Luigi Salvatori nasce nel 1951 a Palestrina, antica cittadina alle porte di Roma. Nipote d’arte, inizia a Roma l’attività pittorica in giovane età seguendo la sua forte inclinazione naturale; già all’età di dodici anni viene selezionato per esporre alla Galleria Nazionale Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale a Roma.

Avvia l’attività professionale nel campo della pittura e dell’arte sacra, del restauro e progettazione di chiese, vetrate artistiche, iconografie ed arredi sacri in Italia ed all’estero. In collaborazione con la Domus Dei di Roma, centro di realizzazione per l’arte sacra, partecipa ad esposizioni, mostre, rassegne e iniziative culturali. Le sue opere sono presenti in innumerevoli Chiese e ambienti comunitari, nonché in collezioni private nella nostra nazione e nel mondo.

Nei dipinti su tela la principale caratteristica è il dissolversi del dettaglio per raggiungere una rarefatta atmosfera capace di emanare, con la personalizzazione della tecnica, un tempo senza tempo.

Presidente dell’associazione “Cento Pittori Via Margutta”

Entra a far parte della storica associazione “Cento Pittori Via Margutta” nel 1994, iniziando una nuova fase della sua attività pittorica ed esponendo opere nelle numerose manifestazioni a cielo aperto negli splendidi scenari di via Margutta e delle più belle piazze di Roma, ma anche in varie città del Lazio e d’Italia.

Nel 2009 avvia l’associazione “Artisti Romani di Via Giulia”, con l’intento e lo scopo di promuovere, valorizzare e diffondere l’arte e la cultura. La sede dell’associazione diventa luogo di incontro tra i tanti artisti che vogliono confrontarsi sui temi dell’arte, organizzare insieme dibattiti, conferenze, mostre ed iniziative espositive.

Dal 1973 al 2018 ha ricoperto la carica di presidente dell’associazione “Cento Pittori Via Margutta” il pittore “marguttiano” Alberto Vespaziani (1927-2018), sostituito in quest’ultima data dal maestro Luigi Salvatori, vicepresidente Antonio Servillo.

Nell’ultimo periodo l’associazione è diventata cenacolo e polo capace di centralizzare l’arte, oltre ad esporre i lavori dei propri artisti e degli ospiti lungo la rinomata via trasformata in “galleria urbana”, grazie all’interrelazione di linguaggi espressivi variegati, si pone l’obiettivo di lasciare una traccia profonda nell’arte contemporanea dell’Urbe.

Interprete principale della vita culturale e artistica della capitale, sia per le oltre tremila opere di indiscutibile livello realizzate ed esposte ogni anno, sia per l’importanza delle manifestazioni e mostre che l’associazione continua a presentare a critici d’arte e pubblico. I cento pittori sono artisti rigorosamente selezionati, ciascuno dei quali si caratterizza per un personale linguaggio espressivo, una propria tecnica, un proprio messaggio da depositare, attraverso dipinti ad olio, acquerelli e sculture, alla società.

Roma

Tre sono le ricerche artistiche che attua Luigi Salvatori: Roma, paesaggi e nature, arte sacra.

Nella sua lunga carriera ha dipinto, spesso con la tecnica dell’acrilico su tela, innumerevoli suggestivi scorci dell’Urbe, dalle struggenti tonalità rosse, che denunciano la sua formazione di architetto e che traggono spunto da luoghi riconoscibili perché al maestro piace guardare le architetture attraverso il ricordo della memoria.

Si tratta di soggetti dal vero, scorci di Roma, città in cui vive e lavora, perché Salvatori è fortemente legato al disegno dal vero e alla cosiddetta “pittura di viaggio”, anche se fortemente reinterpretata, a quella tradizione iniziata con gli artisti europei che in passato completavano la propria formazione con il Grand Tour in Italia, e a Roma in particolare, per studiare vestigia, chiese e monumenti antichi.

Per il pittore laziale il “viaggio” stesso diviene occasione di studio, appuntando sullo sketch book riflessioni e immagini che incontra lungo il cammino, per poi riportarle sulla tela con l’aggiunta di evanescenti atmosfere e delicate traslucide sfumature.

Da qualche anno interpreta la sua realtà artistica dipingendo soprattutto con il colore rosso o caldi gialli-marroni, escogitando quindi un’altra personale e sorprendente tecnica pittorica. Per ottenere questo l’artista mescola sapientemente nella sua tavolozza i colori e dal connubio di questi nascono capolavori di rara armonia, sfumature con delicate velature e toni di colore e, in alcuni casi, inserendo colori più corposi e materici, sfruttando la porosità della tela che, a contatto con le vernici acriliche, fa nascere indefinite macchie spugnose e colorate.

Nei dipinti che ritraggono il Campidoglio, Piazza Navona, Sant’Ivo alla Sapienza, il Colosseo, il Vittoriano, compaiono sky line di monumenti che popolano l'anima di una Roma eterna, rievocando particolari ancora resistenti all'usura del tempo.

Nell’opera Castel Sant’Angelo del 2017, “adopera i complementari blu e arancio con tonalità inedite: un turchese luminoso e intenso passato a corpo e un aranciato interessante, tendente alla sanguigna, sapientemente diluito, che viene utilizzato anche per delineare le ombre tono su tono” (Francesca Romana Fragale).

