L'avventura cominciò 10 anni fa, durante una cupa giornata londinese di metà novembre. Tamara aveva 17 anni e tanta voglia di mettersi alla prova. Aveva messo piede per la prima volta nella capitale britannica, accompagnata dai suoi genitori e dalla sua insegnante ed era al settimo cielo. Non le misero ansia nemmeno quel grande tempio che è il Royal College of Music, tra i più famosi conservatori del mondo, né la serie di irreprensibili professori schierati di fronte a lei.

"Nel mio cuore c'era felicità. Semplicemente felicità. In realtà volevo solo cantare e niente altro mi importava". A cantare Tamara aveva cominciato da piccola, rapita dalla musica e da un pianoforte. Ma nell'aspro Montenegro dove è nata e viveva con la famiglia, la tradizione musicale lirica non è di casa e scegliere di diventare una cantante d' opera frequentando il liceo musicale del suo paese fu certamente una decisione coraggiosa. "Vengo da una famiglia di matematici e non sono mai stata circondata da artisti", racconta oggi. "Ma i miei genitori mi hanno sempre sostenuto e la mia insegnante, Edita Garcevic, mi incoraggiò a tentare l'audizione al Royal College of Music di Londra".

Così, quel giorno brumoso del novembre 2012 aveva scelto di presentarsi davanti al collegio di professori con un abito rosso, intonato alla sua euforia. Doveva affrontare il Don Giovanni di Mozart e diventare Zerlina intonando Batti batti, o bel Masetto. Sul viso aveva aggiunto appena un po' di make up, ma leggero perché non era abituata a truccarsi. E poi si era buttata. Poco importava che i candidati fossero mille e i posti a disposizione soltanto otto. Nessuna 'paura del palcoscenico' poteva frenare il suo entusiasmo. E la Royal Academy fu conquistata. "Non mi dimenticherò mai quell'emozione", ricorda, "perché quel giorno cambiò la mia vita".

Oggi Tamara Radenovic è una giovane cantante lirica che ha già calcato i palcoscenici di 15 Paesi del vecchio continente, fino ai teatri di Londra e alla Carnegie Hall di New York. Certo, quella della lirica è una strada piena di curve e di difficoltà. Cantare l'opera è un mestiere antico, poco affine alle mode saltuarie, e per questo corre seriamente il rischio di estinguersi. Solo una svolta nell'uso di più moderni mezzi di diffusione, insieme all'impegno e alla determinazione di chi ha scelto di dedicargli la vita, può riavvicinarlo ai più giovani e risvegliare la lirica dal suo torpore. E Tamara è instancabile. All'orizzonte ci sono video, canali televisivi, performances ed eventi a Londra e in varie altre città, europee e internazionali . Viaggia molto, ma ha scelto di vivere nella capitale britannica. "Londra è il centro di tutto", dice, "un luogo che offre molte opportunità, crocevia di culture e nazionalità diverse".

Cosa rappresentano per te la musica e l'opera?

La musica per me è una delle fonti di vita. Con lei io comincio e finisco la mia giornata. Non deve essere necessariamente solo musica classica, amo tutti i generi. Ma l'opera per me è la musica principe perché penso che nessuna tecnologia possa sostituire il suono di 50 e più strumenti che vibrano insieme dal vivo sul palcoscenico uniti a voci 'atleticamente' allenate.

Qual è il tuo scopo?

Il fine della mia vita è provare gioia in tutto quello che faccio. Questa professione comporta continue battaglie. E' dura. Molto impegnativa. Devi fronteggiare alti e bassi, critiche, opinioni e devi costantemente credere in te stesso e nella tua forza. Certamente siamo tutti umani e abbiamo momenti di vulnerabilità e debolezza. Tuttavia, io davvero cerco di godere ogni passo di questo viaggio e di essere paziente con me stessa e con il mio lavoro.

27 anni, che stagione è della tua vita?

Uno stadio in cui devo costantemente lavorare su me stessa e impostare tutto ciò che è necessario per ottenere ciò che mi piacerebbe raggiungere. E non sogno mai in piccolo. Ho sempre avuto sogni ambiziosi. Penso che in questo non ci sia niente di sbagliato, ma grandi sogni significano più stress e più lavoro. Ritengo che le persone sulla ventina si debbano focalizzare sulla ricerca del loro scopo e fare piani strategici della loro vita. Alcuni non hanno la fortuna di riuscirci subito, ma forse andrà meglio nei loro 30 anni......Però è importante usare la nostra energia in questa ricerca.

C'è una cosa che ti disturba più di tutto?

