Cercavo un posto vicino dove spezzare il tunnel del freddo padano con una breve vacanza temperata ed ho scelto Malta, straordinaria roccaforte della cristianità ad appena due ore di volo da Bologna. Ero già stato a Malta, ma non in inverno e mai in open air, desideroso di vivere all’aperto le molteplici bellezze naturali e storiche di questo crocevia di culture. Il biglietto scontato dell’Alitalia, la disponibilità di piccoli Minivan ad un prezzo modesto (23 euro al giorno) e la notizia dell’apertura del primo campeggio maltese, mi hanno spinto a soddisfare questa piacevole curiosità.

I frammenti rocciosi di Malta (27x16km), Gozo (16x8km) e Comino (3kmq), le tre principali isole dell’arcipelago maltese poste tra l’Europa e l’Africa, contano la bellezza di 359 chiese cattoliche e 385mila abitanti di indole marcatamente religiosa, affabile ed ospitale, che parlano una lingua di chiara derivazione araba, ma conoscono molto bene l’inglese, per il sistema educativo ispirato al modello britannico, e l’italiano, grazie alla televisione nostrana molto seguita dai maltesi. Scolpite nella roccia color miele, Fenici, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Spagnoli e molti altri popoli hanno lasciato qui le loro impronte, ma per Malta fu fondamentale l’arrivo dell’Ordine dei Cavalieri, congregazione religiosa, militare e ospedaliera, con la croce ad otto punte, che dal 1530 è il simbolo della nazione. Da epicentro della civiltà mediterranea, oggi Malta vanta uno splendore culturale di livello europeo, magistralmente elaborato da una popolazione con antiche origini misteriose ed un radicato senso del bello.

La mattina del 10 gennaio atterro a Malta, il cielo è plumbeo e la temperatura indica 13 gradi: “la peggior giornata del soggiorno”. La prima e l’ultima notte le ho trascorse al British Hotel (22 euro) della Valletta, in una camera fornita di megaterrazza affacciata sulla spettacolare veduta delle three Cities (Vittoriosa, Senglea e Cospicua), mentre per i restanti 8 giorni ho girato a piacere ed in estrema libertà, dormendo in Minivan per fraternizzare intimamente coi luoghi più suggestivi dell’arcipelago. In otto-dieci giorni è possibile vedere in tutta tranquillità il meglio di Malta e Gozo.

Partendo dalla Valletta (7050 ab.), con la magica scenografia dei balconcini orientali, che si rincorrono nel saliscendi di vicoli a scalinata, la visita d’obbligo include la sontuosa co-Cattedrale di San Giovanni (2.50 euro), chiesa monasteriale dei Cavalieri carica di arabeschi dorati, con il pavimento formato dalle pietre tombali dei Gran Maestri e la sala dell’Oratorio, in cui ammirare “la decollazione di San Giovanni Battista” e il “San Jèròme”, opere realizzate dal Caravaggio durante il suo soggiorno a Malta. Continuando verso est lungo Republic Street, il salotto cittadino, poco più avanti vedrete il posteggio delle carrozze a cavalli e la balconata verde che avvolge l’angolo dell’altrettanto sfarzoso Palazzo dei Gran Maestri, con al suo interno l’armeria e la sala degli arazzi. La via termina sulla punta dello sperone roccioso, occupata dalla fortezza monumentale di St. Elmo, ora museo di guerra, trasformata in prigione turca da Alan Parker per le riprese del film Fuga di mezzanotte. Girando per le viuzze di questa straordinaria capitale, mi colpisce l’atmosfera di grande umanità indicata anche dai panni stesi per le strade e dalla quantità di gatti ben nutriti, che gironzolano tra vecchie auto e case in apparente abbandono. Vista dal mare, coi suoi alti palazzi, potrebbe sembrare una città yemenita.

