Lo si ricorda come "la testa più lucida della DC", secondo la definizione del corsivista dell'Unità Fortebraccio, al secolo Mario Melloni, democristiano doc della prima ora e poi fiero e coriaceo comunista. In realtà – e Melloni lo sapeva bene – quella testa non era lucida solo per una anticipata e vasta calvizie, ma proprio nel senso figurato di una rara capacità di capire, intuire, ragionare. E anche in riferimento all’attuale livello, complessivo e individuale, dei politici, non si può non convenire che Giovanni Galloni sia stato un gigante della politica.

Insieme con Corrado Belci, Guido Bodrato e Beppe Pisanu, Galloni è stato tra i fondatori della corrente di sinistra della Democrazia Cristiana, la cosiddetta “Sinistra di Base”, molto vicini alle posizioni espresse dal segretario della DC Benigno Zaccagnini, e anche per questo indicati tout court come “zaccagniniani”. Fu proprio Galloni a curare i supplementi del quindicinale “Quaderni di studi politici” con i quali vennero approfonditi i problemi più importanti riguardanti la politica, la società, l’economia. Su La Base trovarono ospitalità voci anticonformiste e autorevoli, quali quelle, ad esempio, di Guido Miglioli o di don Primo Mazzolari. Per meglio capire quel periodo merita ancora che si ricordi che nei primi mesi del 1954 ci furono importanti contatti con Ezio Vanoni ed Enrico Mattei, protagonisti della Resistenza e molto impegnati a favore di una politica economica riformista e dell'indipendenza energetica del Paese.

Sul versante degli incarichi di partito, Galloni negli anni Sessanta e Settanta fu vicepresidente e per due volte vicesegretario della Democrazia Cristiana. Dal 1982 al 1986 è stato direttore politico del quotidiano Il Popolo, organo ufficiale della DC; dal 1987 al 1989 ministro della Pubblica Istruzione nei governi Goria e De Mita; dal 1990 al 1994 vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, quando fu anche protagonista di un “conflitto” istituzionale con l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Credo che proprio la sua direzione al Popolo sia stata all’origine di un incarico molto politico e poco partitico, quello di preparare la storica visita di Papa Wojtyla alla Sinagoga e l’incontro con il rabbino capo Elio Toaff.

Di quella visita, e di quello storico incontro, posso dire di essere stato testimone diretto, e in un certo senso organizzatore. Come ho avuto modo di ricordare, ero infatti, all’epoca, capo del servizio interni del Popolo, sotto la direzione politica, appunto, di Giovanni Galloni, cattolico molto aperto al confronto. Ed era stato proprio lui ad essere designato dal vertice della Democrazia cristiana, di cui Il Popolo era allora la voce ufficiale, a tenere i primi contatti con la Sinagoga per preparare la visita di Giovanni Paolo II.

Dopo i preliminari telefonici, furono fissati il giorno e l’ora. Galloni mi chiese di accompagnarlo nella visita. Accettai, naturalmente: ancorché fossi un tradizionalista, dal punto di vista della partecipazione ai momenti religiosi, non potei negare a me stesso come quella presenza, quella visita sarebbe stata per me motivo di un’eccezionale, forse irripetibile, esperienza umana, culturale, professionale. Come poi fu, naturalmente. Toaff ci accolse con molta affabilità, tipica della sua natura, se non ricordo male. Il ghiaccio era rotto. C’erano le premesse per l’abbraccio tra Cattolici ed Ebrei, nello spirito ecumenico voluto da papa Woytjla.

Credo sia giusto chiudere questo ricordo di Giovanni Galloni con quanto ha osservato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Galloni è stata una personalità politica competente, autorevole, fedele ai principi della Costituzione e a quei propositi di ampliamento delle basi democratiche, di crescita delle opportunità sociali, di riduzione delle diseguaglianze che sono connaturati con il disegno costituente. Della Democrazia Cristiana fu dirigente di primo piano, appassionato e colto, sempre propenso al dialogo e al confronto, coraggioso nelle idee e capace di rischiare per esse. Ha servito con onore lo Stato da ministro della Repubblica e da vicepresidente del Csm. In chi lo ha conosciuto e nei tanti giovani a cui ha trasmesso passione politica, capacità di visione, oltre che gli studi di diritto, la sua testimonianza di vita resterà indelebile". Mattarella e Galloni: direttori politici, ancorché in tempi diversi, del Popolo. E giganti istituzionali. Non so se mi spiego…