Diario di bordo, anno zero, giorno due.

È disponibile un nuovo software? Sì, avanti, c’è posto (per pochi).

Come ho deciso di fare di me un utilizzo poetico della propria esistenza = vedi alla voce “non riuscirò ad essere l’idea impossibile di un’incarnazione divulgativa.”

Non dormivo mai, ma sognavo ad occhi aperti mille cose fantastiche, non il fascino dei sogni proibiti, sulla realizzabilità del senso moderno delle arti. Quando sarebbe arrivato il momento in cui qualsiasi elemento è spettacolarità, perfino nella politica, e cioè una significazione anomala della spiegazione delle cose?

Nel ventesimo secolo eravamo convinti che l’evoluzione umana avesse raggiunto una svolta importante, ed io continuavo a sognare, realizzando, colpevoli forse gli immaginari di film fantascientifici, un futuro consapevolmente intelligente, soprattutto della propria estinzione.

Gracidano gli acidi gastrici/L’interiorità è nota – ignota, (pregasi/ barrare l’opzione scelta).

In questa luce artificiale, questa luce generata da accumulatori mostruosi, tra decapitati, ossa, mille morti negli scontri di questi giorni, dalla mannaia che non fa distinzione, venne confusa, in mezzo, anche l’estetica dell’Apparizione, tra altre tibie e teschi. Sono giorni dei morti.

Siccome per la comunicazione l’arte è l’anima, nessuno ne parla. L’arte, ma anche la parola, si dice, si esprime in momenti reali. Ma se la mia parte cognitiva ancora mi illumina, è la grande, super menzogna. La contemporaneità non dice nulla, perché proprio attuale, resta, in qualche modo, ‘solo’ un’immagine ipno-magnetica, che non ha nulla da dire, se non raccontare se stessa. In anno domini 2011 già si calcolavano 7 milioni di immagini ipnomagnetiche ‘caricate’ on line al giorno solo su ‘un’ social, cioè una media di 6 miliardi di foto caricate al mese, nel 2018 il Global Digital Overview Report ha stimato che, a livello mondiale l’uomo ipnomagnetizzato contemporaneo sosta mediamente 7 ore al giorno su Internet. Nella top ten mondiale dei siti visitati, l’uomo intelligente del ventesimo secolo va, in ordine, su Google, Facebook, YouTube per cercare informazioni vere; nota: nella ‘ten’ non esistono siti culturali. La parola è leggera, si duplica con un copia-incolla e può essere utilizzata milioni di volte, il costo, irrisorio. Il prezzo, altissimo.

Ci sono arti straviste, multi-edite, altre che si non-vedono perché altre, mai viste; non me ne vogliano gli amici malinconici di destra, i borghesi di sinistra, gli ardenti di centro e neanche tutti i credenti del Fato, che piaccia o no, da sotto il lampadario e un poco di indignazione, l’Arte invoca la barricata: divisa per quattro,
moltiplicata per dieci,
raddoppiata per sei,
seguendo l’inverso del quadrato,
della sua distanza nel non-tempo.
Quella lontana risulta trascurabile, quella vicina così immensa.

Laggiù nella siviera / laddove brilla un fuoco ardente / che puzza di sudore / che brutta puzza mai si sente. / C’è pure caldo forte /che tutti sudar fa / ma già bussa alle porte / bella libertà.

(Attribuita a Ferdinand Lassalle)

Per quanto mi riguarda, ho scelto l’utilizzo del dettaglio più fragile come tentativo di ripristino del software:

il corpo fragile.