Nel 1870, il vostro hotel aprì le sue porte per la prima volta come Pensione Britannique di Macpherson, chiamato così in onore della sua vivace e favolosa proprietaria scozzese, Emilia Macpherson. Il suo incantevole stabilimento divenne rapidamente un rifugio per la royalità, politici, avventurieri e artisti, inclusi giganti della letteratura come Sir Arthur Conan Doyle, Virginia Woolf e George Bernard Shaw. Qualche aneddoto curioso da raccontare ai nostri lettori su queste personalità che hanno soggiornato qui?
Sappiamo che Virginia Woolf, durante un soggiorno particolarmente piovoso, si affacciava ogni mattina dalla terrazza sperando in un raggio di sole per scrivere con vista sul Golfo. Pare che una frase del suo diario – “Naples, even in grey, glows more than London in gold” – sia nata proprio qui. George Bernard Shaw, invece, chiese ironicamente alla reception se fosse possibile “prenotare il Vesuvio per uno spettacolo privato”. Battute che oggi custodiamo con affetto, perché raccontano la bellezza e l’incanto che questa struttura ha sempre saputo suscitare.
Cosa conservate di storico oggi all’interno della struttura?
L’hotel è stato completamente ristrutturato e ha riaperto le sue porte nel 2020 con un design moderno ed innovativo. Tuttavia, alcuni dei dettagli originali della struttura sono stati volutamente preservati con grande cura nel percorso di restaurazione. Uno dei dettagli più iconici è l’antico ascensore in legno, oggi elemento decorativo nella zona delle nostre lobbies artistiche, in omaggio alla pensione britannica di Emilia Macpherson. Inoltre, una parte preziosa della memoria dell’hotel è custodita nella bacheca espositiva realizzata dall’artista Daniela Pergreffi, che ha curato con sensibilità la presentazione di documenti d’archivio, lettere e fotografie d’epoca. Questa piccola galleria interna racconta l’identità dell’hotel come simbolo culturale della Napoli cosmopolita di fine Ottocento.
Quali sono gli elementi che ricordano Napoli all’interno del Bonart hotel?
Al de Bonart tutto parla di Napoli con un tocco di eleganza internazionale. Il design dell’hotel si ispira alla città di Partenope e a tutti i suoi colori: il calore dei materiali, le cromie che evocano il mare, i giardini e i tetti delle chiese della città, i richiami alla lava del sottosuolo nella spa, fino ad arrivare all’azzurro limpido del cielo sul rooftop panoramico. Ma ciò che più mi emoziona è l’omaggio all’anima mitica di Napoli: le suites ispirate ai grandi miti partenopei raccontano, ciascuna a modo suo, il legame profondo tra la città e le sue storie leggendarie. Sono stanze che parlano di Napoli non solo attraverso l’estetica, ma attraverso simboli, suggestioni e identità. Al de Bonart Naples ogni momento è una celebrazione di arte e bellezza.
La sua definizione di bellezza e quale tipologia di arte possono trovare gli ospiti all’interno della vostra struttura?
Per me la bellezza è ciò che riesce a emozionare senza bisogno di spiegarsi, ciò che resta impresso nella memoria e arricchisce l’esperienza di chi la incontra. Al de Bonart Naples, l’arte non è un elemento decorativo, ma un linguaggio attraverso cui accogliamo i nostri ospiti. Pittura, scultura, fotografia e installazioni si integrano perfettamente con gli spazi, creando percorsi visivi e sensoriali unici. La nostra collezione, con circa centocinquanta opere distribuite tra camere e aree comuni, è un omaggio all’arte: da nomi contemporanei affermati a giovani emergenti, in una continua celebrazione dell’identità artistica che contraddistingue la nostra destinazione.
La maggior parte delle vostre camere si contraddistingue per un’opera d’arte napoletana. Quale la sua opera preferita all’interno della vostra struttura?
Credo che l’arte sia, tra le altre cose, un modo per costruire memoria, per dare forma visibile a emozioni, storie e identità. Al de Bonart Naples ogni opera è parte integrante dell’esperienza: non semplice decorazione, ma narrazione. Non ho un’unica preferita, perché ognuna racconta qualcosa di Napoli, del viaggio o della bellezza in modo unico e personale.
Riprendendo la canzone di Pino Daniele, quale colore del vostro albergo associa alla città di Napoli e perché?
