Nell’ambito della musica elettronica ed elettroacustica è ricordato per avere inventato la sintesi granulare e uno de primi software di notazione grafica che aveva l’ambizione di permettere anche a chi non leggeva la musica di poter comporre. Iannis Xenakis è stato molto più di un compositore, è stato un ingegnere, un architetto, un visionario del suono. Un filosofo e un matematico, una delle figure più rappresentative e affascinanti del Novecento.
Xenakis nasce in Romania da genitori di origine greca nel 1922. All’età di dieci anni ritorna in Grecia dove studia ingegneria e architettura. Con l’invasione dei nazisti nel suo paese, il giovane Iannis inizia a militare nella Resistenza. È membro dell’Esercito popolare greco di liberazione e, proprio nel corso di un’operazione, viene ferito al volto da un’esplosione, evento che gli sfigurerà viso causandogli la perdita di un occhio. Finalmente, al termine della Seconda Guerra Mondiale, il giovane Xenakis può completare i suoi studi ma, a causa del suo coinvolgimento politico è costretto ad espatriare in Francia.
Nel 1948 inizia a lavorare nello studio del celebre architetto Le Courbusier come ingegnere. Prende parte, tra gli altri progetti, anche a quello del padiglione Philips per la Fiera di Bruxelles del 1958: una commissione affidata allo studio di Le Courbusier e che rappresenterà il primo passo di Xenakis per farsi conoscere come compositore. L’ingegner Xenakis deve progettare, dal punto di vista acustico e non solo, il luogo in cui Edgard Varèse eseguirà la sua composizione Poème Électronique. Xenakis per il padiglione Philipps utilizzerà i concetti che aveva ideato per il suo celeberrimo brano “Metastasis”. Lo spazio del padiglione e il suono concreto che vi alberga diventerà una parte fondamentale delle teorie e dell’estetica musicale e compositiva di Xenakis. Una sorta di teoria meta-artistica concepita sulla base di una serie di calcoli matematici da cui deriva una forma di musica stocastica in cui la teoria dei giochi e il calcolo probabilistico ne diventano i capisaldi.
Per Xenakis l’espressione artistica può essere figlia del calcolo matematico e realizzata da qualsiasi media. Xenakis non perde tempo e dopo qualche anno diventa allievo di Olivier Messiaen nel 1951 con il quale approfondisce la composizione e l’analisi presso il Conservatorio Superiore di Parigi e formalizza i concetti matematici e architettonici sui quali aveva iniziato a lavorare nello studio di Le Corbusier. Alla fine degli anni ’50, il riconoscimento della sua opera compositiva sarà il coronamento di anni di studio e lavoro. “Metastasis”, “Phitoprakta” e “Achorripsis” vengono eseguite al Festival Donaueschingen.
Nel 1963 Xenakis mette su carta le sue teorie e i concetti più originali della sua poetica compositiva che si nutre delle teorie di Neumann e delle catene di Markov. Per Xenakis la probabilità è interamente calcolata, le regole vengono rese esplicite. Lo fa pubblicando “Musiques Formelles” che verrà rivisto e ampliato nel 1971 e nel 1990, un testo fondamentale in cui racconta le sue teorie e le tecniche competitive utilizzate nella sua vastissima letteratura musicale. Xenakis fu anche uno dei pionieri nell’utilizzo del computer e, uno dei primi a cimentarsi con la composizione algoritmica e aleatoria, altra pietra miliare della computer music.
Nel 1966 fonda il CEMAMu (Centre d'Études de Mathématique et Automatique Musicales), istituto dedicato allo studio dell’applicazione informatica nella musica. Il luogo in cui negli anni ’70 il compositore di origine greca affinerà la concezione del sistema Upic che consente la realizzazione sonora diretta alla notazione grafica di forma geometriche. Quando si parla delle opere di Iannis Xenakis ci si riferisce a nuvole di suoni, a masse sonore in movimento, a microsuoni come grani che evolvono e scompaiono per poi riaffiorare quasi sotto forma gassosa.
Nella musica di Xenakis Il processo globale è interamente prevedibile, anche se gli avvenimenti che lo compongono sono aleatori. Con questa filosofia compositiva, Xenakis cerca di avvicinarsi ai fenomeni naturali e biologici. Il compositore è stato anche il primo a impiegare gli automi cellulari per la produzione di progressioni armoniche e combinazioni timbriche. Lo si può ascoltare nella la composizione orchestrale “Horos” del 1986.
Xenakis ha scritto per formazioni orchestrali ma anche per quartetti d’archi, gruppi di voci e nastro magnetico. Malgrado le opere di Xenakis nascano da processi matematici sofisticati e, apparentemente asettici, il risultato che ne deriva ha una valenza emotiva e di pathos di altissimo profilo. Sono appunto le “nuvole di suoni”, masse sonore che si muovono in modo corpuscolare come la luce, con una doppia natura, relativistico quantistica. Lo stesso compositore, riflettendo sulla natura granulare del suono spiegava: “Tutti i suoni rappresentano un’integrazione di corpuscoli (grani), di particelle elementari acustiche quanta di suono. Ogni particella possiede una duplice natura: la frequenza e l’intensità”.
Anticipa il concetto di microsuoni, parla di “ecatombe di suoni puri che sono necessari per la creazione di un suono complesso. Questo deve essere immaginato come una manifestazione di fuochi d’artificio di tutti i colori che appaiono e scompaiono istantaneamente sullo sfondo di un cielo nero”. Il “paradigma” granulare è frutto della ricerca di Xenakis e un’opera più di tutte riflette questa particolare forma di sintesi sonora ed è “Analogique A e B”, composizione che viene analizzata dall’autore nel suo discorso formulato in “Elementi di musica stocastica”, come ricorda Makis Solomos nel suo “Xenakis e il circolo granulare”.
Dopo una vita trascorsa nella ricerca sonora e nella sperimentazione, Iannis Xenakis, malato di Alzheimer, si spegne a Parigi nel 2001.















