La sconfinata produzione di Isaac Asimov tratta, in fin dei conti, di donne, uomini, robot. Il loro contesto è la Galassia, ma uomini e donne fanno parte tutti della specie umana, in qualche pianeta molto evoluta, in altri molto degradata, ma uomini e donne restano. E i robot.

Come sono le donne di Asimov? Sono poche, molto poche, ma si ricordano con piacere. Sono donne brave, intelligenti, capaci, vien voglia di conoscerle meglio, vorresti averle come vicine di casa, amiche, confidenti, alleate, amanti. Mai averle nemiche. Pericolosissime. Come, del resto, molte donne nella nostra realtà.

C’è Jezabel, detta Jessie, la moglie di Elijah Baley, l’investigatore terrestre protagonista dei primi tre romanzi del ciclo dei robot, che si è adattata con grande fatica agli abissi d’acciaio terrestri, cerca di tenere in ordine il loculo in cui vivono con il loro ragazzo, Ben, ormai ha fatto il callo nel frequentare i bagni pubblici riservati alle donne, le mense pubbliche, i mercati, pone a Elijah i problemi quotidiani, ma lui, come tutti i maschi, è impegnato, nel primo libro, assieme a R. Daneel Olivaw, a salvare il Pianeta da un possibile conflitto con gli Spaziali in seguito all’uccisione di uno degli ideatori del robot positronico. Jessie sembra una donna dai pochi piaceri, niente lussi, tranne qualche giro a far shopping con le amiche. Una donna triste, troppo silenziosa, come molte delle casalinghe dalla vita agra anche dei nostri giorni. Negli altri due libri del ciclo dei robot Jessie resta nei pensieri, nei sensi di colpa di un Elijah che, pian pianino viene inghiottito dalle avventure spaziali e dalla missione di riportare i terrestri nello spazio, a colonizzare nuovi mondi.

C’è Lady Gladia, la Solariana, artista di Luci-scultura, che nei suoi 400 anni di vita ha tempo di sposarsi una volta con un freddo genetista, responsabile del processo riproduttivo umano di Solaria, con cui conduce una vita priva di calore e d’amicizia che si conclude con l’assassinio di lui, su cui nessuno riesce a far chiarezza e su cui Elijah Baley, chiamato dal governo di Solaria, indaga assieme a Daneel. Si sposta poi da Solaria ad Aurora, dove diventa vicina di casa del roboticista Fastolfe, che la accoglie come una figlia, le affida un robot umanoide, uno dei due da lui ideato e prodotto, robot di cui lei si innamora e con cui convive per un certo tempo, sperimentando finalmente il piacere sessuale che il suo freddo marito solariano le negava. La relazione dura intensamente fino alla “morte” misteriosa del robot. Per questo rivede Elijah Baley, che viene dalla Terra su Aurora per indagare su richiesta del governo del pianeta che di quella morte accusa il roboticista Fastolfe. Gladia si innamora, ricambiata, di Elijah, ma fanno in tempo a vedersi due sole volte nella breve vita di Elijah, in situazioni precarie. Lady Gladia passa poi un lungo periodo ad Aurora, sposata al buono e apparentemente imbranato barbiere dell’Istituto di robotica, con cui fa due figli. Il lungo periodo auroriano viene interrotto a distanza di qualche secolo, dalla venuta di un discendente di settimo grado di Eljiah che lei decide di seguire su Solaria, sulla Terra e su Baleyworld, il primo pianeta della nuova colonizzazione promossa proprio da Baley. Su questi pianeti viene accolta come una regina, essendo stata la compagna del mitico Elijah ed essendo accompagnata da un suo discendente, con cui alla fine fa coppia discreta ma appagante. Tiene dei discorsi bellissimi in galassia-visione, che fanno ragionare gli uomini e le donne della Galassia sulla loro comune appartenenza al genere umano e sull’assurdità della guerra. Una bella figura di eroina longeva e decisa a vivere la sua vita con dignità, decoro, piacere, pace per tutti.

