La parola Vodou deriva dalla parola Vodoun (voo-don, voudon). Vodoun significa, “il grande spirito”. Il Vodou ha avuto origine in Benin, Africa. Gli schiavi venivano portati dall'Africa ad Haiti, dove le pratiche religiose venivano tenute segrete.

Gli schiavi erano costretti ad essere cattolici, ma questi per poter professare ancora la loro religione pregavano le divinità (Loas)1 sotto forma di santi cattolici sicuri così da non essere scoperti dai loro padroni schiavisti. Da Haiti questa religione si è poi diffusa in New Orleans con la denominazione di Vodou joke. In questa città i seguaci sono circa l’85% della popolazione, anche se spesso i praticanti sono reticenti ad ammettere l’appartenenza alla tradizione Voodoo.

Centrale nella diffusione del Voodoo da Haiti a New Orleans è la figura di Marie Laveau che per la prima volta aprì al culto i bianchi, rivoluzionando sia la ritualistica che il credo voodoo in generale. Marie Laveau (New Orleans, 10 settembre 1804 – New Orleans, 16 giugno 1881) è stata una religiosa, maga e praticante di voodoo statunitense. La ricostruzione della vita di Marie Laveau è ostacolata dalla carenza di informazioni al riguardo, e complicata dal fatto che condivideva il proprio nome con molte delle sue figlie, tra cui Marie Laveau II, anch'essa praticante del vudù, per cui si teme che le testimonianze pervenute possano aver confuso le due figure.

Sia la figlia che la madre ebbero un'enorme influenza sui loro seguaci, composto sia da neri che da bianchi: viene riportato che nel 1874 ben 12.000 spettatori, tra bianchi e neri, affollarono le rive del lago Pontchartrain per poter assistere alla celebrazione dei suoi riti in occasione della vigilia di San Giovanni. La fama di Marie Laveau e l'alone di mistero creatosi attorno alla sua figura le hanno valso il titolo di voodoo queen (la "regina del vudù") per eccellenza creando di fatto anche il cosiddetto Hoodoo.

Hoodoo è la parte pratica (non religiosa) Voodoo, che può essere svolta anche dai profani e comprende l’utilizzo di erbe, spezie, candele, incantesimi e il sincretismo con altre religioni come la Wicca o le tradizioni degli Indiani d’America. L’Hoodoo, inoltre, prevede anche pratiche di guarigione.

I simboli nel Vodou sono chiamati Vevè, e questi sono collegati agli spiriti (LOA), o possiamo anche chiamarli “Santi”, per il loro sincretismo con i santi cattolici. I vevè possono essere equiparati ai pontos della Quimbanda o ai pentacoli evocativi della magia cerimoniale. Possono essere tracciati a terra con particolari gessi colorati, possono essere stampati su panni e oggetti o tracciati tramite particolari polveri.

Nel Voodoo esistono due categorie di spiriti: i Loa Rada e i Loa Petro. I primi sono considerati positivi e amorevoli nei confronti degli evocatori e solitamente adempiono a ruoli costruttivi. I secondi sebbene possano svolgere anche azioni concretamente positive, hanno un ruolo distruttivo e punitivo nei confronti delle persone malvagie.

Il Vudú dominicano, o Voodoo dominicano (in spagnolo: Vudú Dominicano), popolarmente noto come Las 21 Divisiones (Le 21 Divisioni), è una religione sincretica fortemente influenzata dal cattolicesimo di origine afro-caraibico che si sviluppò nell'ex colonia spagnola di Santo Domingo sull'isola di Hispaniola.

Tra le entità che non ritroviamo tra le altre forme di Voodoo vi sono:

  • Anaisa Pye, il loa dell'amore e della felicità. È sincretizzata con Sant'Anna, madre di Maria. La sua festa è il 26 luglio.

  • Balcan, il Loa della giustizia e della protezione contro i demoni. È sincretizzato con San Michele Arcangelo. La sua festa è il 29 settembre.

  • Candelo sé Difé, Loa del fuoco, anche guerriero e spirito protettore. Considerato uno degli Ogou, sincretizzato con San Carlo Borromeo. La sua festa è il 4 novembre.

  • Santa Marta Dominadora, o Filomena Lubana, si occupa del dominio sugli uomini. È sincretizzata con Santa Marta. La sua festa è il 29 luglio.

  • Ogun Balenyo, il Loa dei guerrieri e dei soldati. È sincretizzato con Santiago (San Giacomo). La sua festa è il 25 luglio.

  • Baron, il Loa della morte. È sincretizzato con San Elías (Sant'Elia). La sua festa è il 2 novembre.

  • Metresili, la Loa dell'amore, della bellezza e della ricchezza. È sincretizzata con la Mater Dolorosa (Nostra Signora dei Dolori).

  • Santa Barbara Africana o Ezili Dantor, il principale loa della famiglia Petro. È sincretizzata con la Madonna Nera.