Nella straordinaria serie delle opere dedicate a Trinità dei Monti, alla Barcaccia e alla Chiesa di Trinità dei Monti, crea un’innovazione delicata e appassionata, un’emozione e un’esperienza indelebile per ogni fruitore attento ai dettagli. La magica espressione, la fantasia e la sua arte hanno saputo creare un’atmosfera lieta e gioiosa tipica di quella sinuosa architettura tardo barocca. Nell’opera Angioletti in San Pietro (acrilico su tela, 100x70 cm, 2020) predilige un particolare decorativo presente nella vasta e nota architettura religiosa.

Negli scorci del centro storico della capitale l'occhio di Salvatori è mosso dalla ricerca di un dettaglio antico o insolito, di un particolare che sfugge a uno sguardo superficiale, di un taglio di luce. In queste opere il punto di vista del pittore non è quello di un fotografo che scatta cercando l'immagine dall'angolatura migliore, ma è quella di un artista sensibile che dipinge con la luce naturale e con quella dei suoi occhi che riescono a vedere l’invisibile. Nell’osservare queste opere nascono quindi emozioni e corrispondenze tra le architetture dipinte e l’osservatore, la composizione diventa racconto, il ritmo del quadro coinvolge trascendendo nel mito. Allo scopo si vedano Se chiudo gli occhi sul Foro Romano, dove compare una straordinaria interpretazione del Tempio di Saturno (acrilico su tela, 50x70 cm, 2021) e Sotto il cielo di Roma con la visione del Tempio di Venere e Roma e della chiesa di Santa Francesca Romana con il suo svettante campanile (acrilico su tela, 50x70 cm, 2021).

Paesaggi e nature

Il maestro di Palestrina dipinge anche magici paesaggi tratti da soggetti dal vero, la sua ricerca porta infatti il nome di “I Paesaggi e le nature”. Si vedano, ad esempio, Primavera tra cielo e mare, Colline marchigiane, Canneto sull’acqua, Fioritura di Castelluccio di Norcia, Immensità, Immerso tra i papaveri, Le ultime foglie (la speranza), Acque sorgive del laghetto di Fibreno (Ciociaria).

Con i tratti del pennello esterna non solo quello che vede, ma anche le sensazioni e le emozioni che porta dentro, elaborando e trasfigurando così i soggetti, silenziosi paesaggi, cieli blu che vanno dal violaceo all’indaco, prati verdi miscelati con il rosso dei papaveri e il giallo delle mimose e delle ginestre che rassicurano e tranquillizzano l’anima.

Salvatori “sceglie il paesaggio per raccontare emozioni che fuoriescono dall’opera per arrivare dritte alle corde interiori dell’osservatore” (Marta Lock), i suoi dipinti sono realizzati con molteplici sfumature e velature, l’intensità e la profondità rendono virtuoso il lavoro dell’artista che per creare questi effetti utilizza colori sovrapponibili e pigmenti mescolati. In particolare, è attratto dal silenzio e dal mistero dei laghi, che ha riportato in alcune opere come Vento di tramontana (acrilico su tela, 40x80 cm, 2021) dove ritrae il Lago di Bolsena in un giorno di novembre e in Canneti e riflessi sul lago (acrilico su tela, 40x50 cm, 2021) dove delinea il Lago di Albano.

Il desiderio dell’invisibile, l’arte sacra

Pascerò le mie pecore con giustizia, Come un agnello, Ti ho glorificato sopra la terra, Come agnello condotto al macello, L’incontro in cielo con i santi, sono solo alcuni titoli di dipinti di Salvatori. Si tratta di opere intrise di un profondo significato spirituale, originali, uniche, in quanto l’iconografia e gli effetti del colore sono irripetibili.

La recente opera quadrata Il Dono della vita, ha dato sé stesso per te (acrilico su tela, 100x100 cm, 2021) emana astrazione e spiritualizzazione dei volti, bidimensionalità e armonia, i colori sono stesi come gioia dello Spirito, l’incorporeità delle figure rappresentano l’atemporalità, in quanto la dimensione di Maria e del Cristo morto tra le sue braccia è essenza di sacralità al di là del tempo cronologico.

Particolarmente “toccanti” sono le opere Maria dei Miracoli e Maria madre della tenerezza, entrambe rappresentano la Vergine al di fuori del tempo e dello spazio, non in atteggiamento realistico, ma con un volto trasfigurato il quale rivela che essa appartiene al mondo celeste rivestita di un corpo incorruttibile: si tratta di raffigurazioni sacre, reliquie, antiche icone, epifania del divino.

Sempre alla ricerca di nuovi stimoli espressivi e dalla forte propensione a sperimentare, il maestro interpreta anche una diversa realtà artistica, come nell’opera somigliante ad un affresco staccato Incontro di Dante con Beatrice (acrilico su tela, cm 100x70), interpretando la VII Cornice Lussurioso, Canto XXX, Apparizione di Beatrice e scomparsa di Virgilio, realizzata per la mostra Cento Canti della Divina Commedia illustrati dai Cento Pittori via Margutta.

Con finissime qualità tecniche e straordinario calore pittorico, i dipinti di Luigi Salvatori, pur se laici, suggeriscono un’immagine del trascendente ponendosi al di fuori della realtà oggettiva che sorpassa quindi i limiti dell’esperienza. Le seducenti composizioni si stagliano sulla tela convergendo direttamente agli occhi e l’anima dell’osservatore. Nate con la memoria e il mito, realizzano un’alchimia di forme e colore ricercando l’armonia e la bellezza, evocando un frammento di uno spazio più ampio dove le architetture, i paesaggi e le rappresentazioni sacre rivelano il contatto diretto con il divino che tende verso l’alto, alla ricerca di Dio.