Il giallo è il colore più vicino alla luce.
(Goethe, Zur Farbenlehre, 1810)
Le forme si sfaldano contro la luce, diventano incerte e indefinite, si attorcigliano e si mescolano in un tutt’uno luminoso e tiepido. Aria, fuoco, terra e acqua si fondono in un turbine di energia, dove tutto diventa luce. Così tutto il dipinto diventa luce, luce dalla quale si origina il colore. La luce è l’origine, il punto zero da cui tutto si genera. È nelle nuvole, che tagliano orizzontalmente la tela con un giallo dorato, caldo e avvolgente. È nella fiamma che si staglia a sinistra, alimentata da un’aria vorticosa. È nella terra, nell’albero solitario che tenta di resistere alla forza centrifuga velocissima, che tutto mescola e riporta al punto di inizio.
“Luce e colore” (1843) di William Turner si ispira alla vibrante Teoria dei colori di Johann Wolfgang von Goethe, un testo che ha ispirato i lavori di numerosi artisti, filosofi e psicologi. In essa, Goethe percepisce il colore non come proprietà oggettiva della luce, ma altresì come il risultato dell’interazione tra luce e oscurità, con un forte coinvolgimento della percezione umana.
Secondo Goethe, il giallo è luce che si oscura; contrariamente, il blu è oscurità che si illumina. Blu e giallo sono i due colori primari che danno vita a tutto lo spettro coloristico.
In “Luce e colore”, Turner traduce pittoricamente questo pensiero: il giallo è l’origine del tutto. Taglia violentemente la tela per l’orizzontale e si schianta violentemente contro il fuoco, che esplode. Giallo è il sole che accarezza le nuvole e illumina i volti degli angioletti frastornati, che paiono cantare instancabilmente note angeliche. Giallo, e la luce, sembrano venir originati dalla figura di Mosè, accovacciata sui cirrocumuli e semi coperta da un manto celeste. In questa scena tiepida e dorata, Mosè genera il serpente della Genesi, rappresentato nel centro assoluto della tela. In contrapposizione, il blu è respinto al margine del dipinto. Ridotto a un angolo secondario, violaceo, quasi schiacciato dalle fibre dorate che dominano la scena. Turner sembra raffigurare la trionfale vittoria della luce sull’oscurità, della vita sulla morte: quest’ultima prepotentemente spinta fuori, lontano, ai margini dell’ordine cosmico.
Secondo Goethe, la soggettività ha un ruolo fondamentale nella percezione del colore. L’esperienza visiva è centrale, e i colori influenzano le emozioni e la psicologia umana.
Turner sembra aver fatto propria questa lezione. In “Luce e colore”, tutto si organizza su un’onda dinamica che sembra assorbire tutto ciò che vi è attorno, che abbraccia visivamente l’osservatore. Una delle maggiori grandezze di Turner consiste nella sua bravura nel manipolare le scene paesaggistiche, soprattutto marine, per trasmettere un certo tipo di intensità emotiva. Studia la rappresentazione delle onde, la loro dinamicità e potenza inarrestabile, per trasmettere un’intensità emotiva straordinaria.
Con il passare degli anni, la sua rappresentazione della Natura si carica di un pathos romantico, rievocando il concetto di sublime: una Natura grandiosa e terrificante, che è capace di spazzare via tutto in un solo colpo. Turner la rappresenta in tutta la sua magnificenza. Le rappresentazioni di questa Natura cruda consistono anche in un mezzo, per l’artista, di critica verso l’industrializzazione e la meccanizzazione, che non possono sottostare alla capacità distruttiva e senza pietà delle forze naturali. Proprio su questo tema si imbastisce “Luce e colore”: tutta la creazione umana è alla mercé delle forze della Natura, che tutto avvolge in una spirale che, con una forza tremenda, spazza via tutto. Soprattutto nelle sue marine, Turner ricorre spesso alla forma del vortice: simbolo della forza cieca della Natura, ma anche della ciclicità dell’esistenza. Nascita, distruzione, rinascita.
Secondo Goethe, il colore è un fenomeno percettivo. Egli ritiene che il colore emerga dall’interazione tra luce e oscurità attraverso un mezzo torbido.
“Luce e Colore” si fonda su questa tensione primaria: luce e ombra, vita e morte. Vita nei cori angelici che emergono dal fulgore, morte nelle carcasse ai margini della tela. Ma dopo ogni fine, vi è sempre un nuovo inizio. Dal diluvio nasce un germoglio, che si nutre della luce e dà vita a un nuovo mondo.
Goethe propone un cerchio cromatico in cui i colori sono organizzati secondo armonie e contrasti.
Turner sviluppa una sensibilità cromatica sempre più particolare ed audace, anche grazie ai suoi viaggi in Italia. A Venezia, realizza numerose opere tra cui le rappresentazioni marine, dove l’acqua sfuma nel cielo senza più distinzione. A partire da questo momento, Turner sperimenta e aggiunge ulteriore audacia ai suoi dipinti. Cominciano a proliferare una serie di opere arricchite da un forte uso dell’arancione e del rosso, che ribadiscono ed accentuano la potenza dei dipinti. “Luce e colore” viene realizzato nell’ultima fase dell’attività artistica di Turner, periodo nel quale la scelta cromatica delle sue tele si satura drammaticamente e le scene si orientano verso un gusto più astratto.
“Luce e Colore” è un’opera che raccoglie tutte le tensioni e le evoluzioni della carriera turneriana: la cultura sterminata, la passione per il paesaggio, la centralità del dettaglio e la ricerca del sublime. È anche una meditazione sulla forza della Natura e sulla fragilità dell’uomo. Una danza tra luce e ombra, in cui il colore non è solo pigmento, ma voce dell’universo.
Referenze
Wikipedia (2013), Luce e colore (la teoria di Goethe).
Youtube.com (2025), The Genius Of Turner And His Groundbreaking Watercolour Paintings.