Gli Dei del Voodoo

Marassa

Nella religione vudù, i Marassa Jumeaux sono i gemelli divini. Sono bambini, di origine più antica rispetto a qualsiasi altro Loa.

Amore, verità e giustizia. Governati dalla Ragione. Misteri di collegamento fra cielo e terra che personificano la dottrina astronomica-astrologica. Essi sintetizzano il Loa (vudù) quali personificazioni del potere divino e dell'impotenza dell'uomo. Hanno una doppia vita e un potere considerevole, che permettono loro di gestire gli individui attraverso lo stomaco. Sono i misteri bambini.

I gemelli Marassa sono in una certa maniera diversi dai Loa (vudù) standard, entrambi superiori di un livello rispetto a questi; sono due gemelli, eppure sono trini, sono maschio e femmina, e tutti e due i sessi insieme - un esempio mirabile della visione del mondo haitiana e della sua capacità di racchiudere in un'unica essenza due aspetti apparentemente contraddittori. In alcuni casi essi non vengono incanalati attraverso la possessione durante il rituale vudù, ma onorati per primi dopo Papa Legba.

I Marassa vengono comunemente sincretizzati con i santi cattolici Cosma e Damiano.

Papa Legba

Papa Legba è un Loa Rada sincretizzato con Sant’Antonio, San Pietro, San Lazzaro e San Martino. Nota che ha uno staff, animali, cani e gatti spesso lo circondano. Lui è un’entità che apre i cammini della vita e ti aiuta a trovare la tua strada e a ritrovare te stesso. Detiene le chiavi del destino ed è la guida spirituale per eccellenza. É in comunicazione con l’aldilà e come Baron può apparire in forma scheletrica. Il “Dio delle porte” deve essere sempre evocato prima di ogni rituale Voodoo. Ogni animale è sotto la sua protezione e in particolare cani, gatti e conigli.

I suoi simboli sono la croce, la chiave, il bastone da passeggio e le stampelle. I suoi colori sono il bianco, il rosso e il nero.

Dambalà

Damballa o Damballa Weddo (scritto anche Damballa Wedo, Damballa Ueddu, Damballah Weddo e Danbhala Weddo), è un loa della conoscenza nella religione vudù, simboleggiato dalla biscia o dal boa. Questo Loa appartiene alla divisione della rada. Danbalà rappresenta la saggezza. L’origine storica è nel territorio dell’antico Regno del Dahomey in Africa occidentale. È un dio serpente, che porta la vita e la forza divina.

È lo sposo di Ayida Wedo, la "signora del cielo" ed è considerato il padre di tutti gli altri loa. Fornisce e comunica le conoscenze occulte e il sapere, è un grande spirito saggio che aiuta anche ad evitare passi falsi e prendere le buone e giuste direzioni.

Rappresenta il principio del bene, e vive vicino a fiumi e sorgenti. Il suo colore è il bianco, e chiede offerte di questo colore (uova, farina). I fedeli posseduti da Damballa cominciano a sibilare a strisciare come serpenti e a nutrirsi di uova come fanno i rettili.

È associato al San Patrizio cristiano, che cacciò i serpenti dall'Irlanda, oltre ad essere considerato figlio del profeta Mosè, per la miracolosa trasformazione del bastone in serpente, eseguita davanti al faraone.

Maman Brigitte

Moglie di Baron Samedi e sincretizzata con Santa Brigida è la regina del cimitero. È raffigurata spesso come una donna bianca dai capelli rossi. Si crede sia una potente strega. Lei è chiamata non solo per le questioni amorose ma anche per proteggere la prole femminile.

I colori sono il nero e il viola e accetta con entusiasmo offerte di candele, galli neri e rum al pepe

Baron Samedì

Baron Samedi (marito di Maman Brigitte) è sincretizzato con San Martin De Porres. Bawon/Baron Samedi è il Signore dei Gede legato alla magia, al culto degli antenati e alla morte. Lui è il capo di tutti gli spiriti che aiutano a trasportare i morti negli inferi.

Solitamente raffigurato con un cappello a cilindro, frac nero, occhiali scuri e tappi di cotone nelle narici, come a somigliare ad un cadavere vestito e preparato per la sepoltura in pieno stile haitiano. Viene spesso raffigurato come uno scheletro (ma a volte ha semplicemente la faccia dipinta come un teschio). Il suo tempio è al cimitero ed è anche il signore degli zombie. Si evoca per questioni amorose e nelle operazioni rituali dove si intende avere un dominio sulle altre persone.

I suoi colori sono nero, bianco, viola e rosso- I suoi simboli: rum, sigari, cappello a cilindro, bicchieri, lapide.

Ogou

Ogou o Ogun (nel Candoblè) sincretizzato con San Giacomo. E’ il dio della guerra, il dio del ferro, il dio guerriero per eccellenza è uno spirito guerriero che aiuta le persone nei i momenti più difficili della vita. È un Loa rada ed è sincretizzato con San Giacomo. È evocato spesso per questioni lavorative o per difendersi dai nemici e le sue evocazioni avvengono talvolta nei pressi delle rotaie. A lui spesso sono dati come offerta parti di binari ferroviari o pezzi di ferro.

