Una corrispondenza epistolare degli anni novanta dello scorso secolo con il tiburtino Antonio Scipioni circa il restauro e il ritorno in sede del Gruppo ligneo della Deposizione ha suggerito di creare, nel contesto dell’Associazione culturale Arcipelago, un’«Area Arti Visive»; si affianca, questa, alle tante altre associazioni che danno lustro alla città di Tivoli: alle Idi Adrianensi che da anni costituiscono appuntamento rilevante dell’agenda della città; al Gruppo storico Publio Elio Adriano che nasce all’interno dell’Associazione culturale Villa Adriana e cura la diffusione del modo di vivere nell’antica Roma; all’A.R.S. Legio Auxilia che nasce dallo studio delle figure militari e dal fascino che sprigionano; alla Cultus Deorum che per programma divulga la cultura di Roma attraverso la Religio e i suoi usi e costumi; alla Legio IX Hispanica, alla Romars, alla Legio Alatrensis, al Cenacolo degli Ardenti, all’Accademia del Desco d’Oro.

L’Associazione culturale Arcipelago, prossimamente Onlus e da quest’anno con sede a Tivoli, si affianca a queste e ad altre benemerite e antiche associazioni; è senza scopo di lucro ed è costituita da un gruppo eterogeneo di persone che spazia da musicisti a docenti di lingua inglese, a giornalisti e a storici dell'arte; la sede prescelta, pur essendo interessata agli avvenimenti culturali dell’ampio territorio a Nord-Est di Roma, è la prestigiosa sala R. Tosatto dell’ottimo ristorante L'Angolino di Mirko, che si trova al primo piano dello storico Palazzo Santa Croce, a Tivoli, deliziosamente affrescata in stile Liberty.

Un po’ di storia dovette certamente emergere nella mente del tiburtino Tosatto, in quel primo decennio del secolo XX. Ricordò che nel XVI secolo il cardinale Ippolito II d’Este, dopo le delusioni per la mancata elezione al pontificato, aveva voluto fare rivivere i fasti delle corti di Ferrara, Roma e Fointanebleau e aveva voluto pure fare rinascere la magnificenza di Villa Adriana: governatore di Tivoli dal 1550, carezzò l’idea di realizzare un giardino nel pendio dirupato della “Valle gaudente”; programmò il sogno cardinalizio il pittore-archeologo-architetto Pirro Ligorio e lo realizzò l’architetto di corte Alberto Galvani. Le sale del Palazzo poi vennero decorate sotto la direzione di protagonisti del tardo manierismo romano come Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia, Antonio Tempesta.

Il Tosatto quindi, pur fedele allo stile imperante nel suo tempo, dovendo affrescare una sala in un palazzo importante del centro della sua città, non poteva non avere negli occhi le meraviglie delle sale del Palazzo di Villa d’Este: ne ricopiò lo stile e si rifece, nell’ovale centrale del soffitto, a qualche reminiscenza pittorica di danza della Primavera.

Con la sua Area Musica, l’Associazione culturale Arcipelago è impegnata a fianco di istituzioni di prestigio che si occupano della ricerca sul cancro per le quali organizza concerti sia dell’orchestra Numinoso Ensemble che di musica lirica, Concorso lirico internazionale Jole De Maria [1], al fine di raccogliere fondi. Il 5° Concorso, nel 1017, è stato accolto con entusiasmo a Tivoli dal sindaco Giuseppe Proietti e dall’assessore alla Cultura e al Turismo Urbano Barberini: con il gradimento dell’Amministrazione comunale di Tivoli, qui si svolgeranno le edizioni successive. E con la sua Area Arti visive tratta, come programma, argomenti di Archeologia, Cinema, Fotografia e Storia dell'arte, prevalentemente dei territori Tiburtino, Cornicolano, Nomentano e della Sabina tiberina mediante un’edizione annuale cartacea di una sua rivista: I Quaderni di Arcipelago.

Insomma, di questa città prestigiosa, ove storia antica e arte sono di casa e le grandi ville e i monumenti sacri non si finiscono mai di ammirare, forse nulla si potrebbe più scrivere di poco conosciuto: Villa Adriana e Villa d'Este sono state inserite nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità UNESCO e il Parco di Villa Gregoriana è un bene gestito dal Fondo Ambiente Italiano.

