Federico Malerba
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Federico Malerba

Nato a Milano il 3 aprile del 1999.

Le corna da ariete regalategli dalle stelle non tradiscono la sua tendenza a girarsi su se stesso in diversi giri e sovrapposizioni facendo perdere al lettore le proprie tracce, nelle diverse e circolari diramazione, e al contempo sorprendendolo con diversi stili e suggestioni.
Cresciuto sempre nella città facendo spola con Palermo, Barzio, Gressoney e altri posti che gli hanno lasciato un ricordo significativo e impressioni che tenta di restituire nei propri testi.

Ha frequentato il liceo scientifico, dove tra fisica e latino ha anche provato il mondo del teatro e della musica in generale cimentandosi in vari strumenti e musical, che sono anche finiti in scena al teatro della Luna. Fatto esperienza di scuola-lavoro da una psicanalista che poi è ironicamente diventata la sua. Nel periodo del liceo ha preso anche il vizio di vagare di notte con gli amici per Milano e città nei dintorni.

Dopo una forte indecisione sul cosa fare della vita ha capito che doveva comprendere una visione del mondo differente dalla sua e quindi si è iscritto a economia e management in Bocconi dove si è laureato nel 2021. Successivamente ha continuato i suoi studi alla Cattolica dove si è laureato in Economia e legislazione d'impresa mentre lavora come startup analyst in un hub innovativo.

Al momento continua la carriera accademica con un dottorato in Bicocca, ma non esclude una deriva umanistica del suo sapere economico. Per quanto riguarda la scrittura ha composto da sempre iniziando da racconti semplici e rime sparse già all'età di 8 anni. Poi crescendo, tra lutti e amori, e soprattutto arrivando al liceo l'attività poetica è aumentata e cresciuta incontrando figure che lo hanno aiutato e autori che lo hanno ispirato come, ad esempio, Italo Calvino, Abbot e Oliver Sacks.

Di recente ha scoperto la poesia performativa con la quale si sta misurando proponendo testi ironici e surreali. Ricchi di tutti gli aspetti esplosivi e rumorosi del proprio io, che fatica ad esprimere unicamente dentro ad un foglio di carta. Il palco come una lente permette di esporsi unicamente agli occhi attenti facendosi scoprire e scoprendosi grazie a personaggi e situazioni immaginate, portatrici però di conseguenze parecchio reali.

Da sempre la poesia è usata come mezzo per tentare di sfogare e soddisfare un'anima umanistica molto presente e dominante dentro di lui. Anima che però non è sola, tuttavia la speranza è quella di riuscire a creare un connubio tra i due mondi che si intrecciano dentro di lui: uno poetico ed uno pragmatico.

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