Con l’avvicinarsi degli importanti appuntamenti milanesi dedicati alla fotografia, Photofestival e Mia Fair, la galleria milanese Artespressione di Paula Nora Seegy presenta un progetto espositivo a cura di Matteo Pacini sull’artista e fotografo Maurizio Godot Villani intitolato “Antropologia Visiva”.

La mostra, inserita nell’ambito delle 140 esposizioni fotografiche in programma per l’edizione di Photofestival 2014, presenta una serie di opere fotografiche (e non solo) dell’artista. Toscano di adozione, Godot torna alla scena artistica dopo una parentesi di esperienze altre e riprende a comunicare con racconti fotografici che, pur nella differenza formale e nello sguardo più sofisticato, si riannodano concettualmente ai lavori precedenti.

Attraverso geometrie razionali e rigorose, Godot ordina lo spazio inquadrandolo. Ora, oggetti inanimati di sapore nouveau réaliste assumono significati nuovi, soddisfacendo la tendenza compulsiva dell’autore a cambiare la natura delle cose, scovandone l’ambiguità interpretativa a seconda del punto di vista dal quale le si osserva. Tramite il filtro virtuale del medium fotografico, Godot assembla oggetti trovati durante peregrinazioni e viaggi, sciogliendo la fissità dei codici comunicativi e estrapolando il latente surrealismo insito nella realtà quotidiana.

I suoi racconti fotografici, pur sviluppandosi in totale assenza dell’uomo in carne ed ossa, trasudano richiami alla sua costante presenza attraverso le azioni da esso compiute su ambiente e oggetti di cui Godot, con sottile ironia, ritaglia le forme esaltandole nei loro profili.

“A dispetto della purezza geometrica che Godot celebra nei suoi lavori fotografici, il suo sguardo d'artista è attratto dall'infrazione inattesa. La regolarità formale consegna infatti un oggetto nel suo sembiante, ma lo scarto che vi si aggancia per caso - la ragnatela intorno alla statua del vescovo, la palla intrappolata tra San Nicola e la nicchia, l'apparizione di una colomba nel vuoto di San Galgano - apre a invenzioni narrative che vanno ben oltre il dato. Così, quanto si immagina si sovrappone a ciò che si vede, il limite visivo è sempre superabile e superato”. (Da un testo di Silvia Ferrari Lilienau)

Tutte le opere esposte rappresentano diversi racconti fotografici come manifestazioni visive del comportamento umano. La stampa di tutti i lavori è realizzata in Diasec®, supporto di altissima qualità che, oltre a garantire durata e stabilità nel tempo, esalta il contrasto cromatico e valorizza i dettagli più impercettibili, conferendo alle immagini profondità, trasparenza e intensità sorprendenti.

Al vernissage, che si svolgerà giovedì 10 aprile 2014 alle ore 18 presso la galleria Artespressione in via della Palla 3 a Milano, sarà presente l’artista.

Godot si divide tra la ricerca artistica e il mare, ora concentrandosi sull’una, ora sull’altro, senza mai rinunciare a uno dei due estremi della sua oscillazione. Espone dal 1985. Partito dalla poetica dell’objet trouvé, è poi approdato a racconti fotografici che a quella poetica si ricollegano pur nella rarefazione concettuale. L’esperienza più recente cuce tra loro le due fasi creative, vedendolo impegnato in assemblaggi di immagini e oggetti. Ha base in Toscana, ma è più spesso in viaggio che stanziale.

“Ho vissuto l'infanzia in Lombardia, un anno in Liguria e poi mi trasferisco in Toscana, dove mi fermo per studi, lavori, passioni, metto radici e creo il centro dei miei interessi. Ho fatto un paio di anni di medicina, poi ho strambato verso il DAMS di Bologna dove ho avuto la fortuna di respirare le lezioni di Eco, Squarzina, Barilli, Nanni, Calabrese, Zannier, Marra, Alinovi etc. Sono gli anni d'oro di Bologna, il primo Dams, che ti propone stimoli ed acquisizioni culturali di confine. Non hai chiara la strada dei percorsi ma ben chiara la strada del metodo. Si vive con piena passione questo scambio di conoscenze e poi si farà quel che si sarà, ammesso si abbia qualcosa da raccontar. La strada dello "studiare per diventare" è già abbandonata. La Francesca Alinovi, assistente di Barilli, e relatrice della mia tesi sulle performance d'avanguardia, mi manda al MOMA di New York a studiare, poi 44 coltellate di un suo scellerato amante le fermano la vita. Io inizio a fare. I miei primi lavori escono subito dalla tela e dalla bidimensionalità. La mia tavolozza si rompe e si riempie di colori dal mondo, di oggetti recuperati, di mie fantasie. Delimito tutte queste in teche, e un abile e paziente corniciaio le chiude. Poi comincio a trasportarle per gallerie. Il terzo occhio, la macchina fotografica, mi accompagna sempre, già dall'adolescenza. Mi guadagno da vivere, durante i primi anni, con musica e fotografia. Poi arriva l'emisfero vela e mare, la foto rimane, la vela prende il sopravvento, da passione si trasforma in lavoro ma rimane necessità, bisogno di navigare. Navigo tanto, a mo’ di Caronte. Alterno mare e lavoro di comunicazione concettuale, è un periodo con numerose personali, sono presente consecutivamente per anni ad Arte Fiera Bologna. Il mio impegno, nella mia testa, è cercare di essere testimone del tempo che vivo, per me stesso prima di tutto, provo a desumere quel che recepisco, ma non so se riesco a collegare pensieri a produzioni. Questo lavoro di antropologo visivo viene oscurato bellamente alla fine del secolo, quando mi dedico ad un progetto di portualità in Toscana. Questo impegno mi prende in maniera totale fino al duemila dodici, quando ricomincio a lavorare, con linguaggi nuovi e torno ad esporre a Torino, a Pietrasanta, a Verona. Poi, siamo giunti ad ora e ad oggi, vediamo quel che sarà…” - Godot

Galleria Artespressione
Via della Palla, 3
Milano 20123 Italia
Tel. +39 329 9648086
artespressione@gmail.com
www.artespressione.com

Orari di apertura
Martedì - Sabato
Dalle 12.00 alle 20.00