Amore che scioglie le membra, dolce amara invincibile fiera, poetava Saffo.

Il motore del mondo è una forza della natura, capace di sconvolgere, di alterare ogni logica e ogni ragionamento, è ciò che spinge all’azione in ogni campo. Oggi, davanti al perpetrarsi delle violenze sulle donne, dobbiamo ricordare ai nostri figli che il mondo è e deve essere un’altra cosa, che ciò che definisce la grandezza del mondo e delle opere è un sentimento strano, difficile da definire, ma che è fondamentale trasmettere. La potenza della propensione verso l’altro va al di là del desiderio, include un’apertura incondizionata, un voler mirare alla felicità dell’altro, di se stessi, del mondo.

Davanti alle bassezze, alla povertà di pensiero, all’assenza di spessore, davanti alle parole spese per descrivere gli orrori della violenza, per attribuire alla vittima la responsabilità di innescare l’azione malvagia, abbiamo il dovere di insegnare ai figli che il mondo non è questo, che il mondo esiste perché esiste l’amore.

Declinato in ogni persona, lavoro, azione, storia, l’amore sta alla base dell’etica e del rispetto dell’altro. Nella psicoterapia l’amore verso il paziente costituisce il fulcro del cambiamento, il motore della guarigione: il paziente deve essere accolto, accettato, stimato, ma soprattutto amato. Il terapeuta non deve mai seguire i propri cliché, deve amare quello che vede, deve amare le caratteristiche dell’altro. Altrimenti il suo intervento sarà soltanto didattico, si fermerà alla superficie, sarà un esercizio, per quanto perfetto, di professione. Se, alla fine di una terapia, il paziente parla il linguaggio psicologico, come una sorta di esperto di psicologia, attenzione: il terapeuta non ha dimostrato amore, non è stato in grado di accettare veramente l’altro; c’è stata una trasmissione di sapere, un esercizio di stile.

Nell’educare i figli, l’amore è centrale, perché soltanto volendo profondamente il bene dell’altro si può dare al bambino la sicurezza di poter crescere come desidera e come è scritto nella sua essenza. Nel lavoro, l’amore è centrale, perché è ciò che spinge a fare le cose bene, ad avere idee, a centrarsi su un obiettivo, a dare un senso alle azioni.

Nella salute, l’amore è centrale, perché soltanto amando se stessi si riesce a seguire una strada che mantiene la fisiologia, che porta a rimanere in buona salute, forti e ben attrezzati per muoversi nel mondo. Nella gestione della cosa pubblica è altrettanto centrale l’amore per il bene comune, per le singole persone, per l’acutezza e la responsabilità nella gestione delle cose.

Nel rapporto di coppia, l’amore è essenziale alla coesistenza di un pensiero comune, al trasporto nel fare le scelte, alla capacità di accogliere, tollerare, gestire, sopportare tutte, ma proprio tutte, le caratteristiche dell’altro, fino ad arrivare al nucleo centrale dell’amore, che è la voglia e la capacità di stare bene insieme e di saper ridere insieme. Nella voglia e nella capacità di ridere sta infatti il nucleo del sentimento d’amore: ridere significa stare bene, significa saper giocare, prendersi in giro, significa tollerare che le cose non sono fisse, ferme, ma possono cambiare, possono ribaltarsi, per poi ritornare serie. L’amore è tormento, aveva ragione Saffo, perché comanda, governa, decide, è la più potente arma contro la presunzione di poter controllare tutto. La potenza della natura si esprime, smuove, decide.

Questo va insegnato ai bambini: che le cose vanno sempre fatte con amore, con cura, con attenzione, che le scelte fatte con amore sono le più dignitose, le più elevate, ma soprattutto che l’amore è una forza invincibile, che sta mille miglia sopra le brutture e gli orrori e le bassezze.

Bambini,
state sopra le cose brutte, guardatele con sufficienza,
virate senza timore verso una direzione bella,
allargate il vostro spirito, gioite, ridete
e sentite in voi l’amore per il mondo.