Carico la borsa a zaino sul Suzuki Minivan, che grazie ai sedili abbassati mi consente di coricarmi al calduccio del mio sacco a pelo, e prendo la strada della costa verso nord illuminata da un sole caldo e accecante. Supero il prestigioso Yachting Club a Gzira ed imbocco l’elegante lungomare di Sliema, l’ex sobborgo residenziale della borghesia maltese, diventato il più esteso ed organizzato centro urbano dell’isola, con la maggior concentrazione di alberghi, ristoranti, bar, negozi e le migliori infrastrutture turistiche, sparse lungo le baie di St. Julian’s, St. George’s e Paceville, il villaggio-satellite sede di molte scuole d’inglese per stranieri e cuore della vita notturna di Malta. Se c’è bel tempo fate uno spuntino nella terrazza sul mare della paninoteca Piccolo Padre, oppure provate al cosmopolita ed affollato bar Peppino’s. Dopo il Casinò di Dragunara Point, la strada lascia la costa per una manciata di chilometri fino alle rocce bianche della Bahar ic-Caghaq Bay, luogo prescelto da caravan e camper che d’estate si allineano in riva al mare per un paio di chilometri, preferibilmente attorno allo Splash & Fan Park, con piscine d’acqua marina ed attrazioni per bambini, ed al Mediterraneo Marine Park, dove si esibiscono delfini e leoni marini sullo sfondo della Qalet Marku Tower, una delle tante torri di avvistamento erette nel XVII secolo. La strada n.1 passa per le anonime cittadine di Qawra e Bugibba affacciate sulla St. Paul Bay’s, una lunga serie di hotel e sgraziati resort molto noti agli inglesi per i pacchetti turistici a basso costo. Il luogo più indicato per una sosta diurna o notturna è probabilmente il parcheggio accanto al terrazzo panoramico della massiccia torre di Rdum I-Abjad. La baia successiva, ad appena 7km, è quella della golden sandy beach di Mellieha, la maggiore distesa di arenaria del paese, dove sono tentato di imitare un gruppo di ragazzi nordici che nuotano in acque cristalline e non così gelide: meteo-mare indica 15 gradi. Poco oltre giro a destra sulla provinciale 114 che in 4km mi conduce all’Adventure Campsite (tel. 21443386; www.maltacampsite.com) un grande terreno assolato posto nell’area selvaggia di L’Arax tal-Mellieha, nella penisola di Marfa, il lembo di costa settentrionale molto caro ai sub. In questo camping a 4 stelle, diretto dal valente Silvio Abela, si può affittare la tenda, il frigo, il ventilatore, l’elettricità e l’uso della lavanderia, ma non è attrezzato per caravan e camper. Il sole è ancora alto e dopo la doccia (0.75 euro) torno sulla statale e mi inerpico per 200m fino alla Red Tower del 1647, custodita da una cordiale coppia di coniugi inglesi che mi permettono di visitare questo mini castello color carminio. All’ingresso un’antica iscrizione in italiano precisa: “Non gode l’immunità ecclesiastica”. La veduta è stupenda, in particolare le scogliere di Gozo e Comino. Per la notte mi sistemo al porto di Cirkewwa, davanti al piccolo edificio del Passenger Terminal fornito di bagni pubblici.

La mattina seguente prendo il caffè nella vicina spiaggetta-lido di Paradise Bay e alle 10, assieme ad una trentina di turisti, salgo sul ferry per Gozo. Nel costo del passaggio (16 euro per auto e autista) è sempre compreso il ritorno. La nave attraversa il canale sfiorando la suggestiva costa rocciosa di Comino, perforata da grotte marine e sormontata dalla bianca torre di guardia dedicata a Santa Marija (1618). Sulla sinistra, alle spalle della piccola isola di Cominotto, si intravede la famosa piscina naturale della Blue Lagoon, una delle principali attrazioni di Malta per i fondali bassi di sabbia bianca e l’acqua limpida dalle tonalità turchesi. Purtroppo in inverno i trasporti gestiti dal Comino Hotel, il solo albergo presente, sono sospesi. Qui non sono ammesse automobili e gli unici abitanti, di questo antico covo di pirati, sono i tre guardiani che abitano la torre. Da aprile a ottobre, invece, l’intera isola è votata ai piaceri degli sport acquatici e della contemplazione. In trenta minuti si sbarca a Mgarr, con la bella chiesa neogotica Nostra Signora di Lourdes, che dalla cima della collina osserva il vivace borgo del porto affollato di pescherecci e battelli turistici.

