Platone era un comico? I Dialoghi di Platone erano una commedia? In altri termini, Platone satireggiava? Scherzava? Ci prendeva in giro? Tesi ardita e assai provocatoria - assai assai. Ma il sospetto viene. Il miscuglio di Pitagora, Parmenide ed Eraclito che genera il platonismo ha come ingrediente fondamentale il birignao. Non è così insensato: quella di Platone è un'opera di critica e oltrepassamento. Quando nel Parmenide Socrate dialoga con Parmenide, Parmenide viene criticato e cestinato. Via, avanti il prossimo. Il Socrate dei Dialoghi li mette in fila tutti (Gorgia, Ione, Cratilo, Lachete...) e li fa inesorabilmente tutti fuori. Uno dei modi per esprimere le critiche non è forse quello di assumere il tono sarcastico, ironico, satireggiante?
Dunque, i dialoghi potrebbero essere una commedia, benché si aprano con una tragedia ovvero il mito dell'antro laddove l'uomo è in catene davanti a ombre bisbiglianti. Del resto, Platone cominciò come tragediografo. Magari si accorse di valere una cicca, mandò al diavolo tutto e si diede alla satira riponendo nei cassetti i toni drammatici.
Indizi ci sono. Ad esempio, la faccenda di Menone. Socrate sosteneva che con la maieutica si potesse far dedurre da solo a Menone, un totale analfabeta, il teorema di Pitagora. Mediante opportune domande è possibile far affiorare un sapere che Menone ha in sé anche se non sa di averlo.
Nella grandiosa commedia di Platone, ogni personaggio è oggetto di satira, ivi incluso Socrate. Socrate che inventa candidamente miti paralleli a quelli olimpici e finisce per essere condannato a bere cicuta per empietà. Ma empio, Socrate, lo è sempre: non per il fatto specifico; un po' come accadde ad Al Capone condannato per evasione fiscale. S'inventarono un modo per toglierselo dai piedi. Nell'antichità infatti i capi ricevevano il potere dagli dei (e non dai Consigli d'Amministrazione) e chi negava l'esistenza di quegli dei (ad esempio gli atei), veniva sic e sempliciter fatto secco. Paradossale che il padre della Scienza oggi al soldo del Potere con la P maiuscola, abbia dovuto rischiare così grosso: la Filosofia attentava la Teogonia. Attentare la Teogonia significava averne piene le tasche dei soprusi delle caste superiori. Dunque, una volta di più: se adotti toni da commedia, se satireggi, se scherzi ("Ma scherzooo!"), magari la passi liscia e ti danno succo d'uva e non cicuta.
Certo, pensare che i Dialoghi di Platone siano tutti uno scherzo non è facile. Pensare che Platone deridesse Pitagora, deridesse Parmenide e deridesse il Demiurgo, il mondo delle Idee, che fosse tutto uno scherzo, non è semplicissimo da mandare giù. Perché è come mettere il coperchio sull'Occidente. Fin!, bast!, finit...pah! Come mettere il coperchio sul più alto, evoluto, sublime stadio etico mai raggiunto. Eppure... Magari quello stadio è solo un sogno. Non è reale. Solo un bel quadretto. E noi ci abbiamo creduto. La Scienza, la coscienza, la prescienza... Lo abbiamo preso sul serio quand'era invece tutto uno scherzo. "Ci pensi se c'è un mondo intangibile dove tutto è perfetto e bello, e qui è solo una copia di quello, ma per colpa di un artigiano un po' matto...". E noi invece che ridere siamo diventati... Padri della Chiesa. Asceti. Martiri.
Uno di questi miti intrisi di ironia è il mito degli androgini. Anzitutto, manco a farlo apposta, è narrato da Aristofane, padre della commedia. Sì trova nel Simposio, dove tutti sono avvinazzati, dunque tutti da prendere serissimamente, e si parla di amore, vino e amore, Bacco, Tabacco e Venere; e proprio qui, in questo contesto, Aristofane se ne vien fuori (accidenti!, par di essere Benigni!) con l'esplicazione di come uomo e donna furon creati maschio e femmina: appunto, il mito degli androgini. Attenzione! Proprio qui, in questo contesto. Contesto di amore. Platone in questo mito, però, e arriviamo al punto nodale del presente scritto, non parla propriamente di amore, parla di eros, parla di sesso. In principio uomo e donna sono un'unica entità: gli androgini. Ma poi Zeus li divide e i due si cercano in eterno. Ma cosa separa Zeus, esattamente? Noi non ci pensiamo, forse, ma ciò che viene realmente separato, da Zeus, sono i sessi. I sessi erano lì da qualche parte, in questo essere sferico, ammucchiato, erano, i sessi, uno vicino all'altro e lo Zeus li ha presi e li ha allontanati.
Ecco perché uomo e donna si cercano! Platone non lo dice bene bene, ma riflettendoci un momento è ovvio e manifesto che originariamente uomo e donna fossero un unico corpo sferico intento in una perenne ammucchiata. Il sesso dell'uomo saldato in quello della donna h 24 su h 24. Non solo, ma l'uomo e la donna avevano i visi girati in direzioni opposte: così non c'erano problemi di alitarsi addosso, starnutirsi eccetera. Non il bacio. Nessun bacio. Niente romanticherie. Ciò che importava, all'origine dei tempi, prima che lo Zius intervenisse, era solo il punto di saldatura laggiù nelle parti basse. Ecco, l'amore tra uomo e donna! Noi diciamo di amare ma in realtà vorremmo stare saldati là sotto ventiquattrore su ventiquattro. Ecco cos'è l'amore... Quando c'è quella cosa che ti prende, e alè... Non si capisce più niente. In origine, ci dice Platone nel Simposio, era un'orgia perpetua: un'orgia perfetta, naturale. Non c'era bisogno di riunirsi, non c'era bisogno di... Ma i simposi erano orge?! Tutta comicità. Buffoneria, scherzo!
Platone ci ha presi in giro. I Dialoghi platonici. Dialoghi. Ma quando mai?! Ma dove esistono i dialoghi tra uomini? I miti di Platone? Ma mi faccia il piacere, mi faccia! Le barzellette di Platone, vorrà dire!















