Venticinque anni dopo la caduta del muro di Berlino, al quale ha fatto seguito la fine della Guerra Fredda, durata per circa un trentennio, c'è un'isola nel mondo dove sembra che il tempo si sia fermato, questo posto è Cuba.

Il paese caraibico fin dalla sua scoperta, con l'approdo di Cristoforo Colombo nelle Americhe, del 1492, ha subito diverse dominazioni. Gli spagnoli furono i primi a ottenerne il controllo, trasformando l'isola in una loro colonia. Nel diciottesimo secolo, gli inglesi , per un breve periodo, appena undici mesi, presero il controllo di La Habana impossessandosi del Castello del Morro, una fortezza posta all'interno della città. Questo diede origine a una tradizione tramandata tutt'oggi, seppur sotto forma di un evento per i turisti: al calar del sole si svolge uno spettacolo in costume e viene fatto esplodere un colpo di cannone. La storia tramanda che il colpo di cannone segnasse la chiusura della città. Da quel momento fino al mattino seguente non si poteva né entrare né uscire dalla città, per evitare che la stessa venisse assaltata durante la notte.

Il dominio spagnolo venne interrotto solo agli inizi del '900, quando gli Stati Uniti occuparono militarmente l'isola. Le dichiarazioni ufficiali furono di voler liberare Cuba dalle dominazioni straniere, in realtà l'isola si trasformò ben presto in un protettorato americano. La posizione geografica dell'isola caraibica, la quale dista appena 160 km dalle coste della Florida, era ideale per ospitare turisti americani dediti al gioco d'azzardo e alla prostituzione, proprio negli anni in cui tutto ciò negli Stati Uniti era vietato dal protezionismo.

Cuba divenne un paese realmente indipendente solo nel 1959, quando Fidel Castro, alla guida del Movimento 26 de Julio riusci nell'impresa di portare a termine la Rivoluzione; l'esercito rivoluzionario rovesciò il governo di Batista, filo-americano, e lo costrinse alla fuga. Castro venne nominato primo ministro e immediatamente diede il via a una serie di riforme di chiaro stampo socialista, le quali si concretizzarono nella nazionalizzazione di tutte le industrie e nell'abolizione della proprietà privata. Queste iniziative, ovviamente, furono malviste dagli americani, i quali erano i proprietari della stragrande maggioranza delle industrie e dei terreni dell'isola. La conseguenza immediata fu l'interruzione delle importazioni di canna da zucchero e altre materie prime da parte del governo americano, il quale in un secondo momento impose l'embargo totale. A correre in soccorso di Castro intervenne l'Unione Sovietica, la quale conscia della posizione geografica strategica di Cuba, colse al volo l'occasione e acquisì il governo castrista sotto la propria ala protettiva, assicurando risorse economiche e l'acquisto di materie prime, anche a prezzi più elevati di quelli di mercato. Gli anni della Guerra Fredda tra gli Stati Uniti e la Russia, furono anche gli anni di maggior prosperità economica per Cuba. Fidel Castro riusci a sfruttare al meglio la contrapposizione tra le due superpotenze mondiali e con le ingenti risorse messe a disposizione dall'URSS diede vita alle riforme necessarie per risollevare il paese.

La caduta del muro di Berlino, e la successiva fine della Guerra Fredda, avvenuta nel 1991, fece crollare l'architettura instaurata da Castro. Infatti, improvvisamente, con la fine dell'Unione Sovietica, vennero a mancare quelle risorse economiche necessarie al sostentamento dell'economia cubana e l'isola, come d'incanto, perse il valore strategico che aveva assunto. Il modello economico socialista instaurato dal governo cubano, terminato l'apporto di risorse sovietiche, non ebbe più sostenibilità, e Castro si vide costretto a rivedere la proprie posizioni. Nel corso degli anni, il “leader maximo” ha cercato di porre in essere misure di apertura al sistema capitalista; dapprima venne concesso ai cubani di possedere e utilizzare dollari americani, fu permesso il lavoro autonomo in cento settori commerciali, e in seguito venne introdotta la tassazione sui profitti ottenuti in dollari, infine l'epocale apertura agli investimenti esteri: le società straniere oggi possono gestire imprese commerciali e tenute agricole, sempre però con una partecipazione statale.

L'afflusso di capitali esteri e la possibilità di intraprendere iniziative economiche private ha generato due effetti contrapposti: da una parte l'economia ha beneficiato dell'afflusso di nuove risorse conoscendo una, seppur modesta, ripresa, dall'altro tutto questo ha ampliato la disuguaglianza sociale tra chi riesce a ottenere profitti grazie alle iniziative private e chi, non avendone la possibilità, continua a vivere nella povertà più estrema. Passeggiando tra le calle di La Habana Vieja si percepisce il connubio che si sta verificando a Cuba tra i due sistemi economici agli antipodi, capitalismo e socialismo; in rapida successione si alternano locali storici, dove si ha l'impressione che il tempo si sia fermato 40 o 50 anni indietro, a locali che potresti tranquillamente trovare sulla Fifth Avenue di New York oppure l'Oxford Street londinese.

Immersa nelle infinite difficoltà, Cuba mantiene intatto il suo splendore, non a caso La Habana Vieja è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, e il suo popolo si contraddistingue per una dignità che difficilmente è riscontrabile altrove.