Imboccata la salita per l’interno, a 200m sulla sinistra trovate il buon ristorante L-Ankra e subito appresso il Discount Supermarket, indicato per fare un po’ di provviste e scorta d’acqua. In appena 6km si entra nel capoluogo Victoria (ex Rabat), principalmente per visitare Il-Kastell o La Cittadella, che racchiude la cattedrale e tre musei. Dal perimetro delle sue alte mura, erette dai Cavalieri al termine del Grande Assedio del 1565 (conclusosi con la vittoria su Solimano il Magnifico), lo sguardo si estende fino al mare: da qui si gode la dimensione dell’isola. La città vista dall’alto pare davvero una kasbah araba su cui svetta la Basilica di San Giorgio, replica di San Pietro a Roma, e le colline circostanti in inverno raggiungono una tonalità di verde smeraldo paragonabile a quella dei paesaggi equatoriali. Per uno spuntino sulle mura, tenete presente che la barista al bastione di San Martino è anche un’ottima cuoca e a richiesta prepara delle squisite penne ai formaggi. Per la notte è perfetta la centralissima Pjazza Indipendenza, con negozi, bar all’aperto ed i bagni pubblici proprio dietro l’Ufficio del Turismo. Il supermercato più fornito lo trovate all’interno dell’Arkadia Shopping Center, di fronte a Pjazza Kennedy.

Non esiste una via che giri il perimetro di questa bellissima isola, ma tante strade che si aprono a ventaglio da Victoria, vera base di ogni escursione al mare. Lo scenario è dettato da una natura intatta, dalla poesia dei muretti di pietra a secco, dalle folte siepi di fichi d’India e dal mare all’orizzonte, che penetra centinaia di grotte, insenature rocciose, calette di sabbia rossa e scogliere maestose. Un’atra costante dell’intero arcipelago è l’incredibile profusione di enormi chiese-fortezza ricche di stucchi e sculture, che sovrastano le case di modesti abitati e sperduti villaggi. I gozitani hanno saputo preservare le proprie tradizioni rurali. L’isola è riposante, meno affollata di Malta, un luogo di villeggiatura apprezzato dai maltesi stessi e non solo: molti stranieri, in prevalenza tedeschi, stanno acquistando proprietà a Gozo, una meta europea sempre più ambita. Dwejra, sul litorale ovest di Gozo, offre un fenomeno naturale straordinario chiamato Inland Sea (Mare Interno). Si tratta di una laguna interna situata oltre la scogliera, che comunica con il mare aperto attraverso una galleria creatasi nella roccia: un porticciolo protetto per i pescatori, ed anche per i sub che desiderano esplorare i fondali dei dintorni. Durante la bonaccia, i battelli da pesca conducono i turisti (7 euro per 2 persone) attraverso il passaggio per far loro ammirare da vicino Azure Window e Fungus Rock. Azure Window è una ciclopica finestra di roccia ai bordi della scogliera erosa dalle onde e dal vento, sotto cui si specchia il mare azzurro. All’estremità superiore delle due gigantesche colonne poggia un enorme blocco di pietra lungo 100 metri ed alto 20, che crea un effetto spettacolare. Il romantico sentiero dietro la cappella di Sant’Anna, molto seguito dagli innamorati, conduce in cima alla finestra. Fungus Rock è invece lo scoglio attaccato alla terra ferma sul lato opposto della baia, anch’esso facilmente raggiungibile a piedi. Qui cresceva un tempo il fungus gaulitanus, uno champignon molto apprezzato dai Cavalieri per le sue virtù terapeutiche ed afrodisiache, che ne giustificavano il prezzo esorbitante. Chiunque fosse stato sorpreso a raccoglierlo di frodo sarebbe stato subito condannato a morte. Dwejra è fornito di grande spiazzo per parcheggiare a bordo mare, in cui, oltre al mio, altri Combi usano sostare per la notte. C’è pure una rustica caffetteria in legno fornita di ombrelloni. Sull’altro versante dell’isola la grotta di Calipso, il luogo di cui parla l’Odissea, domina la graziosa spiaggia di Ramla I-Hamra. Passando per la provinciale 4, lungo la via potrete sostare al tempio di Ggantija (3600a.C) ed ai mulini a vento di Tà Kola e di Qala. Acque limpide anche nelle due località turistiche di Marsalforn e Xlendi. La sera del mio terzo giorno a Gozo riprendo il ferry per Malta e sosto al terminal per la notte. Il 16 gennaio entro di buon ora a Mosta, una prospera cittadina dell’altipiano centrale, nota principalmente per la cupola del Duomo (1860) del diametro di 39.6m, tra le più grandi d’Europa. La facciata è ispirata al Pantheon di Roma ed anche l’interno, col soffitto a cassettoni illuminato dal lucernaio, merita una visita. Sul lato sinistro della piazza, al primo piano trovate la grande vetrata d’angolo dell’affollato Pjazza Cafè, indicato per i giornali e la tv in italiano, per il bagno e per uno spuntino seduti davanti al cupolone. Quando arrivo alla stupenda cittadella medievale di Mdina, l’antica capitale dell’isola, piove e col brutto tempo i colori di Malta si uniformano alla terra, tutto si spegne. Poi, com’è consuetudine a gennaio, riappare il sole ed il magnifico dedalo di vicoli tortuosi ancora abitati, le chiese e i palazzi, tornano a scaldare lo sguardo tra tagli netti di luci accecanti ed ombre corvine. I punti focali rimangono la cattedrale di San Paolo (1702), con la sua elegante facciata barocca e la cupola che domina le vallate circostanti, ed il Palazzo del Gran Maestro (1724), ora Museo di Storia Naturale, con evidenti influssi del barocco francese. Per tornare al mare prendo la strada per Luqa e Kirkop, che passa sotto l’aeroporto, e scendo la 117 fino al bivio con Wied Iz-Zurrieq, dove una passeggiata panoramica costruita sul bordo della scogliera mi consente di scrutare dall’alto la Grotta Blu, un’enorme colonna naturale che dalla parete rocciosa si apre sul mare. L’acqua di colore verde, l’antica torre e l’isolotto di Filfla, che emerge al largo dalla foschia, fanno da cornice ad un’immagine da poster. Dal porticciolo di Wied Iz-Zurrieq, distante un chilometro, organizzano brevi escursioni in barca alle grotte dei dintorni, deludenti rispetto al prezzo. Risalgo sulla 117 e in un paio di chilometri, tra una natura selvaggia e solitaria, trovo l’ingresso (5 euro) al tempio megalitico di Hagar Qim (“pietre erette”), il più spettacolare di Malta. Questo sito archeologico del 3200a.C, composto da grossi massi di calcare allineati alla possente cinta muraria dominante il mare, ha una struttura differente dagli altri templi: l’aggiunta di cinque sale ovali disposte a ventaglio ha sconvolto l’usuale pianta a trifoglio. L’interno si visita attraverso il corridoio che taglia in due il complesso: subito a sinistra l’altare con motivi floreali, poi lastre con fori a cardine, grosse pietre sferiche e absidi semicircolari, tutte sparse tra vani, stanze e nicchie. Il reperto più significativo è la statuetta di “donna grassa”, chiamata Venere di Malta, esposta al Museo di Archeologia alla Valletta. Un sentiero di 500m, in leggera pendenza verso il mare, mi conduce al recinto degli altri due templi neolitici di Mnajdra, meglio conservati, protetti da un unico muro esterno in calcare corallino. Qui trovo però un secondo casotto-ticket con un altro biglietto da pagare (2.50 euro), tuttavia una mia contrariata osservazione sul metodo mi consente di entrare gratis. Questi luoghi rituali, dedicati alla Dea Madre della fecondità, sono tutti anteriori alla prima piramide egizia (2800a.C), ed anche a Stonehenge in Inghilterra (2400a.C), frutto d’un lavoro sovrumano svolto da un popolo pacifico e laborioso scomparso 2000 anni avanti Cristo. Al parcheggio, resto in compagnia dei simpaticissimi custodi, che amano parlare dei templi fino a tarda ora.