Tuttavia il 19 marzo 1990 Antonio Scipioni mi diede modo di ricordare oggi, a un trentennio di distanza, un avvenimento sacro di grande rilievo per la comunità tiburtina. Mi scrisse infatti:

Dopo cinque anni di lavoro nei laboratori della Società RAVA seguiti dal Sig. Vitaliano Tiberia, direttore dell'Ufficio istruzione restauri della Sopraintendenza per i beni artistici e storici di Roma e del Lazio, è ritornata a Tivoli e riportata nella sua antica sede e cioè nel Duomo, la scultura lignea del XII secolo rimessa a nuovo dopo un lungo e paziente lavoro, resosi necessario per lo stato di deplorevole abbandono in cui era ridotto il gruppo della Deposizione.
Il giorno 18 marzo 1990, nelle ore pomeridiane, il popolo tiburtino ha potuto ammirare il magnifico gruppo, presente S.Ecc. mons. Lino Garavaglia, con il Capitolo dei Canonici della Cattedrale di S. Lorenzo martire, il sindaco con la giunta comunale, le Autorità Civili e Militari e numerosa folla di fedeli e cultori d'arte.
L'avvenimento, illustrato dal prof. Camillo Pierattini, presidente della Società Tiburtina di storia e d’arte, è stato sponsorizzato dalla Banca Popolare di Ancona, succeduta alla Banca Tiburtina or è qualche anno.
Alla cerimonia della benedizione è intervenuta la Sig.ra Evelina Borea, soprintendente per i beni artistici e storici di Roma e del Lazio e Vitaliano Tiberia.
La Corale Tiburtina e quella dell'Associazione culturale di Varia (Vicovaro) hanno eseguito brani di musica sacra.

Quest’antica opera è oggi nella Cattedrale di San Lorenzo di Tivoli, massima espressione religiosa della città, eretta nel medioevo dal card. Giulio Roma (vescovo di Tivoli dal 1634 al 1652) sul luogo ove sorgeva una chiesa del secolo XII, della quale rimase e ancora si conserva il campanile romanico. Il Duomo, oltre al Gruppo ligneo delle Deposizione, di autore ignoto, conserva nella IV cappella della navata destra, la Custodia d'argento lavorata a sbalzo e il Trittico del Salvatore raffigurante il Cristo, la Vergine e San Giovanni Evangelista, databile al XII secolo e custodito nella terza cappella della navata sinistra.

Antonio Scipioni, contestualmente alle foto, mi inviò fotocopia di due pagine scritte da Luisella e Katia Marchetti Pacifici, senza citare la fonte bibliografica, e tuttavia preziosi per le notizie che tramanda:

«Un’antica cronaca rivelò che la Deposizione di Tivoli fu portata a Roma dall’Oriente dall’Imperatore Costantino I, detto il Grande (280 - 337 d.C.). Un secolo dopo il tiburtino Simplicio (papa dal 468 al 483, poi Santo) la donò alla Chiesa di San Pietro ‘o della Carità’ in Tivoli, da lui fatta costruire nel 468 sui ruderi della Villa del console romano Quinto Cecilio Metello.

Lo storico Giovanni Maria Zappi (1519 - 1596) nei suoi ‘Annali’ scrisse che il ‘Gruppo Sacro’ era venerato in detta chiesa. Questo è il testo originale:

Si ritrova anchi in la chiesa di San Pietro il nostro Signore Jesu Cristo, levato et schiodato dalla Croce, con Nicodemo e San Giovanni, con le Marie. Alto di statura naturale, di relevo, di ligname, dentro in una Cappella, adorna di pittura, con belli lavori, dimodo che detta Pietà si giudica da molti Valenthomini, essere una delle più belle divozioni che si possano vedere.

Inoltre lo Zappi descrive la leggenda che aleggiava intorno a questa Deposizione:

Si conta che il detto Santissimo Crucifisso benedetto, fossi stato portato da camelli, sopra di un carro, li quali girorno per tutta la città di Tivoli, guidati da loro istessi, et quando si trovorno davanti alla Porta di essa Santa Chiesa, s’inginocchiorno miracolosamente, et non volsero mai più andare avanti

Per molti anni il Gruppo ligneo rimase nella Chiesa della Carità, poi nel 1641 il Vescovo Giulio Roma ordinò che venisse trasportato nella Basilica Cattedrale.

[1] Jole De Maria. Un’ugola, sette voci