Dedalo è un umano dotato di immense qualità artistiche di architetto e scultore, tenuto prigioniero sull’isola di Creta da Pasifae, moglie di Minosse e sorella di Circe. Il motivo della sua detenzione è il suo immenso talento; le sue opere rappresentano un tesoro inestimabile per il prestigio dell'isola e della regina stessa.

Pasifae incarica Dedalo di viaggiare verso l'isola di Eea per accompagnare Circe a Creta, al fine di assisterla nel parto del Minotauro, creatura nata dall'unione con un toro sacro inviato da Poseidone. Durante il viaggio verso Creta, tra la maga e l’artista nasce subito una forte connessione e, qualche notte dopo, Dedalo si presenta alla porta della camera di lei. Un gesto sfrontato - un umano che si dichiara a una Dea - ma che diventa naturale se compiuto da un uomo come Dedalo, artista unico nel suo genere, unico nel suo tempo.

In che modo un uomo così talentuoso avrebbe potuto censurare le proprie emozioni e reprimere sé stesso? Come avrebbe potuto frenare i suoi desideri? Circe, con un sussurro interiore pronuncia le parole: “la timidezza non crea nulla”.
Madeline Miller affida al personaggio principale del suo libro "Circe" il compito di esprimere una verità così evidente, ma costantemente sommessa e mai davvero radicata.

I giovani artisti sono bombardati dalla cultura della modestia, della dedizione, dell'impegno. L’artista è, nella concezione moderna, una persona con una grande passione che si è impegnata e ha studiato molto, e tramite il suo impegno e la sua costanza è riuscita a ottenere risultati eccezionali.
Con questa nuova visione si tralascia però una variabile fondamentale dell’essere artista: il talento. E la forte convinzione di avere qualcosa da dire.

Si riesce veramente a raggiungere dei risultati eccezionali in un campo artistico solo se si possiede una buona dose di presunzione, se si ha dentro la profonda convinzione che quello che abbiamo da dire è importante, che nessuno l’ha ancora detto o che noi possiamo dirlo in modo migliore.

Il motore che porta l’artista a creare è il bisogno, l’ossessione, il vuoto interiore che cerca di colmare con l’arte. La leva che spinge l’artista a mostrare le sue opere al mondo è un forte bisogno di condivisione. La spinta che lo porta a raggiungere risultati eccezionali è la profonda convinzione di avere un dono unico, qualcosa che il mondo deve assolutamente vedere e sentire.
Bisogna essere sfacciati per cantare le proprie canzoni davanti a migliaia di persone, per investire milioni di euro nella produzione di un film, per presentarsi a un’audizione, mostrarsi al mondo nudi, vestiti soltanto della propria arte.

Una persona che decide di esibirsi non può seriamente affermare che non crede in sé stessa e pensa di essere pessima. È su quel palco proprio perché una parte di sé crede il contrario e ha un forte bisogno di affermazione e di convalidazione di questo pensiero, vuole mostrare il suo talento, quello che ha creato. La presunzione, l'irriverenza, la forte convinzione di portare qualcosa di nuovo, di unico, è stata soppiantata dalla produzione di contenuti di presunto successo perché modellati sui gusti del pubblico. Navigare su acque sicure è diventato più importante di esplorare nuovi mondi, portando a un appiattimento della produzione artistica a livello globale. Si continua a mungere la mucca viola invece di provare a crearne altre, come direbbe Seth Godin.

Cos'è la mucca viola?

È quell'idea unica, quel guizzo che ti distingue dalla massa, che ti rende diverso.
Nel suo libro "La mucca viola - farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone", Godin spiega come l'unico modo per avere successo in un campo - nella fattispecie il mondo del marketing - sia essere assolutamente eccezionali, giocare fuori dalle regole. Correre il rischio di differenziarsi dal gregge è l'unico modo per farsi notare, dimostrare di essere una persona unica.

Il libro parla di prodotti e comunicazione, di marchi come Apple che hanno rivoluzionato completamente il mercato dell'informatica perché hanno avuto il coraggio di pensare in modo diverso, come suggerisce il loro slogan "Think different". Lo stesso principio può applicarsi al mondo della musica, per esempio. Esistono tanti generi musicali e tante composizioni eterne perché qualcuno ha avuto un’intuizione geniale e il coraggio di proporla al mondo.
Due mondi apparentemente molto diversi ma strettamente legati tra loro ci ricordano quanto sia difficile, ma allo stesso tempo vitale, cantare fuori dal coro.

Analizzando il funzionamento dei social si rileva invece come i contenuti di maggior successo siano quelli che seguono i cosiddetti "trend", ovvero dei video che si basano su una sorta di copione precostituito, con una determinata musica e un determinato format. Migliaia di utenti creeranno quindi dei contenuti basati su questo format e i nostri social saranno invasi da balletti, sketch, outfit tutti uguali. Molti dicono che per far crescere i numeri dei propri account social, soprattutto Tik Tok, sia importante seguire i trend. Ma come si fa a differenziarsi in un mare di contenuti sempre uguali?

La riflessione da fare è: chi è stato il primo? Chi ha lanciato il nuovo trend? Chi ha avuto un’idea e il coraggio di proporla in un mondo pieno di contenuti uguali.

Da migliaia di anni l’unico modo per emergere, per differenziarsi, è avere il coraggio di fare qualcosa di eccezionale in un mondo che ci vuole omologati.