"Durante la pandemia la vita quotidiana è cambiata e si è concentrata all'interno della famiglia, nel bene e nel male. Il concetto di 'protezione' si è radicalmente trasformato, ed essendo la musica parte integrante della nostra vita il nuovo album rappresenta anche un appello alla salvaguardia della musica stessa e della creatività". Sono le parole con cui Marco Leo, chitarrista degli Ujig, presenta Ujigami, il terzo album della formidabile prog-jazz band milanese, finalmente anche in vinile: un lavoro pubblicato da Luminol Records, dedicato agli spiriti-guardiani posti a protezione di un'area geografica, numi tutelari di una comunità secondo la religione shintoista.

Nate dopo due anni di intenso lavoro, registrate ai Bluescore Studio e masterizzate a Abbey Road, le composizioni di Ujigami si snodano tra tempi dispari (Mea e Pau, Yugen, Pokemon Shock), orchestrazioni sinfoniche con la moscovita Bow Tie Orchestra (Pojhoinen, Odota), sintesi sonore tra atmosfere nordafricane che rimandano ai Weather Report e al Syndicate di Zawinul (Gnawa), ibridi tra tradizione e sperimentazione (Ehiku, Tano). In quest'ultimo brano compare Fabrizio Bosso, una partecipazione che impreziosisce l'album e crea un'ulteriore connessione con il mondo e la cultura jazz italiani.

Dichiara il quartetto, artefice di un'idea forte di musica pensata e suonata, con un profondo senso di umanità: "Crediamo profondamente che la musica debba essere creata da uomini per gli uomini, e non semplicemente generata dai computer. In questo modo, il rischio è quello di far diventare il ritmo una questione meccanica opposta al ritmo umano, cioè al battito cardiaco. La natura della musica è opposta al semplice concetto di intrattenimento e pensiamo sia fondamentale per la salute intellettuale e spirituale dell'uomo, è uno strumento nelle sue mani per riunirsi alla bellezza universale".

Pubblicato da Luminol, eclettica label italiana che fa della sperimentazione tra generi musicali e forme d'arte un modo originale per interpretare la realtà, Ujigami è un viaggio che unisce tecnica musicale e melodia compositiva, con l'auspicio che "la musica possa essere considerata una sola entità a prescindere dalle deviazioni estetiche prese nello svolgersi del tempo". Anche alcuni titoli, mutuati da lingue di culture lontane, sono carichi di significato: da Mea e Pau ('le cose devono finire' in hawaiano) al giapponese Yugen (una parola che esprime lo stupore quando si coglie la meraviglia del Creato), fino alle parole finlandesi Pohjoinen ('nord') e Odota ('attesa').

Attivi dal 2014, dopo aver frequentato i corsi del Berklee College of Music presso Umbria Jazz Clinics a Perugia, gli Ujig debuttano nel 2014 con 8 Out Of 8, al quale segue The Necessity of Falling (2018), che seduce per le suggestioni prog accanto alla dimensione jazz più ricercata. Dal vivo si esibiscono in Italia, Austria e Germania, dal JazzAlguer di Paolo Fresu al Millemiglia Musica al Castello Sforzesco di Milano e Sunny Valley di Santa Caterina di Valfurva, fino al Lindau Jazz Club e Feldkirch Pool Bar Festival. Ujigami è il loro terzo album.

Ujigami

Ehiku
Mea e Pau
Odota (feat. Bow Tie Orchestra)
Pokemon Shock
Pohjoinen (feat. Bow Tie Orchestra)
Tano (feat. Fabrizio Bosso)
Yugen
Gnawa

Ujig

Edoardo Maggioni (piano, tastiere, moog)
Marco Leo (chitarra)
Konstantin Kräutler (batteria)
Cesare Pizzetti (basso, contrabbasso)