All’alba dell’indomani, con un cielo minaccioso mi dirigo ad esplorare la parte sud-orientale dell’isola. Ad eccezione della spiaggetta di Pretty Bay e del porticciolo di St. George’s Bay, il panorama di Birzebbuga appare infernale per la selva di gru industriali del Malta Freeport. Alla periferia nord c’è invece la straordinaria grotta di Ghar Dalam, dove sono stati trovati i resti fossili di 7000 animali preistorici, a testimonianza che Malta era unita al continente europeo e non a quello africano. Continuo lungo la costa ed entro nel pittoresco porto a ferro di cavallo di Marsaxlokk (“porto del sud”, in lingua fenicia) affollato di colorate barche da pesca tradizionali, chiamate luzzu. Nei giorni feriali il lungomare è occupato da bancarelle di generi artigianali e da pescatori intenti a rammendare le proprie reti, ma la genuina atmosfera maltese si respira durante il mercato ittico domenicale, vociante e variopinto. Purtroppo, il fascino del paesaggio è stato rovinato dalla centrale elettrica appena costruita sul lato opposto della baia. Qui sbarcarono i turchi durante il Grande Assedio del 1565 e la flotta di Napoleone durante l’invasione francese del 1798, che scacciò i Cavalieri dell’Ordine i quali si rifugiarono dal Papa a Roma, dove risiedono tuttora. Per cena, ho ordinato un piatto di spaghetti al salmone e degli squisiti gamberoni giganti al Pisces, locale frequentato da famiglie, dove ho conosciuto Philip e Victoria, collezionisti d’armi d’epoca, che mi hanno invitato alla loro sontuosa villa simile a un museo. La mattina del 18 seguo per vie traverse la selvaggia campagna maltese e raggiungo l’insenatura invasa dalle alghe di St. Thomas Bay, quando comincia a piovere. Poco oltre inizia la zona residenziale di Marsaskala, ex villaggio di pescatori siciliani ed oggi frequentato perlopiù da vacanzieri maltesi, che amano passeggiare sul lungomare del porticciolo turistico. Con immenso piacere noto svariate roulotte parcheggiate qui e là lungo le strade e quando giungo al castello sulla punta, un doppio arcobaleno da fiaba annuncia che il tempo volge al bello. Faccio 3-4km e sono già tra le strette vie di Paola davanti all’anonimo edificio dell’Ipogeo, il troglodita tempio sepolcrale definito patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. L’edificio sacro sotterraneo, disposto su tre livelli fino ad una profondità di cento metri, risale al III millennio e furono circa 7000 i corpi sepolti in questa surreale necropoli. L’intensa atmosfera di sacralità spesso trasmette ai visitatori un’energia indecifrabile. Lo stesso sir Zummit, che scavò i resti per tre anni, confessò che “un’aria di profondo mistero pervade il luogo”. Peccato non poterla visitare da soli (7.30 euro), ma soltanto in gruppi di dieci, scaglionati nei vari orari della giornata tramite appuntamento: tel. 21805019. Proibito fotografare. Ad appena un chilometro ecco i quattro templi di Tarxien (2.50 euro), i più decorati tra le costruzioni megalitiche dell’isola. Tra queste pietre dorate, che conservano ancora oggi il proprio enigma inalterato, sono stati rinvenuti numerosi manufatti e bassorilievi con disegni astratti a spirale che sono delle autentiche meraviglie. Per l’ora di cena lascio le chiavi del Minivan alla reception del British Hotel e salgo alla room 106, camera spartana ma col terrazzo panoramico più incredibile di Malta. Parto il giorno dopo, 19 gennaio, per fortuna sul tardi. Mentre a Modena nevica e tutto gela, qui il cielo è limpido su tutti gli orizzonti, il clima è primaverile ed i turisti, perlopiù inglesi, tedeschi, australiani (nessun italiano incontrato), passeggiano in maglietta e pantaloni corti: “la miglior giornata del soggiorno”.

