Misa Lioce è nata e cresciuta in un paesino pugliese. Illustratrice raffinata e grafica esperta, collabora come grafica con aziende come iTandem, Zampotta Pet Magazine, Publishing Lab e molte altre, mentre come illustratrice ha stretto un sodalizio artistico e umano con la cantante Silvia Frangipane, per la quale ha creato le immagini dei fumetti musicali delle canzoni del suo ultimo album Sans toi avec moi.
Quanto è stata impegnativa la realizzazione di questi Fumetti musicali per la cantante Silvia Frangipane?
Ho dovuto creare molte illustrazioni per poter seguire il testo di Silvia, sono dovuta entrare nelle emozioni che trasmetteva il testo e nel ritmo musicale che lei aveva impresso al fumetto. Il primo video musicale che abbiamo realizzato - anche grazie alla collaborazione di Antonello Toti che ha montato insieme immagini e musica - è stato quello per la canzone C’est Aujourd’hui (Oggi).
Il disco Sans toi avec moi è tutto incentrato sulla condizione in cui si trova una donna quando un amore finisce, ossia nello stato che si verifica dopo una storia d’amore. Mi sono dovuta calare in quella situazione, ho dovuto dipingere la bellezza del ricordo, la nostalgia per i momenti più belli, ma soprattutto ho cercato di interpretare il messaggio della canzone, ossia che bisogna vivere intensamente l’oggi come affermano le parole del ritornello:
Oggi dobbiamo vivere, oggi dobbiamo amare,
oggi non domani, non questa sera, ma adesso!
Oggi dobbiamo vivere ogni istante della vita,
oggi, oggi, dobbiamo vivere la vita!
Dal primo fumetto in poi c’è stata un’evoluzione, sono sparite le nuvolette ed è subentrato il movimento impresso dal montatore, cosa ha significato per te illustrare le notti romane?
Il secondo lavoro che abbiamo realizzato illustra la canzone Nuits d’amour (Notti d’amore). Per me è stato magico inoltrarmi nel disegno dei monumenti di Roma, Castel Sant’Angelo, il Patheon, la fontana di Trevi, le vedute notturne del Tevere, le stelle brillanti nella notte. Ho amato tutto di questa città e ho seguito la guida dell’autrice che mi ha fatto disegnare anche alcuni dettagli come il Pino proteso sull’abbraccio degli innamorati.
Il testo della canzone è incentrato sulla nostalgia per la perdita dell’amante, perché poi l’amore è spesso vissuto nelle notti stellate, passeggiando per le strade della città dell’amore, Roma, dove ogni scorcio diventa incantato quando c’è accanto a noi la persona amata:
Notti d’amore, dove siete? Da sola non ne posso più...
Non vedo l’ora di rivedere un uomo nel mio specchio...
Notti d’amore, cieli dolcissimi... Senza di voi mi sento persa...
La mia vita è solitaria e i miei giorni senza scopo...
Le tue illustrazioni sono state studiate per raccontare in modo fiabesco i testi dell’autrice, ma credo che il massimo della poesia sia stato raggiunto nel fumetto musicale Un amour de pluie (Un amore di pioggia)…
Siamo arrivate da Roma a Parigi, l’amore si tinge di colori romantici. È un amore di mezza età, più consapevole, un incontro casuale. È stato bello rappresentare i viali parigini, l’incontro proprio davanti a un negozio di cappelli, l’armonia della coppia dentro a una cornice come al cinema, la serenità della vita a due, il piacere dell’incontro, la capacità di affidarsi a quello che sta tramando il destino come afferma la canzone:
Io non ti non conosco, sarai tu l’uomo per me?
Riempirai i miei giorni? Svelati! Parlami!
Sono certa che Silvia ti ha trasmesso tutta la sua passione, che la vostra collaborazione è stata capace di creare queste immagini raffinate e poetiche, ma da dove ti arriva il piacere del disegno?
Ho trascorso tutta la mia infanzia con le matite colorate in mano, abbagliata dai colori e dai disegni dei cartoni animati che adoravo. Passavo le ore a riprodurre gli occhioni grandi di Creamy, i volti affilati di Lady Oscar o i vestiti rattoppati del povero Remì. Erano un sogno su carta.
La vita, poi, mi ha portato lontano dal disegno, per inseguire una laurea in Scienze Politiche nel settore Asia Africa, schiacciata dalla convinzione (sbagliata?) che “con il disegno non si campa!”. Messa in tasca la laurea, il destino ha voluto che frequentassi un corso di grafica sponsorizzato dalla regione Lazio, e in quelle lezioni ho scoperto che la tecnologia e l'informatica possono essere piegate al volere dell’artista.
Insomma ti si è aperta di nuovo la porta verso quella che era la tua passione?
Esatto, a quel punto ho iniziato a disegnare anche sul PC, per passare poi all’approfondimento di tecniche e software con il corso Hypergraphic dell'istituto Quasar: mi sono affacciata nel mondo della grafica, della modellazione 3D e ho acquisito le prime nozioni di marketing.
È stato come ritornare bambina: il disegno è rientrato prepotentemente nella mia vita, e con lui, le matite, i pennarelli e tutti i nuovi strumenti che stavo imparando ad amare.
Insomma la grafica poteva essere un ottimo e piacevole compromesso alla vita da artista?
Certamente, se tu hai un sogno e ci credi davvero puoi riuscire a realizzarlo. Insomma ho lavorato per anni come responsabile marketing e grafica presso molte aziende italiane e sono approdata fin nel reparto di Ingegneria dell'ONU come Graphic Arts Consultant.
Questa intensa attività lavorativa non mi ha impedito di continuare a formarmi: ho seguito lezioni individuali di fumetti e illustrazione (a mano e in digitale), e mi sono specializzata nell’uso di uno dei migliori software di disegno sul mercato, Clip Studio Paint, che attualmente insegno presso alcune associazioni culturali.
Allora oggi in quale direzione è orientata la tua strada?
Nel 2018 ho abbandonato il lavoro dipendente e mi sono lanciata nell'oceano dei Freelancer, trovando il mio equilibrio e la mia realizzazione nel lavorare unicamente come illustratrice e grafica. Con questa svolta inaspettata, ho continuato ad approfondire e studiare tecniche squisitamente pittoriche, come l'uso degli acquerelli, dei marker o dei pastelli a olio e secchi, con cui sperimento su tela e carta.
Misa Lioce è il tuo vero nome? Oppure ha qualche cosa a che fare con il mondo giapponese?
È il mio nome d’arte, io sono appassionata di manga e questo mi sembrava il nome adatto per rappresentarmi e per potermi nascondere meglio dietro i pennelli senza mostrare il mio vero volto.