Ciò che mi infastidiva molto era accorgermi di avere accanto persone disoneste, amici di cui mi fidavo e che invece mi tradivano. Una simile situazione mi è successa di recente e ho rotto un'amicizia vecchia di 10 anni. Comunque ormai ho imparato a non dovermi aspettare molto, né dagli amici, né da tutti gli altri. In questo modo mi proteggo da agitazioni e delusioni.

Cosa invece ti fa paura?

Ognuno di noi ha paura di qualcosa. E' la forza della mente insieme all'esercizio che ci fanno controllare la paura. Ed è così gratificante il momento in cui ti accorgi di averla superata. Per quanto mi riguarda, all'inizio di questa avventura io avevo paura di Londra: una città così grande per me che venivo da un paese tanto piccolo. Ricordo che mi spaventava avere tanta gente intorno a me, ma poi ti 'alleni' e superi il problema. Oggi mi inquieta sapere che, per esempio, ci sono mille spettatori in platea e che io devo dare il 100% di me per non fare errori ed essere vicina alla perfezione. Certo, so che la perfezione non esiste e io credo che la soluzione sia lavorare duramente su noi stessi e poi gettarsi contro ciò che sembra sfidarci. Questo è l'unico modo per migliorarsi e fare passi avanti. Altrimenti si resta immobili.

Come sta la lirica oggi?

A causa del Covid sta attraversando molte difficoltà e le produzioni, insieme ai teatri, ancora devono combattere a causa delle conseguenze che ci sono state, soprattutto sul piano finanziario. Viviamo in tempi in cui tutto è instabile e questo ha un forte impatto sulle arti e sulla cultura in generale. Oggi si possono vedere moderne produzioni e registi che cercano di fare passi innovativi con allestimenti più vicini alla società contemporanea, o comunque intriganti o discutibili. Sono rimasta scioccata quando, prima del periodo Coivid, ho visto la Carmen alla Royal Opera House di Londra: il personaggio principale, la bellissima zingara che Bizet ha immaginato, era sul palcoscenico vestita da gorilla. Tutta la produzione era così minimalista, che non si aveva la sensazione che quella fosse la vera opera. Volevo quasi piangere. Non mi piacque affatto e devo dire che non sarei felice di far parte di questo tipo di produzione. Preferisco impegnarmi in qualcosa di diverso.

Cioè?

Credo che sia molto importante dare nuova vita all'opera. Si tratta di una forma d'arte che esiste da più di 400 anni. Bisogna quindi certamente trovare il modo di avvicinarla di nuovo al pubblico in base al moderno stile di vita. E' necessario dargli una nuova prospettiva, mantenendo però la bellezza e la tradizione di questa professione. Io sto cercando questa nuova strada e l'ho trovata registrando dei video musicali che sono fatti come piccoli film. Fino ad oggi ho fatto 3 video musicali che hanno avuto un enerme successo su You Tube, con più di 600mila visitatatori, che per una cantante lirica della mia età sono molti. Inoltre i miei video sono trasmessi sulla British Canadian Television C-Music. Adesso sto lavorando alla realizzazione di due nuovi video musicali che saranno presentati nell'estate e nell'autunno 2023.

Matrimonio e figli sono un traguardo per te?

Molti amici della mia generazione sono già sposati e hanno figli. Io, a 27 anni, mi considero ancora giovane. Penso che c'è un tempo per tutto. In questo momento il mio tempo è indirizzato a perseguire gli obiettivi sui quali sto lavorando da molti, molti anni. Ma, per favore, non fraintendete. Mi piacerebbe sposarmi ed avere figli, però non penso che questa sia necessariamente il mio unico scopo su questo pianeta.

Nella lirica è più importante la voce o l'interpretazione?

Tutte e due le cose sono importanti. Il tempo in cui era necessario avere una bella voce e basta è passato. Oggi sapersi muovere sul palcoscenico è super importante, così come interpretare il ruolo che stai recitando. L'interpretazione è fondamentale. Se non c'è quella puoi anche avere la più bella voce della Terra, ma l'intera performance finisce col diventare noiosa. Bisogna esprimere emozioni perché il pubblico creda in quello che stai cantando.

Tu sei giovane e brava, ma sei anche molto bella. La bellezza aiuta o può essere un ostacolo?

Qualche volta può aiutare, ma certamente è anche un ostacolo. Le persone ti giudicano immediatamente e quindi devi fare meglio degli altri e lavorare più duramente, altrimenti saranno meno disponibili nei tuoi confronti. E' più difficile, ma ci si abitua. Comunque in questa professione ci sono sempre ostacoli e siamo sempre esposti ad ogni tipo di critica, buona o cattiva. Se un giovane non è abbastanza forte da saperle fronteggiare, meglio che non faccia questo mestiere.