BOX
Malta itinerante
le distanze a Malta sono irrisorie ed il limite di velocità è di 64km orari, le condizioni delle strade, superstrade a parte, per ampi tratti sono in cattivo stato, ma soprattutto non scordate che vige il sistema inglese: Keep left! Sulle mappe vedrete spesso due nomi che indicano la stessa località: quello ufficiale dato dagli inglesi alla fine dell’800 e quello precedente scritto tra parentesi ma ancora in uso tra i maltesi.

Cucina maltese
La gastronomia maltese è rustica, comune a quella siciliana, basata sui prodotti stagionali e sulla pesca. Per il turista curioso ci sono un’infinità di luoghi di ristoro da scoprire: dai raffinati ristoranti, allestiti in antichi cortili ornati da bouganville e gelsomini rampicanti, alle modeste trattorie di paese a conduzione familiare, specializzate nei piatti nazionali fenek (coniglio), barajoli (fagottini di manzo), aljotta (zuppa di pesce) e torta lampuki, dallo spiccato sapore dei filetti di orata mescolati a spinaci, cavolfiore, castagne e uvetta sultanina in pasta frolla. Farine di ogni tipo vengono usate per racchiudere verdure, pesce, carne e riso. La torta maltese più diffusa è la pastizzi, probabilmente di origine turca, fatta di ricotta e uovo in un impasto friabile: una via di mezzo tra la crocchetta ed il bignè. Ross fill-forn è un piatto di riso che risale ai tempi dei fenici, mentre un’altro immancabile componente della cucina locale è l’hobz biz-zejt, un disco di pane croccante immerso in olio d’oliva, sul quale si strofina un pomodoro fresco tagliato e viene poi ricoperto di capperi, olive, aglio, sale e pepe nero. Talvolta si aggiungono tonno, con menta o basilico fresco. Pesce, crostacei e cozze sono poi la ricchezza naturale del mare dell’arcipelago. La kapunata si prepara con pomodori, peperoni verdi, melanzane ed aglio e fa da ottimo contorno al pesce fresco grigliato. I vini di Gozo sono quelli più forti. Inutile dirlo: a Malta si mangia molto bene, e le porzioni sono sempre molto abbondanti. La trattoria che ho apprezzato di più è Sicilia Bar, davanti alla Midland Guesthouse alla Valletta.