Non c’è un solo colore del nostro albergo che si possa associare a Napoli, perché il design del de Bonart si ispira proprio alla sua straordinaria varietà cromatica. Lo studio di architetti che si è occupato del progetto di ristrutturazione ha voluto raccontare la città attraverso la sua stratigrafia, trasformando ogni piano in un livello sensoriale: dai toni scuri della lava e del piperno ai gialli caldi del tufo, dal verde vivo delle piante spontanee al blu profondo del mare, fino all’azzurro luminoso del cielo che abbraccia le cupole. Ogni spazio dell’hotel è pensato come un frammento della città, un percorso visivo che accompagna l’ospite in un viaggio dentro Napoli, attraverso i suoi colori, la sua materia e la sua anima.
La vostra idea di lusso?
Per noi il lusso è anticipazione: è il silenzio quando serve, la cura nei dettagli, la capacità di offrire un’ospitalità tailor-made. È regalare esperienze autentiche ma raffinate, dove ogni ospite si senta parte di qualcosa di speciale, senza clamore, ma con profondità.
Come nasce la sua passione per questo lavoro e quale secondo lei la qualità che contraddistingue un buon manager?
La mia passione nasce dalla bellezza dell’incontro: tra culture, tra persone, tra storie. Un buon manager deve avere visione, ma anche empatia. Deve saper guidare senza imporsi, ascoltare senza giudicare. Credo molto nella leadership gentile, quella che crea valore attraverso l’esempio.
Come inizia la sua giornata?
Con un caffè al The NIQ Bar. È il mio rituale quotidiano. Poi passo sempre dalla hall per salutare il team e percepire l’energia della giornata. Mi piace che i collaboratori mi vedano presente, parte attiva della struttura, non solo dietro una scrivania.
Il de Bonart Naples hotel fa parte del Curio Collection by Hilton, supportato quindi dall’Hilton seppur conservando il suo marchio individuale. Perché quindi scegliere un albergo della Curio Collection?
Perché è una collezione che valorizza l’unicità. Ogni struttura ha una sua identità forte, una sua anima, ma con il supporto di un grande gruppo come Hilton in termini di standard, qualità e visibilità. È l’equilibrio perfetto tra indipendenza e solidità. Il motto di Curio è: “The hotel is the star”.
Il 15 giugno 2025 ha segnato una data importantissima nella sua vita professionale e nella storia del Bonart: l’inaugurazione del ristorante gourmet Deschevaliers, guidato dalla superba consulenza dello chef due stelle Michelin, Nino di Costanzo e guidato dal suo allievo, Resident Chef Antonio Autiero. Come è nata questa collaborazione e quale il valore aggiunto per questa stagione?
La collaborazione è nata da un’affinità elettiva: ci siamo riconosciuti nei valori comuni dell’eccellenza, dell’identità e dell’innovazione. Avere un maestro come Di Costanzo come consulente del nostro ristorante gourmet Deschevaliers e al timone il suo allievo Antonio Autiero, significa offrire agli ospiti un viaggio gastronomico che parte dalla tradizione e si rinnova nella cucina contemporanea d’autore.
Quale il suo piatto preferito dello Chef?
Non c’è un solo piatto che potrei definire “preferito”, perché la cucina del Deschevaliers non si limita a stupire con una singola creazione: è un vero e proprio percorso nel gusto, pensato per emozionare e raccontare. Le nostre due proposte di menu degustazione affondano le radici nella tradizione campana e la reinterpretano con eleganza e tecnica, secondo la visione dello Chef Nino Di Costanzo e del Resident Chef Antonio Autiero. Ogni piatto è parte di una narrazione che unisce territorio, stagionalità e alta cucina.
Il vostro ristorante e la vostra struttura ospitano anche studenti del Turismo e dell’Alberghiero per svolgere l’alternanza scuola lavoro?
Come Caracciolo Hospitality Group, crediamo molto nella formazione e nel passaggio generazionale del sapere. Collaboriamo con istituti locali e accogliamo ogni anno studenti che vogliono mettersi alla prova in contesti d’eccellenza – non solo il de Bonart Naples, ma anche le due sister properties Palazzo Caracciolo Naples Hilton affiliate, situato nel ventre della città a Via Carbonara, e Grand Hotel Telese in provincia di Benevento. Le nostre strutture sono luoghi nei quali si impara osservando, vivendo e partecipando.
Stendhal definiva Napoli “la città più bella dell’universo”. Cosa apprezzano maggiormente i turisti stranieri di questa città?
La verità. Napoli non si trucca, non finge. È generosa, intensa, piena di contrasti e di vita vera. Gli stranieri restano affascinati dall’umanità delle persone, dal cibo, dalla luce, ma soprattutto dalla sensazione di entrare in un luogo che vibra, respira e ama profondamente la propria storia e le sue persone.















