In questi giorni pensavo a quanto la società imponga lo scorrere del tempo.

La mia migliore amica a breve farà il compleanno e davanti a un the e una fetta di torta, l’altro pomeriggio, ero lì che cercavo di farle capire quanto lo scorrere del tempo lo ha deciso la società e che non c’è motivo di continuare a sentirsi indietro rispetto agli altri, ma che poi, rispetto a chi lo devo ancora capire.

Credo semplicemente che ognuno abbia il proprio tempo e i propri obbiettivi, e che essendo individui pensanti, ognuno disegna il suo percorso come meglio crede.

Abbiamo un modo per etichettate ogni singolo secondo che scorre. A volte è così asfissiante. Sembra di essere chiusi in una gabbia.

Con orari prestabiliti, anni in cui è necessaria una nomina o un atteggiamento, ci dicono quando dobbiamo sposarci, quando laurearci, quando fare un bambino, quanti anni sarebbero appropriati di convivenza, ci dicono a che età dovremmo avere un lavoro stabile o quando dovremmo raggiungere il successo, anche se poi il successo cos’è? E soprattutto non è differente per ogni persona?

E le persone che non rientrano in quei canoni, iniziano a chiedersi se non ci sia qualcosa di sbagliato in loro. Ecco, credo solo, che tutto il sistema sia sbagliato.

Partiamo col chiederci cosa rappresentano tutte queste cose? Magari non tutti vogliono queste cose, magari è sbagliato calcolare questi “traguardi”. Perché non calcoliamo quante volte siamo stati felici? O quante volte ci hanno tenuto la mano i nostri migliori amici, quando stavamo male? Quante volte siamo stati capiti? Quante altre abbiamo ascoltato e siamo stati di supporto a qualcuno? Perché è sempre più importante la parte legata alla razionalità, rispetto a quella legata ai sentimenti?

Io non ho una risposta a tutte queste domande, ma so che calcolare, contare e numerare serve a poco, in quasi tutte le situazioni. Ci dovremmo basare solo sull’intensità delle cose, su quanto siamo stati bene con qualcuno, o quanto ci piace il nostro lavoro, o ancora, quanto ci siamo sentiti spensierati passando il pomeriggio con quella persona.

Casualmente, tornando a casa quello stesso pomeriggio, ormai diventato sera, mi spunta questo quadro nelle storie di Instagram, s’intitola: “Il Tempo taglia le ali a Cupido”, lo guardo e me ne innamoro. È un quadro particolare, raffigura due personaggi che appartengono alla mitologia greca, ovvero Crono ed Eros, ribattezzato poi dai romani Cupido. La casualità, che dopo mille conversazioni su razionalità, emozioni, amore e tempo, mi abbia poi, portato davanti, uno dei quadri dove, sono proprio raffigurate queste due entità.

Mi ha stupita! Per questo oggi sono qua a parlarvi di questa opera d’arte. Non potevo ignorarla per due motivi: la prima è che se un’opera mi colpisce mi rimane impressa nella mente e la seconda è deformazione professionale, appena la vedo inizio ad analizzarla e guardarne ogni singolo dettaglio, per riuscire a interiorizzarla. Ed è esattamente ciò che è successo con questa raffigurazione.

Nel quadro troviamo questi due personaggi, un uomo abbastanza anziano, raffigurazione di Crono, ovvero il Tempo, che tendenzialmente porta saggezza e scorrimento, ma soprattutto nell’immaginario comune, implica razionalità, certezza e piedi per terra, come vediamo in questo caso.

Sdraiato, sopra di lui invece, troviamo un bimbo, anzi più precisamente un angioletto; lui è il nostro Eros o Cupido che rappresenta l’Amore, le emozioni. Infatti ha le ali, è un sognatore, idealizza il mondo e guida i sentimenti.

Nella mitologia, queste due figure, sono tendenzialmente una opposta all’altra, perché rappresentano due forze in contrapposizione tra loro, ma comunque connesse. Troviamo il tempo che ci mette davanti a chi siamo, alle scelte che compiamo e al suo passare inesorabile e dall’altra parte l’amore, che ci permette di dare luce alla nostra parte più sensibile, ci concede di aprirci e di scoprire le persone davanti a noi, con cui relazionarci, innalzandoci e mettendoci le ali, fino a toccare il cielo con un dito.

In quest’opera, troviamo il Tempo che taglia le ali all’Amore. Ci sono differenti interpretazioni di questo messaggio.

La prima, la più comune, è semplicemente che con il tempo, l’amore tende a svanire, lasciando piede alla razionalità, andando a mettere in secondo piano la parte più fanciullesca ed emotiva. La seconda invece, è dare spazio all’evoluzione dell’essere umano, dove il tempo inizia a far camminare, con i piedi per terra l’amore, cercando di dare una visione più realistica di un concetto così astratto. Dove l’amore non perde il suo significato profondo, ma evolve.

Di conseguenza, se noi adattiamo questo dipinto alla nostra vita di tutti i giorni, non dobbiamo valutare il passare del tempo come qualcosa a nostro svantaggio, o valutare il rapporto tra tempo ed emozioni, se andiamo ad ampliare il concetto di amore in tutte le aree appartenenti alla nostra vita, come a ciò che amiamo fare, alle persone a cui teniamo e a noi stessi. Perché, questo rapporto, tra queste due entità, non dovrebbe rappresentare un conflitto, come l’essere umano tende a valutarlo il più delle volte.

Pensandoci è cosi, tutti hanno paura del tempo che passa, d'invecchiare, di non riuscire a fare delle cose che avrebbe voluto, di non riuscire a vedere qualcosa che avrebbe voluto vedere o a provare qualcosa che avrebbe voluto provare. Ma semplicemente, credo che dovremmo pensare che la vita è fatta di opportunità, e che l’amore e il tempo, che Crono ed Eros, ci accompagnano durante tutte le avventure che saremo in grado di vedere, cogliere e affrontare. Sta solo a noi trattarli come compagni di viaggio, che ci indicano la nostra direzione, senza farci condizionare da come gli altri vedono, sentono o percepiscono il rapporto o a volte il conflitto tra di loro.

Credo, che continuare ad avere le ali del nostro Cupido interiore e dare a Crono il suo spazio sia l’equilibrio perfetto, ma essendo allo stesso tempo certa che questo equilibrio ipotetico non esista del tutto, credo anche che ognuno deve vivere la propria rappresentazione individuale e interiore di questa meravigliosa opera, lasciando spazio a entrambi come meglio crede.

L’unica cosa che mi sento di dire a voi, come ho detto alla mia migliore amica, il giorno successivo, dopo essermi imbattuta in queste due figure mitologiche, è di non avere paura, per quanto per l’essere umano è una delle emozioni fondamentali. Perché non avendo paura si possono scoprire cose meravigliose, superando limiti che non pensavamo di poter superare e arrivando a traguardi meravigliosi che, se avessimo seguito la paura, non avremmo mai raggiunto.

Quindi date spazio a quei due, perché sono sicura che vogliono solo accompagnarci nel nostro viaggio.