Domenica 30 marzo, Cina, Corea del Sud e Giappone hanno annunciato un significativo rilancio della loro cooperazione economica e commerciale, al termine di un incontro ad alto livello svoltosi a Seul tra i ministri del Commercio dei tre Paesi. Questo incontro rappresenta un passo importante verso una maggiore integrazione economica nell’Asia Orientale, e segna la volontà condivisa di accelerare i negoziati per un accordo trilaterale di libero scambio. Inoltre, è stata sottolineata l’intenzione di promuovere una riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), rendendola più efficace e in grado di rispondere alle sfide del commercio globale del XXI secolo, come la digitalizzazione, il cambiamento climatico e la resilienza delle catene di approvvigionamento.
Un incontro storico dopo anni di tensioni
L’ultimo vertice trilaterale simile risaliva a oltre cinque anni fa, un lasso di tempo che riflette le complesse dinamiche diplomatiche tra i tre Paesi. Le relazioni tra Cina, Corea del Sud e Giappone sono infatti state spesso influenzate da fattori storici, dispute territoriali e rivalità strategiche. Tuttavia, il mutato contesto internazionale, caratterizzato da tensioni con gli Stati Uniti e dall’instabilità geopolitica, ha spinto queste tre economie a rivedere le proprie priorità.
Uno dei fattori scatenanti di questo riavvicinamento è stata la politica commerciale protezionistica adottata dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha introdotto dazi su beni strategici, come le automobili giapponesi e sudcoreane. Queste misure hanno rappresentato un duro colpo per le esportazioni asiatiche, incentivando Tokyo e Seul a cercare un maggior equilibrio economico nella regione, guardando alla Cina come partner commerciale strategico.
La Cina, dal canto suo, nonostante i rapporti spesso conflittuali con i due vicini, ha colto questa occasione per rafforzare la propria influenza nella regione e proporsi come promotrice di stabilità e sviluppo.
Le implicazioni geopolitiche e strategiche dell’accordo
Oltre agli aspetti economici, l’incontro di Seul ha avuto una valenza altamente strategica. Negli ultimi anni, sia il Giappone sia la Corea del Sud hanno approfondito la cooperazione militare e tecnologica con gli Stati Uniti e la NATO, anche come risposta alle minacce provenienti dalla Corea del Nord e alla crescente assertività cinese nel Mar Cinese Meridionale e Orientale.
Tuttavia, l’incertezza politica americana, in particolare l’eventualità di un ritorno di Donald Trump alla presidenza, ha sollevato dubbi sulla solidità e sulla durata dell’impegno statunitense nella regione. Questo ha spinto Tokyo e Seul a considerare anche una strategia più autonoma e una maggiore apertura verso la Cina, bilanciando così le alleanze tradizionali con nuove forme di collaborazione regionale.
In questo quadro, uno dei punti più delicati è stato il ruolo potenziale della Cina nel contenere le ambizioni dell’asse emergente tra Corea del Nord e Russia. L’aumento della cooperazione militare tra Pyongyang e Mosca è visto con preoccupazione a Tokyo e Seul, che temono un destabilizzante riequilibrio delle forze nella penisola coreana. Sebbene la Cina mantenga una posizione ufficialmente neutrale rispetto alla guerra in Ucraina, molti analisti ritengono che Pechino possa giocare un ruolo determinante per frenare eventuali escalation nella regione.
Prossimi passi: un summit per affrontare le sfide comuni
Tra le decisioni più rilevanti dell’incontro di Seul vi è stata quella di definire una roadmap condivisa, con l’obiettivo di organizzare un nuovo vertice trilaterale entro il 2025. Questo summit sarà orientato non solo alla cooperazione economica, ma anche alla gestione congiunta delle principali sfide sociali e demografiche. I tre Paesi condividono infatti problematiche strutturali simili, come il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione e la crescente necessità di innovazione tecnologica per mantenere la competitività. Il Giappone è il Paese con la popolazione più anziana al mondo, seguito da Corea del Sud e Cina, dove si iniziano a registrare trend simili. L’idea è quella di sviluppare politiche comuni in ambiti come welfare, sanità, formazione professionale e transizione digitale.
Oltre a ciò, sono stati avviati colloqui bilaterali paralleli. In particolare, la Cina ha annunciato l’intenzione di rimuovere gradualmente le restrizioni sulle importazioni di prodotti ittici giapponesi, introdotte dopo lo sversamento delle acque trattate dalla centrale nucleare di Fukushima. Tokyo ha inoltre richiesto la ripresa delle esportazioni di carne bovina. Con la Corea del Sud, la Cina ha discusso la possibilità di rimuovere le limitazioni al settore dell’intrattenimento, permettendo un ritorno della cosiddetta “Hallyu wave” nei media cinesi.
Verso una nuova fase delle relazioni tra Pechino, Tokyo e Seul
La Cina vede in questo nuovo slancio un’opportunità per limitare l’influenza americana nella regione e promuovere una visione asiatica di sviluppo e stabilità. Una maggiore interdipendenza economica con Corea del Sud e Giappone potrebbe favorire un allentamento delle tensioni geopolitiche e portare a una riduzione dell’allineamento automatico di questi Paesi con le strategie statunitensi, specialmente se l’America dovesse scegliere una linea più isolazionista in futuro.
Secondo fonti diplomatiche, si starebbero già preparando le basi per una possibile doppia visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping sia in Giappone che in Corea del Sud, evento che sarebbe storicamente significativo. Sarebbe infatti la prima visita ufficiale di Xi a Tokyo da quando è presidente, e segnerebbe un deciso passo avanti nel riavvicinamento politico tra i tre Paesi.
Conclusione
L’incontro di Seul segna un momento di svolta per le relazioni trilaterali tra Cina, Corea del Sud e Giappone. In un contesto globale sempre più polarizzato e incerto, la cooperazione tra le tre maggiori economie dell’Asia Orientale assume un ruolo fondamentale per garantire stabilità, prosperità e una risposta efficace alle sfide del futuro. Se il dialogo proseguirà lungo la strada tracciata, questa nuova fase di collaborazione potrebbe rafforzare la coesione regionale e dare origine a un nuovo equilibrio multipolare, con un’Asia sempre più protagonista nel definire le regole del commercio e della diplomazia internazionale.















