Oggi non è più il tempo di regalare ad un ragazzino il trenino elettrico con le rotaie di percorso. Era un regalo molto ambito, anche se non molto diffuso, perché presupponeva uno spazio dedicato, visto che al primo percorso se ne aggiungevano altri, di compleanno in compleanno, corredati di paesaggi in cui far passare il treno in miniatura.

Spesso era più appassionato il padre donatore che il figlio. Era comunque un gioco complesso ed entusiasmante.

È simile ad una fiaba la storia che accompagna l’apertura del Museo HZero a Firenze, avvenuta domenica 29 maggio 2022 negli spazi rinnovati dell’ex cinema Ariston.

Il protagonista di questa storia, Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, era un appassionato di treni e scenari ferroviari in prima persona.

Nel 1972, a 39 anni, acquista un primo treno della Märklin. È la data di inizio di un plastico ferroviario che, nel corso del tempo, assume la dimensione di opera ludica e architettonica di altissimo livello. Giuseppe è personaggio eclettico, che ha coltivato nell'arco della sua vita diverse passioni ed interessi tra cui la musica, l'arte, l'amore per i giardini ed il ferromodellismo. Questo è forse il principale motivo che ha fatto del modello ferroviario di San Giuliano un’opera unica nel suo genere, in cui la dimensione artigianale sposa un’importante componente tecnologica ed estetica.

Frutto di oltre quarant’anni di appassionato lavoro, cui hanno contribuito anche amici e conoscenti, Lo straordinario plastico ferroviario diviene il fulcro di un progetto innovativo e fuori dall’ordinario, nato dalla dedizione di Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano e dal desiderio dei tre figli, Diego, Giulia e Maria di San Giuliano di conferire una dimensione museale al lavoro del padre. Ciò che viene esposto, grazie all’aiuto di un’équipe di professionisti del teatro diretti da Alberto Salvadori, è un’opera unica per dimensioni e accuratezza, con scenari realistici e fantasiosi.

I profili montuosi delle Dolomiti, le architetture d’ispirazione berlinese e paesaggi marittimi ispirati alle coste dell’Isola d’Elba vivono in un’atmosfera di alternanza di giorno e notte e di un rapido susseguirsi di stagioni, grazie alle animazioni dello studio milanese Karmachina proiettate sulle pareti della sala.

Gli scenari fanno da sfondo a una moltitudine di piccole narrazioni, scene di vita quotidiana, popolate di minuscoli personaggi, episodi nel plastico fatti vivere grazie alle animazioni.

Uno spettacolo complesso, che richiede tempo per essere letto nella sua interezza, per scoprirne le piccole scene nascoste, riprodotte con dovizia di dettagli come all’interno di un set cinematografico. Completa l’ambientazione immersiva di HZero la componente sonora, ideata dal centro di ricerca, produzione e didattica museale Tempo Reale.

HZero è l’espressione impiegata nell’ambito del modellismo per indicare la scala 1/87, la proporzione ottimale per garantire una perfetta visione d’insieme non disgiunta dalla descrizione dei minimi dettagli.

Spiega Diego Paternò Castello di San Giuliano, figlio di Giuseppe e Presidente di HZero: “HZero nasce nella dimensione del sogno, il grande sogno di mio padre di condividere il lavoro che per oltre quarant’anni ha portato avanti con determinazione e passione, con chiunque desideri lasciarsene incantare. L’apertura del museo corona una lunga storia di amicizia, amore per il bello, creatività ed energia, che merita di essere raccontata: è la fine di un percorso, ma anche l’inizio di un nuovo viaggio cui noi figli siamo felici e orgogliosi di dare sviluppo e continuità.”

L’amore filiale ha capovolto i ruoli. I figli hanno lavorato alacremente per preservare il “gioco” del loro padre, legandolo con grande tempestività alla tendenza contemporanea di ricerca della sostenibilità. È nell’intenzione della gestione del museo aprirsi alle scuole. Oltre a fantasia, bellezza ed interattività dello spettacolo, la visita lascerà ai giovani un aumento di interesse per un mezzo di trasporto come il treno. E questo può favorire la cultura del viaggio lento, in sostituzione di quello in aereo, molto più inquinante. Un contributo quindi alla cultura della sostenibilità e del vivere consapevole.

Il riadeguamento funzionale degli oltre 1000 mq dell’edificio, dell’architetto Luigi Fragola, mira a preservare la funzione originaria dell’ex cinema come spazio di intrattenimento, restituendo alla città un luogo perduto. Il progetto architettonico coinvolge i due piani dell’edificio originario, restaurato e riconvertito per l’occasione. A partire dalla grande hall, in cui sorge il concept store, ideato per rievocare i temi del gioco e del viaggio, il visitatore accede allo spazio della ex platea del cinema, che ora ospita l’esperienza immersiva del plastico di San Giuliano. Il percorso prosegue quindi al primo piano, dove una galleria finestrata simile a un vagone ferroviario offre una visuale privilegiata dall’alto.

L’ex sala di regia del cinema è diventata la sala operativa, dove vengono smistate le decine di treni che attraversano il plastico ferroviario. Il loggione è ora sala proiezioni e sede dei laboratori didattici e formativi per bambini e adulti, focalizzati sul tema del modellismo e della sostenibilità.

Cronologia

1972: Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano acquista un treno della Märklin e inizia la costruzione del plastico ferroviario nella casa fiorentina di famiglia.

1975: il plastico di San Giuliano sfiora i 150 mq di superficie e viene spostato nella casa coloniale di famiglia in Val d’Arno.

1975-2000: il modello ferroviario si espande e si arricchisce grazie al contributo di Vito D’Amico.

2001: il plastico, che ha raggiunto dimensioni imponenti, viene ricollocato in un hangar di 400 mq a Scandicci. Il plastico continua a crescere e raggiunge le attuali dimensioni di 280 mq. Il progetto si affina ulteriormente con il coordinamento di Alberto Pero Proietti e la partecipazione di Beppe Innocenti e Marco Baldi. Carlo Brandolini d’Adda integra l’alta qualità dell’opera con tocchi di realismo, rendendola unica nel suo genere.

2016: Diego, Giulia e Maria di San Giuliano avviano il progetto di musealizzazione del plastico e individuano uno spazio ideale nell’ex cinema Ariston di Firenze.

2018: iniziano i lavori di riadeguamento funzionale dell’ex cinema Ariston.

2019: un team di ingegneri procede al trasporto del modello ferroviario che, diviso in sette parti e assicurato su apposite piattaforme, da Scandicci torna a Firenze.

2022: HZero apre al pubblico.