro ruolo nelle prossime ricostruzioni?

Noi vogliamo riportare la formazione teorica dei nostri brevetti industriali e la manualità artigianale di coloro che in noi vedranno il proprio futuro di crescita, al centro della vita lavorativa di tutti i giorni. Il CNRE è e sarà il futuro delle costruzioni rispettose della vita delle persone e dell’ambiente.

Guardando al futuro, quale modello di edilizia pubblica e privata desidera promuovere il CNRE in Italia, e quale ruolo pensa che materiali naturali e tecniche antisismiche innovative possano avere nel rendere le città più sicure, sostenibili e resilienti?

Il nostro CNRE ha basato anni di ricerche nel definire un modello costruttivo adattabile a qualsiasi cultura ed uso territoriale, nel rispetto delle economie governative dei luoghi. La nostra tecnica antisismica è indistruttibile, i materiali che compongono i nostri edifici sono stati accuratamente selezionati tra i migliori in Europa, certificati nella qualità e nella durabilità nel tempo. Noi vorremmo che le prossime città, paesi, borghi o rioni, siano edificati con la nostra tecnologia affinché il nostro patrimonio genetico e tutti noi fossimo certi di vivere, studiare, lavorare o essere curati ed assistiti in veri edifici garanti di sicurezza e benessere.