C’è Vasilia, la figlia di Fastolfe, il roboticista che detiene il segreto del funzionamento dei robot positronici umanoidi, che viene allevata da un robot positronico ma non umanoide, il buon Giskard. Da piccola, seguendo le orme del padre, vuol vedere, come tutti i bambini, “che cosa c’è dentro Giskard” e trova delle equazioni matematiche che descrivono le funzioni mentali del robot, ne scopre una esteticamente brutta, la rende più bella (forse citazione di Hey Jude, dei Beatles “take a sad song and make it better”, e dona così a Giskard la facoltà di leggere nel pensiero degli esseri viventi, di comunicare mentalmente a distanza e di modificare, con eleganza e impercettibilmente, i pensieri e le azioni, senza danneggiare le menti. La telepatia - Asimov la chiama “mentalica” - diventa così una componente essenziale del ciclo dei robot e di quello della Fondazione, una proprietà destinata a garantire stabilità all’impero della Galassia.

C’è Bliss, una creatura affascinante, che proviene da Gaia, un pianeta della Galassia organizzato come un sistema a rete interconnesso, in cui i singoli abitanti mantengono la loro individualità e dignità ma sono potenziati dalle relazioni con tutti gli altri esseri viventi del Pianeta. Gaia è così al tempo stesso una donna e l’insieme degli esseri viventi interconnessi del suo pianeta, riesce a entrare nelle menti degli altri esseri viventi, con poteri telepatici potenziati dall’insieme del suo pianeta, anche a grandi distanze… Bliss sarà importante nella scelta su come impostare il secondo impero galattico come un sistema integrato di relazioni e non più come un sistema piramidale di tipo feudale, al cui vertice era Trantor, la sede dell’imperatore galattico. È proprio Asimov, così, a precorrere i tempi della interconnessione in rete che viviamo oggi, e, con un lampo di genio, ci prospetta la possibilità che tutti gli esseri viventi nel futuro possano comunicare facilmente fra loro.

Ci sono le politicanti che reggono posizioni di responsabilità sui pianeti che alcuni dei protagonisti delle storie dell’Impero vivono, anche affascinanti e predaci, come reali donne di potere.

Ci sono, infine, le due donne di Hari Seldon, l’inventore della psicostoria, Dors Venabili, la sua donna e sua nipote Wanda. Dors è una bella ragazza rossa di capelli, ricercatrice di storia, che lo incontra quasi casualmente al suo arrivo su Trantor, gli sta a fianco per gran parte della vita e lo protegge anche fisicamente, come una vera guardia del corpo, tanto da essere soprannominata “la donna tigre” dopo aver sgominato da sola una banda di malfattori che metteva in pericolo la vita del suo Hari. Si può però apprezzare, man mano che si va avanti nella storia, un particolare un po’ inquietante… in tanti anni di vita in comune Seldon tende a invecchiare molto più velocemente di lei, che resta sempre efficiente e perfetta, con qualche minimo segno di invecchiamento, fino a che…

Wanda è la continuatrice del lavoro di Seldon, di cui è la nipote. Dotata di poteri mentalici e telepatici raccoglie attorno a sé quelli come lei che svilupperanno questa facoltà emergente degli esseri umani e saranno i guardiani della galassia a partire dalla II Fondazione, posta in un luogo segreto, che per molti libri e in molte avventure gli indimenticabili personaggi di Asimov continueranno a cercare, senza accorgersi che ce l’avevano proprio lì, sotto il naso.

Asimov lascia spazio per altre donne, piccoli camei di donne moderne, indipendenti, consapevoli, intelligenti, donne che il nostro tempo, che è pure il suo, ha iniziato a liberare da un passato di pregiudizio e sofferenza.

Ci dice che il futuro della donna sarà importante per tutta l’umanità e consegna, alla fine, a loro, il segreto della nostra sopravvivenza.