Il 18 giugno del 1997 è stato stampato un documento del Consiglio dell’UE (CREST/1208/97) riassuntivo delle proposte dei rappresentanti degli stati membri dell’Unione Europea in merito ad un programma di ricerca scientifica e tecnica.

A pagina 18, tra le altre note dei rappresentai dei governi dell’Unione Europea, una in particolare desta l’attenzione: il rappresentante del Regno Unito chiede di sopprimere la parola “democrazia”.

Di che si tratta? Alcuni chiarimenti preliminari sono necessari per districarsi fra le procedure legislative dell’UE tre le Istituzioni che sono coinvolte: Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio. Il documento in questione concerne quest’ultima istituzione: la rappresentanza dell’insieme dei governi dei Paesi membri dell’UE.

La Commissione europea propone un testo legislativo e lo invia, per essere analizzato, corretto o adottato come è stato presentato alle altre due istituzioni (Parlamento e Consiglio).

A seconda del tema trattato vengono convocati i rappresentanti dei ministeri competenti dei governi membri dell’UE. In questo caso sono coinvolti i ministeri della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico, nella fattispecie il CREST, (acronimo per “Scientific and Technical Research Committee” - Comitato Comitato per la ricerca scientifica e ltecnica).

Ogni rappresentante del proprio governo indica le modifiche da apportare al documento ricevuto dalla Commissione europea: modifiche, proposte aggiuntive e cancellazioni. In questo caso il Crest raccoglie le proposte e le obiezioni di ogni rappresentate del proprio governo e le riporta punto per punto in unico documento di modo che tutte le delegazioni nazionali possano raccogliere in un unico testo le posizioni altrui e quindi addivenire a compromessi e comunque a finalizzare in un unico testo le idee dell’insieme dei membri del Consiglio UE. Inoltre, per esempio, il segretariato che ha riportato le singole posizioni propone uno schema (in questo caso a pagina 10) indicando i temi da aggiungere e quante delegazioni nazionali lo propongono. Per esempio 7 delegazioni propongono di aggiungere il tema delle foreste, 3 delegazioni propongono di inserire un supporto scientifico per le politiche ambientali, e via elencando.

Veniamo ora alla proposta incriminata. Allegato III, pagina 14; 3. Proporre la crescita competitiva e sostenibile.

Poi a pagina 17, vi) crescita competitiva e sostenibile (VI): la città del domani e il primo punto a pagina 18: New model for sustainable development of European cities (1), the elaboration of medium - an long-term socio-economic scenarios and particular on problem of (2) town planing and architecture, social intregration, safety, energy efficienty an conservation (in particular (democratic)(3) information network (the concept of "digital cities); Traduzione mia: Nuovo modello per lo sviluppo sostenibile delle città europee, l'elaborazione di scenari socio-economici a medio e lungo termine, con particolare attenzione ai problemi della pianificazione urbana e dell'architettura, dell'integrazione sociale, della sicurezza, dell'efficienza energetica e della conservazione (in particolare, una rete informativa (democratica) – il concetto di "città digitali").

I numeri tra parentesi indicano la proposta di modifica. Al punto 1 la delegazione olandese propone di aggiungere “city regions”. Al numero 2 troviamo la proposta del Regno Unito: “problems of planning and design, social integration, integrated transport, safety, and the rational use of energy in the urban environment (in particular in buildings in urban transport)”. Al numero 3 troviamo sempre una proposta di modifica del delegato del Regno Unito che propone “DELETE” (sopprimere) la parola democrazia.

All’epoca il Regno Unito era ancora membro dell’Unione Europea ed ha sempre rappresentato la parte con più alterigia fra tutte le delegazioni nazionali su tutte le tematiche di competenza europea. Alterigia e supponenza con volontà di comando che non hanno mai reso popolari i suoi rappresentanti dell’UE. Quando si tenne il referendum per o contro la Brexit (il 23 giugno del 2016) molti funzionari delle istituzioni comunitarie erano divisi da un opposto sentimento: una parte sperare che il referendum fallisse per non indebolire l’Unione Europea, l’altra che vincesse l’opzione uscita dall’Unione per non avere più tra i piedi l’insopportabile supponenza dei britannici che si sono sempre considerati corpo estraneo al progetto unitario politico europeo e desiderosi solo di avere solo un mercato unico boicottando continuamente ogni avanzamento unitario europeo.

Per i britannici era deprimente il dover discutere con i rappresentanti degli altri Stati membri, considerando il loro “abbassarsi” a compromessi; considerandosi ancora ai tempi dell’impero della regina Vittoria, quando dominavano il mondo. Capaci di fare tutto da soli senza cooperazione, prevalendo un narcisistico nazionalismo imperiale. Come dicevano gli inglesi tempo fa: “nebbia nel Canale della Manica? il continente è isolato.”

Alcuni avevano previsto la catastrofe economica che il Regno Unito avrebbe subìto derivata dalla Brexit e puntualmente è arrivata. Un dato per tutti fornito dall’Office for National Statistic riassume le grandi difficoltà in cui si trovano oltre Manica: sta diminuendo l’età media di speranza di vita, così come i dati specifici riguardanti l’aspettativa di vita in buona salute (Healthty Life Expectancy). Il sistema sanitario nazionale preso, ad esempio nel passato, da tutto il mondo è ridotto quasi al fallimento; insomma la crisi dovuta alla Brexit è talmente importante che nessun altro partito nazionalista ha proposto più l’uscita dall’UE del proprio Paese per tema di veder sprofondare la propria economia una volta abbandonata l’UE. Voler cancellare la democrazia non solo è profondamente sbagliato, ma anche controproducente.