Un nucleo di opere davvero unico, quelle approdate per la mostra Canova e l’Antico, al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN). L’esposizione, curata da Giuseppe Pavanello, conta ben 12 grandi marmi e oltre 120 opere del moderno Fidia, disposte su due livelli: l’atelier al piano inferiore che ricrea l’ambiente di creazione del Canova con i bozzetti e le copie in gesso, e le opere finite al piano superiore, provenienti dalla più grande collezione al mondo del maestro, il Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, dove invece è in mostra Dei, uomini, eroi, con opere provenienti dal MANN e dal Parco Archeologico di Pompei.

“Imitare, non copiare gli antichi, per diventare inimitabili”, questo il monito di Johann Joachim Winckelmann che Canova fece suo e che rende il MANN, con la Collezione Farnese, la location perfetta ad accoglierne le opere, da cui prese ispirazione quando vide le pitture e sculture ercolanesi nel 1780. “Un’occasione unica – come dice il presidente della Fondazione Canova, Vittorio Sgarbi, nel catalogo della mostra edito da Electa – che rende più antico il Canova e più moderno l’antico”. A fare da trait d’union proprio un’opera del Canova, il Ferdinando IV di Borbone, da sempre sullo scalone del MANN che porta all’immenso Salone della Meridiana, dove, illuminate da una luce zenitale ad hoc ci sono i capolavori dall’Ermitage: l’Amorino Alato, l’Ebe, la Danzatrice con le mani sui fianchi, Amore e Psiche, il Genio della Morte e le rivoluzionarie Tre Grazie. A questi si uniscono la Pace, di recente arrivato da Kiev, l’Apollo che si incorona dal Getty Museum di Los Angeles, la Maddalena penitente da Genova, il Paride dal Museo Civico di Asolo, la Stele Mellerio, e i grandi gessi l’Amorino Campbell e il Perseo Trionfante da collezioni private e il Teseo vincitore del Minotauro e l’Endimione dormiente dalla Gipsoteca di Possagno.

In mostra anche le 34 tempere su carta a fondo nero conservate nella casa dell’artista, ispirati alle pitture pompeiane su fondo unito. Chiudono il percorso le opere di Mimmo Iodice, che come Canova ha reinventato le opere classiche con il mezzo fotografico. Per l'occasione Electa, oltre al catalogo, ha pensato anche ai più piccoli con la serie illustrata di Nico alla scoperta di Canova, disegnata da Blasco Pisapia e scritta da Valentina Moscon.

Fino al 20 Maggio al MANN è possibile vedere anche la mostra In the Volcano di Cai Guo-Qiang, artista cinese conosciuto in tutto il mondo per le sue installazioni. La mostra, che riprende, in chiave contemporanea, il concetto di esplosione come fenomeno di rigenerazione, prende origine dalle esplosioni di Pompei ed Ercolano. Le opere sono, infatti, il frutto delle esplosioni realizzate dall’artista il 21 Febbraio scorso nell’anfiteatro Pompeiano, un’esplosione di polvere da sparo e fumi colorati che ha dato vita alle opere trasportate al MANN, tra cui la grande tela, lunga ben 32 metri, nella Sala Farnese e una serie di oggetti “scavati” a New York esposti con la polvere da sparo e a delle reinterpretazioni, collocate vicino agli originali, di capolavori dell’Antica Statuaria come l’Ercole Farnese e la Venere Callipigia.