Come arrivare
Documenti. Carta d’identità per i cittadini dell’Unione Europea.
Traghetto. Malta è collegata da un regolare servizio da Genova, con la compagnia Grandi Navi Veloci (tel. 010.55091; www.gnv.it) nella rotta per Tunisi via Malta; da Salerno, con Grimaldi Ferries (tel. 081.496444; www.grimaldi-ferries.it); da Reggio Calabria, con la maltese Ma.Re.Si (tel. 0965.23891); da Catania (4 ore) e Pozzallo (90 min.) con i veloci catamarani, per passeggeri ed auto, della Virtu Ferries (tel. 095.535711; www.virtuferries.com). Per orari e tariffe consultate anche www.infomare.it A Malta la SMS Travel & Tourism, 311 Republic St. (tel. 21232211), dispone di informazioni su tutti i traghetti e le crociere. L’attracco è al Pinto Wharf Terminal di Floriana, 500m a sud-est di Valletta.
Aereo. Air Malta (tel. 06.4883106, 02.86463636; www.airmalta.com) e Alitalia (tel. 06. 46881, 02.26853; www.alitalia.it) effettuano voli quotidiani da Roma e Milano, con comode coincidenze dai principali aeroporti italiani. Volo giornaliero anche da Catania. Per valutare la tariffa più conveniente consultate www.lastminute.it ; www.infoair.it ; www.cts.it
Il Malta International Airport si trova 8km a sud di Valletta. Ben organizzato, con banche, noleggio auto ed ufficio del turismo. Un servizio di elicotteri fa la spola con l’eliporto di Gozo. Taxi per La Valletta, prezzo fisso della corsa: 15.40 euro.

Informazioni
Ente per il turismo di Malta, Corso Marconi 33, Torino (tel. 011.2303556; www.malta.it). Alla Valletta la sede si trova nell’elegante edificio dell’Auberge d’Italie, Marchants Street (tel. 356-22915000).
Per telefonare col cellulare in Italia, mettete prima il prefisso di Malta: 00356.
Per fotografare l’interno dell’Ipogeo occorre il permesso del Dir. Ruben Grima, presso il Museo di Archeologia a La Valletta.
Ambasciata d’Italia a Malta: 5, Vilhena St., Floriana (tel. 212331/9).

Storia in breve
5000 a.C. : Tracce dei primi uomini provenienti dalla Sicilia.
4000 - 3000 a.C. : Costruzione dei templi megalitici.
Dal 700 al 218 a.C. : Epoche Fenicia e Cartaginesi.
218 a.C. : Malta è annessa alla Repubblica di Roma.
60 a.C. : San Paolo naufraga a Malta ed evangelizza l’isola.
395 - 870 : Dominazione di Bisanzio.
870 : Invasione degli Arabi provenienti dalla Sicilia.
Dal 1090 al 1530 : Dominazione normanna poi araba, angioina ed aragonese.
1530 : Carlo V cede l’isola all’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme.
1565 : Il Grande Assedio. L’espansione ottomana nel Mediterraneo è fermata dai Cavalieri.
Dal 1566 al 1571 : Costruzione della nuova capitale Valletta.
XVII secolo : I Cavalieri regnano su Malta contribuendo alla sua massima espansione.
1798 : Napoleone Bonaparte, diretto in Egitto, s’impossessa di Malta.
1800 - 1964 : Malta diviene colonia britannica.
1940 - 1942 : Durante la seconda guerra mondiale Malta fu bombardata ma non invasa.
1947 : L’autonomia è restaurata. Un governatore assicura l’amministrazione.
1964 : Nascita dello stato indipendente, membro del Commonwealth.
1974 : Nascita della Repubblica ed elezione del primo Presidente Maltese.