Soprattutto nei periodi di forte stress è possibile riconoscere chi ti sta davvero vicino, anche solo tramite un messaggio per vedere come stai o per incoraggiarti. È normalissimo vedere tutto grigio ogni tanto, però per fortuna ho un arcobaleno di persone attorno a me, che mi ricorda le potenzialità che ha questo mondo. È difficile esprimere gratitudine e affetto a chi ti sta vicino, specialmente quando si punta a farlo in un modo che non risulti sgraziato e poco chiaro. Alla fine, ho capito che ciò che conta non è essere sempre al massimo, ma accettarsi e provare a giocare le carte che la vita ci dà in mano per cercare di fare, con i pochi colori a disposizione, un momentaneo capolavoro.

L’eroe di piazza Risorgimento

Quale Nettuno avrai fatto arrabbiare per avere quelle tempeste emotive
i pensieri nubibondi
e le polifemiche paure
che non ti fanno dormire?
Vagabondo Enea
mentre Troia cade
non capisci che dentro ci sei solo tu? Prenditi in spalla e salvati
Novello Giasone, ma non senti?
che il vello è già fuori moda
gli animalisti ti stanno addosso
e i tuoi Argonauti ti stanno aspettando
Ma giovane Ulisse dal vecchio Argo
non vedi che il tempo ti ha fatto uno scherzo? Itaca è vecchia
La lana è marcita
Anticlea ha disertato
e dal piatto manca un loto
però lo vedo a tratti nei tuoi occhi
E se infondo al buio
dopo la porta socchiusa
nessuno dorme
con che coraggio sconfiggi i tuoi labirinti?
Ulisse senza mare
dalle terrene meraviglie chissà quali nereidi bacerai quanti tesori scoverai ricorda
non c’è ritardo che non sia funzionale arco che non saprai tirare
Proci che non riuscirai a scacciare
Amico mio, ma non sei stufo? di tutta questa mitologica
e spesso superflua complessità che alla fine tutto gira
e non ho molto da dire
se non che, oggi è una bella serata
e da infondo al bar ti hanno guardato
sarà stata Penelope o una sirena?
Non ne ho idea,
ma dopo che l’hai scoperto
quando stasera tornerai a casa
guarda Milano e chiediti:
Quando è stata l’ultima volta che ti sei specchiato in mare?

Ad Alessandro Maria C. uno dei pochi veri eroi rimasti.

S. R.

Ho un numero definito di parole di muscoli facciali
e conseguenti espressioni
definite sono le possibili combinazioni con cui tratteggiarti
e poi andare infondo, fino a che si può.
A vedere bene è definito
anche il limite possibile
e la confidenza con cui ti posso conoscere.
Quindi, supponendo che adesso mi alzassi e infilandomi il giubbotto buono prendessi il vento per venire da te
è pressoché certo che non apriresti.
E questo mi farebbe bene, ma visti tutti i limiti
e i potenti bui interiori
oltre cui di rado so vedere, io questo non lo so
e quindi ti scrivo,
ancora.

Vivo di quello che, per ora, mi fa sopravvivere

Vivo di quello che, per ora, mi fa sopravvivere senza unire i lembi
delle mie cerniere
per paura, forse, di perdere dimensionalità
Vorrei però insegnare ad Ale
la fisica e la matematica
come sparare dritto all’obiettivo senza timore, con la sicurezza di chi non controlla se ha mancato
A Riccardo invece la legge
le regole della disciplina, la classe e il controllo di situazioni spinose potarle con gloria, senza punture.
Ad Antonio la finanza
e la voglia di svegliarsi ed allenarsi tutte le mattine
senza domandarsi quando avrà fine
A Tommaso il coraggio di discutersi analizzarsi per tempo e rimediare
A Chiara ad amare
e più importante ad amarsi
a resistere quando si sta per crollare e del buon jazz
A Matte a vivere il momento
e solo occasionalmente catturarlo a prendere e guidare da soli senza porsi un confine
A Sofia la speranza di aspettare evolversi e ritentare
quell’incrollabile fede per le cose che dovranno migliorare
A Filippo la dolcezza
e la pazienza malnascosta dietro maschere di stizzo e commenti taglienti.
Devo andare a dormire
e penso a tutte queste cose
con il cardigan che ancora fuma
di quel sigaro post zucca-sour di Romeo. Un giorno anche i sogni più scocchi saranno fiori profumati
e avrò superato i maestri
a cui arrogante voglio spiegare
poco rimane, se non la sera
Chetty’s Lullaby, il mio fresco sepolcro di lenzuola, e altre misteriose carte
da pescare.