Il colore di Ogou è il rosso o il blu. I simboli di Ogou sono il Rum (per alleviare il dolore), la Spada (simbolo della battaglia), il Toro (forza), il Gallo (consapevolezza) e il sigaro.

Changò

Shango (trascritto anche come Sango, Xangô, Chango e in altre varianti) è un importante orisha (dio o semidio) della mitologia yoruba. È associato soprattutto con l'etnia oyo, di cui rappresenta un antenato mitico. È una divinità potente, associata al fuoco e al tuono, e ha un ruolo importante anche nei culti afro-americani derivati dalla religione yoruba, come il candomblé, santeria e vudù. In quest’ultima religione Chango è denominato Changò Macho.

La tradizione orale yoruba descrive Shango come re dell'Impero Oyo, figlio del re fondatore Oranian e di sua moglie Torosi. Da un punto di vista storico, questo collocherebbe la sua vita intorno al XV secolo. Il suo regno viene ricordato come un periodo di grande prosperità, durante il quale l'impero crebbe fino a unificare tutto il popolo yoruba. Nella trasposizione mitologica e religiosa, questa prosperità si riflette nella magnificenza tipica dei rituali del culto di Shango, ricchi di colori, forme e simboli diversi.

Shango è associato al fuoco, al fulmine e al tuono; ha un carattere violento e vendicativo, cacciatore e saccheggiatore, virile e coraggioso; è un giustiziere, e castiga i bugiardi, i ladri e malfattori. Per queste caratteristiche, sia in epoca coloniale che post-coloniale Shango è stato frequentemente considerato come il simbolo della lotta dei neri contro l'oppressione da parte dei bianchi.

A seconda delle tradizioni, Shango viene annoverato come figlio della dea-madre Yemaja o di Obatala, messaggera e intermediaria degli dèi, che lo avrebbe concepito con Aganju, signore del fiume. Ha avuto numerose mogli e amanti, fra cui spiccano le figure di Obá (la prima moglie), Oxum (la seconda) e Oya (la moglie preferita).

Shango viene spesso rappresentato con un'arma chiamata Oxê, un'ascia bipenne, che rappresenta l'azione rapida ed efficace della giustizia. Negli altari in onore di Shango compare spesso una scultura che rappresenta una donna dallo sguardo tranquillo e distaccato che dona quest'arma al dio-eroe.

Nel culto yoruba di Shango vengono spesso impiegate maschere con le sembianze di una testa di ariete. Questo elemento ha portato diversi ricercatori, fra cui Basil Davidson a postulare un legame fra la cultura yoruba e quella di Kush, presso cui l'ariete aveva un ruolo simbolico fondamentale.

Erzulie Dantor

Mama Danto è un Loa Pedro è la madre per eccellenza e rappresenta l’energia del divino femminile. Ama molto i suoi figli e li difende in maniera estrema. Lei è allo stesso tempo amorevole e feroce. È anche una dea guaritrice molto efficace nella cura dei bambini. I suoi colori sono il blu, il rosso, ma anche il rosa e il giallo. A le vengono consacrati coltelli e bambole nere. Lei è sincretizzata con la Vergine Nera di Częstochowa (Czarna Madonna oppure Matka Boska Częstochowska in polacco, Imago thaumaturga Beatae Virginis Mariae Immaculatae Conceptae, in Claro Monte, in latino) è un'icona mariana, custodita presso il santuario di Częstochowa.

Ezili Freda (Erzulie Freda)

Ezili Freda è il divino spirito femminile della sensualità, della seduzione, del romanticismo. Lei rappresenta l’amore, ma inteso anche come amore per se stessi. Aiuta le donne a riscoprire la bellezza estetica ed interiore e a riconoscere quando è presente l’amore vero. Il suo aspetto è di una bellissima mulatta contornata da fiori, bei vestiti, gioielli e profumi. I suoi colori sono il rosa e il blu. Il suo simbolo è il cuore a scacchi e una lanterna con luce bianca.

Ayido Wedo (Ayida Wedo)

Ayida Wedo sincretizzata con la Nostra Signora dell’Immacolata Concezione è la moglie di Damballà (la più importante divinità del pantheon Voodoo, considerato anche il padre degli dei). Rappresenta la connessione tra cielo e mare. Lei rappresenta la fertilità e l'abbondanza. I suoi colori sono bianco e blu. Il suo simbolo è un arcobaleno. Questo Loa è collegato alla figura del serpente, ha caratteristiche taumaturgiche e il suo aspetto è simile a quello di Marta la Dominadora, uno dei caratteristici Loa del voodoo domenicano.

Note

1 I Loas possono arrivare ad oltre 3000 nella loro totalità. In molti casi sono persone morte (reali o mitologiche) poi divinizzate come la stessa figura di Marie Laveau.

Bibliografia

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