Come dimenticare il sorriso del popolo nepalese che anche nelle avversità non perde la speranza e la dolcezza dell'accoglienza. Una spiritualità che ha sostenuto il Nepal nella ricostruzione, spesso a mani nude, delle proprio città e villaggi devastati dal terremoto. Un sorriso che da Padova, altra città spirituale, ha gettato un ponte verso il paese delle alte vette e dei silenziosi monasteri buddisti. E il primo traguardo è stato raggiunto dal Comitato veneto di solidarietà a sostegno del popolo nepalese colpito dal terremoto nel 2015: grazie alla somma raccolta, la scuola del villaggio di Chhapthok (nel distretto di Dhading), completamente rasa al suolo dal sisma, è stata ricostruita, e proprio in questi giorni riapre le porte agli oltre 250 bambini e bambine di età compresa tra i 6 e i 14 anni. Il risultato è stato raccontato dagli stessi promotori, che anche per una scelta convinta di trasparenza hanno voluto restituire pubblicamente i risultati dell’attività svolta in questi anni. Ammontano a ben 12mila e 800 euro le donazioni che hanno permesso la ricostruzione della scuola, denaro consegnato direttamente alla popolazione dagli stessi promotori del comitato. Il complesso comprende sei aule, una sala insegnanti, bagni.

Nell’aprile 2016 il primo viaggio di Milvia Boselli, - biologa e docente dell’Università di Padova che per le sue ricerche scientifiche e le numerose spedizioni affrontate in oltre venti anni di attività conosce bene il Nepal - e Alfredo Forlin, tra i portavoce del comitato, per portare una prima parte dei fondi raccolti. Alla consegna erano presenti le autorità locali e gli amici nepalesi residenti in Italia che hanno suggerito come priorità il progetto della scuola. A ottobre 2016 è Antonino Ziglio, - vicepresidente di Enaip nazionale e promotore di progetti di cooperazione transnazionale con il Nepal - a sbarcare nel paese asiatico con una seconda tranche delle donazioni, e a breve Milvia Boselli ripartirà per partecipare al taglio ufficiale del nastro della scuola, previsto entro marzo. «Fin dalla costituzione del Comitato – spiega Antonino Ziglio - abbiamo voluto immaginare che il nostro impegno si esplicasse in un’azione ampia di sensibilizzazione sulla tragedia accaduta, e che la raccolta fondi fosse finalizzata a un progetto preciso e concreto: la scuola, appunto, luogo di cultura e di crescita per i piccoli nepalesi, punto di riferimento essenziale per le famiglie del villaggio».

Sono oltre duecento i soggetti che dalla sua fondazione sostengono, a vario titolo, le proposte e le iniziative del comitato, da singoli cittadini ad associazioni, enti religiosi e parrocchie, fino a università e istituzioni, associazioni di categoria, organizzazione sindacali… Costituitosi a Padova all’indomani del terremoto dell’aprile 2015, il Comitato oggi ha già esteso la propria rete di collaborazioni e sinergie ai territori di Verona (a partire dal coinvolgimento importante dell’Università di Verona) e di Vicenza: tra i prossimi obiettivi coinvolgere tutte le province della regione.

Tante le iniziative in questi due anni organizzate e promosse dal Comitato per sensibilizzare le comunità e raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione della scuola. A partire dallo spettacolo teatrale Filo spinato nel cuore, andato in scena a Padova al cinema Pio X a fine 2015, dalle numerose serate di incontri con gruppi di cittadini fino a un convegno realizzato in collaborazione con l’Università e il Comune di Verona e all’incontro patrocinato dal Comune di Vicenza per la presentazione del libro Aprile 2015: dal trekking al Campo Base dell’Everest al terremoto di Kathmandu di Luca Trevisan. Dal Comitato è stato poi lanciato un nuovo appello a sostenere la prossima sfida ancora più ambiziosa: la ricostruzione di un complesso culturale che comprende un tempio buddhista (in nepalese “gompa”), una scuola, un centro sociale per anziani e una mensa. Gli edifici, situati a Bhairav nel Distretto di Sindhupalchowk (epicentro del sisma) e risalenti al XVIII secolo, nel 2015 sono stati completamente distrutti. L’obiettivo è ora di raccogliere 22mila euro per contribuire al progetto, a fronte di un preventivo complessivo di spesa per i lavori di ricostruzione di 187mila euro. «Come per la scuola – ha sottolineato Milvia Boselli -, il progetto su cui si concentreranno ora le nostre energie ancora una volta è un complesso simbolicamente molto importante per la popolazione: spazio di preghiera e insieme di cultura e di tradizione, di relazioni e dialogo, di inclusione sociale».